La fine della scuola

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Eccoci qua, di fronte ai famigerati tabelloni: la fine della scuola, per l'ultimo anno. Mi sembra assurdo! Dopo cinque anni passati in questo istituto tecnico vecchio e sporco, la tortura è finita. Ho sostenuto gli esami di maturità discretamente, quindi spero in un bel voto. Mi faccio largo nel gruppo di studenti ansiosi e cerco la riga relativa al mio nome: Pamela Pini, 77.
Tiro un sospiro di sollievo. È andata: finalmente sono diplomata.
La sensazione di pace dura poco, però. Cosa farò adesso? Sono diplomata in ragioneria, toccherà cercarmi un lavoro in quell'ambito. Me la cavo con i numeri, ma il pensiero di sedermi ogni giorno dietro una scrivania a registrare fatture o compilare schede... Mi deprime.
Non ho più i genitori, da tanto tempo. Mia madre è rimasta incinta a 16 anni, ragazza madre dunque, con pochi mezzi e tanti sogni. Mi voleva bene, a modo suo. È morta cinque anni dopo la mia nascita, in circostanze che non voglio ricordare. Mio padre... Beh, non esiste: l'unica cosa che so di lui è che era svedese. Il DNA non mente, perciò io ho i capelli biondissimi e sono piuttosto alta e slanciata, come una dea nordica. Da mia madre ho ereditato solo gli occhi scuri e la tendenza ad accumulare adipe sul seno e sui fianchi.

"Ciao bella!"
Michela, una delle compagne più affezionate, si avvicina al tabellone e mi abbraccia.
Bella? Non so. Ho un discreto successo con i ragazzi, ma non mi reputo niente di che. Non ho un fidanzato fisso, non ce l'ho mai avuto. Sono certa però che quando mi impegno, so essere molto carina.
"Guarda cos'ho trovato per terra nel cortile!"
Michela mi allunga un volantino nero, popolato di poche righe bianche, minimal.
"Hai appena preso il diploma e non sai che strada intraprendere? Contatta Madame Valerie. Ricerchiamo ragazze per colloquio conoscitivo. Lavoro onesto e pagato da subito!"
Seguono contatti telefonici e mail. Il volantino è molto elegante, sofisticato nella grafica.
"Potrei chiamarla. Del resto, questa estate non ho nulla da fare!"
"Beata te, io invece andrò a lavorare nella ditta di mio padre..."
Dopo qualche chiacchiera, mi infilo il volantino in tasca.

La sera stessa, rincaso nella comunità dove vivo e provo a chiamare il numero di Madame Valerie. Ho il cuore a mille, non ho mai fatto un colloquio!
Mi risponde una voce femminile, la segretaria della Madame, che mi fissa un colloquio per il pomeriggio seguente.
Ci sono alcune richieste: capelli sciolti, trucco leggero, tacco massimo di 5 centimetri, abbigliamento in total white o total black, a mia scelta.
Mi sembra una richiesta particolare, ma accettabile. Ho un vecchio tubino nero e delle scarpe nere con il tacco che potrebbero andare bene. Completerò il look con una collana di perle (finte, chiaramente!)
C'è qualcosa che mi turba però, tant'è che non riesco a prendere sonno. Non è tanto per il colloquio, quanto per la voce della segretaria di Madame. L'ho trovata... Fastidiosamente sexy.
Mi addormento immaginando una bellissima donna, elegante, con un tailleur dalla minigonna inguinale. Chissà se domani la vedrò davvero, o se questa è la mia ennesima fantasia da ragazzina.

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