Capitolo 3

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Il locale è proprio in centro città, nel posto più frequentato, e una volta pagato il biglietto d'ingresso, che è abbastanza alto, mi è stato concesso di entrare, scoprendo che è un posto che vale ogni centesimo speso. Non sono nemmeno sorpresa che tutti vogliano venire qui. Ho sentito parlare di questo club, in realtà, penso che la mia amica Melek ne abbia parlato alcune volte.
Non sono il tipo che va in discoteca sempre, questo perché penso sempre a cosa vogliono i miei genitori, cosa li renderebbe felici e cosa li arrabbierebbero, per questo ho sempre evitato di vivere come fa ogni ragazza, ogni donna della mia età.

Stasera però voglio pensare solo a me stessa, quindi spingo i loro desideri da qualche parte lontano e metto i miei davanti a me. Stasera voglio bere. E non solo assaggiare, come faccio di solito, ma bere davvero, fino a dimenticare me stessa e la paura che ho vissuto in quella stanza, con Mert. Festeggerò il mio fidanzamento, ma nel modo che scelgo io questa volta.

Ho spento il telefono in macchina, così posso stare calma. Percorro il corridoio verso la porta a vetri che separa questo luogo buio e angusto dalla sala gigantesca. Vedo la festa attraverso il vetro e la musica del DJ è ad alto volume. Il mio corpo vibra al ritmo del basso. Non lo ammetterei ad alta voce, ma mi piace la sensazione.

Qui, tra la folla, inizio a sentirmi un po' strana, sola. Mi manca Melek. È dovuta andare a Kukurova per assistere alla nascita di sua nipote, quindi non posso arrabbiarmi con lei per non essere venuta alla festa di fidanzamento. Comunque, non vedo l'ora di dirgli che sono sfuggita dalla mia stessa festa.
Penso che si divertirà molto.

Guardo tutto ciò che mi circonda, provando soddisfazione e rispetto per chi ha avviato questa attività. Tutto è assolutamente incredibile. Trovo che non sia un club dedicato solo agli uomini. Sui palchi ci sono sia donne vestite solo di intimo che uomini. Non ho mai visto gli striper fino ad ora.
Le mie guance arrossiscono subito e penso che dovrei andare al bar, perché mi sono fermata all'ingresso, guardando i loro movimenti sensuali.
Mentre mi dirigo verso il bar, le luci bianche dei riflettori si muovono tra i ballerini, e qualche volta  finiscono per accarezzare il mio viso. Scopro che la cosa non mi da fastidio e che, anzi, mi sento molto meglio qui che alla festa da cui sono scappata.

I colori che mi circondano sono scuri. Vicino alle pareti ci sono tavoli bassi in legno grigio e divani in pelle nera. Nero anche il pavimento, di legno duro e lucente. Sopra ci sono macchinari e di tanto in tanto viene rilasciato del fumo, creando un'atmosfera misteriosa. Da qualche parte in un angolo, su un piccolo palco, c'è il DJ con i suoi strumenti. Il mio sguardo è nuovamente attratto da spogliarelliste e spogliarellisti, di gran lunga attraenti. I loro movimenti sono audaci, sensuali e per niente goffi. Il loro abbigliamento non lascia spazio all'immaginazione. Mi mordo il labbro inferiore, poi inizio a ridere tra me e me per la vergogna che provo. Non voglio nemmeno sapere cosa direbbe Mert se mi vedesse qui, da sola.

Arrivo al bar, che in qualche modo è nel mezzo della folla. E anche questo è nero, frutto della combinazione di vetro e piano lucido. Dietro il bancone c'è un uomo sui venticinque anni, vestito con una canottiera bianca, con la pelle piena di tatuaggi colorati e con i capelli corti, neri come una piuma di corvo e dai lineamenti ruvidi.

Trovo un posto vuoto su uno sgabello e mi siedo, appoggiando la borsetta sul bancone. Mi sento... non ne ho idea. Ero così sopraffatta da ogni tipo di sensazione, che ora non ho idea se sento ancora qualcosa. Non ha nemmeno importanza, mi dico. Non stasera.

<<Cosa posso servirti, tesoro?>> il barista mi sorride, guardandomi e aspettando una risposta da parte mia.

<<Sorprendimi>> mi trovo a parlare, sorprendendo me stessa per la sicurezza che ho avuto nel rispondere.

Alza le sopracciglia leggermente divertito per poi preparare qualcosa, mettendo il drink davanti a me in men che non si dica.

<<Una mia invenzione>> mi informa, facendo l'occhiolino.

Il richiamo dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora