Capitolo 13

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Tolgo il telefono dall'orecchio e ho la sensazione che la mia mente stia impazzendo. Cosa ho provato a fare e cosa è venuto fuori! Volevo solo tenere i miei peccati dentro di me, che rimanessero un segreto, ma sono riuscita a immergermi ancora di più in tutto questo problema.
Tremo dal profondo e mi rendo conto che fa freddo, e il vestito che ho addosso non mi protegge molto dal vento che si è alzato all'improvviso. Sono troppo sconvolta per stabilire un contatto visivo con Mert, ma è da un po' che manco e la cosa sta diventando strana. Metto velocemente dentro la borsa il biglietto da visita e mi preparo per andare verso la porta d'ingresso quando si sentono dei passi da dietro l'angolo. Mi irrigidisco. Presto appare un'ombra, seguita da un corpo. Tiro un sospiro di sollievo quando noto che è troppo piccolo per essere quello di Mert. Quando diventa più visibile, quasi tiro un sospiro di sollievo.
Anche lei mi nota e il suo viso cupo cambia un po', diventando più luminoso, anche se i suoi occhi sono senza vita. Lei è colpita dal piccolo malinteso, dal fatto che deve andarsene da qui con Alp.

<<Cosa stai facendo Leyla?>> le chiedo preoccupata mettendo anche il telefono nella borsa. La chiudono velocemente sotto i suoi occhi indagatori. Continua ancora a guardarmi come se sapesse qualcosa che gli altri non sanno. E questo non significa niente di buono, anzi.

<<Fumo. Lo faccio quando sono stressata. Ma tu cosa ci fai qui?>> domanda mentre guarda sottilmente la borsa che ho in mano.

<<Niente>> mormoro semplicemente. <<Alp>>? domando per cambiare argomento.

<<Sta dormendo. Demet ascolta...>> mormora, guardando a terra con vergogna. <<Non so se Alp ti ha parlato della mia situazione, ma mi ha portato qui per sbarazzarmi della vita che conducevo. Vivevo con mio padre. Un ubriaco, aggressivo
e insopportabile>>

Le mie pupille si allargano e mentre la mia mente elabora le sue parole comincio a provare compassione per lei. Pensavo di avere una vita di merda, ma vedo che lei, quella sorridente, ha condotto una vita per niente facile. Questo se sta dicendo la verità. Oh, che motivo avrebbe per mentire? Penso che a causa di così tante bugie che dico ultimamente sono diventata paranoica e credo che tutti siano bugiardi come me.

<<Non pensare che mi lamento per sensibilizzarti. Ti sto solo dicendo che è per questo che ho fatto irruzione in casa tua così all'improvviso. Alp vuole  che ce ne andiamo ma non voglio trascinarlo via di qui>> alza la testa al cielo, espirando pesantemente dal naso.
<<Ho avuto una vita difficile, non voglio che lui la viva come me. Partirò senza di lui domani>>

<<Cosa? No, non puoi andartene così! Gli farai del male Leyla>>

<<Gli passerà. È un bell'uomo, le ragazze saranno sempre intorno a lui. Non ho niente da offrirgli>> alza le spalle cercando di sembrare indifferente ma non è così. <<Solo il mio bel corpo e il mio cuore>> aggiunge a bassa voce.

<<E pensi che questo sia poco? Pensi che offrire il tuo cuore ad una persona sia una cosa così insignificante? Senti Leyla, magari non stai simpatica ai miei ma non è della loro approvazione che hai bisogno. Ho visto mio fratello come ti guarda, come si comporta con te. Le attenzioni che ti da. È questo quello che importa realmente. Avere qualcuno accanto a te che ti ami con la stessa intensità con la quale anche tu ami. Fregatene di mia madre e di chiunque altro. Solo voi due contate se vi amate>> le parole mi escono di bocca con una tale sincerità che mi rendo conto che quello che ho detto a lei è quello che io sto provando in questo momento. Soltanto che a differenza sua io non sono libera di amare. Non chi vorrei.

La afferro timidamente per un braccio, tirandola in un abbraccio.

<<Lasciami andare>> si stacca dalle mie braccia dopo vari secondi. Inizia ad agitare la mano davanti al viso, alzando gli occhi per fermare le lacrime. <<Mi hai fatto piangere>> mi rimprovera, il che mi fa sorrise brevemente.

Il richiamo dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora