Capitolo 22

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<<Che cosa hai combinato disgraziata?>> un urlo mi distrae dai miei pensieri e non ci vuole troppo per capire che è stata mia madre. Quando incontro il suo sguardo vedo il suo viso andare a fuoco, per la rabbia.

<<Una cosa buona avevi fatto nella vita, e adesso anche quella l'hai rovinata! Sei un ingrata>> si avvicina a me, alzando il braccio, sicuramente intenta a colpirmi, però viene fermata da Can che la blocca.

<<Non si permetta, altrimenti giuro che dimentico del fatto che lei sia...sua madre e quel schiaffo gliel'ho restituisco io>> la voce di Can esce in modo forte. Non urla, non si è neanche sforzato, però dal tono duro fa capire quanto sia serio.

Gli occhi di mia madre si allargano per lo stupore, diventando bianca in viso, per pochi secondi però. Si ricompone subito dopo, sfoggiando quel sguardo duro che però su Can non ha alcun effetto.

<<Come ti permetti?>> si scansa in malo modo. <<Mi stai minacciando per caso?>>

<<Una minaccia sarebbe dirle che se solo prova a toccare, o addirittura disprezzare e distruggere ancora la vita di Demet farò in modo che nessuno mai più vi apra le porte. Che siano quelle di casa o in campo lavorativo, finendo peggio dell'anno scorso. Ecco, questa è una minaccia. Quello di prima era un avvertimento>> le parole di Can non solo sorprendendo mia madre che indietreggia lentamente, ma sorprendono anche me. Cosa diavolo è successo che io non so?

<<Maledetti...tutti e due! Scordati di avere una famiglia!>> alza la voce contro di me, sbattendo in seguito il cancello di casa.

Mi sta realmente negando di entrare a casa mia?

<<Siccome fino ad ora ne ho avuta una>> sospiro, chiudendo per un attimo gli occhi, cercando di non fare scivolare giù le lacrime.
Il mio corpo viene avvolto da due braccia calde e protettive, stringendomi con delicatezza.

<<La vuoi il gelato?>>

<<Non mi sembra il momento>> borbotto mentre mi stringo ancora più forte a lui, come se fosse la mia ancora. La mia unica certezza.

<<Il cono è sempre pronto se vuoi>>

<<Ma ti sembra il caso?>> rido, e rido proprio di gusto, lasciando che il mio cuore si riempia di cose belle. Perché è di questo che ho bisogno.

<<Andiamo>>

<<Andare dove?>> chiedo confusa mentre mi prende per mano, lasciando in seguito un tenero bacio sulla mia fronte.

Ah, io lo amo questo uomo.

<<A casa>>

<<Eh?>> un suono confuso esce dalla mia bocca dopo aver sentito la sua risposta.
Mi guarda sorridendo, aprendo lo sportello della macchina e prima di partire si assicura che io abbia la cintura messa.

<<Stiamo andando a casa Demet>> appoggia la mano sulla mia gamba, stingendola leggermente. <<Insomma, qui non puoi resistere e sinceramente non ti avrei lasciato con quella stronza>> rido quando sento come abbia chiamato mia madre, l'unico a definirla per quello che realmente è.

<<Adesso ci sono io Demet>>

<<Grazie Can>> è l'unica cosa che riesco a dire, essendogli realmente grata.

Per il resto del viaggio entrambi restiamo in silenzio. Io perché nella mia mente ho il caos totale, Can sicuramente lo fa per darmi il tempo di metabolizzare. Sono sicura che abbia capito quanto nonostante io non abbia detto niente, il comportamento di mia madre mi abbia ferito. Non così tanto come tutte le altre volte, però dannazione, vietarmi di entrare in casa?

Il richiamo dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora