Sul taxi verso casa non ci diciamo una parola. Un po' perché io sono sotto shock, un po' perché non voglio che il tassista ascolti una conversazione così delicata. Forse suona male, ma a volte mi vergogno di essermi innamorata di una donna. Ho paura, ecco. Questo sentimento mi ha travolta e temo il giudizio degli estranei.
Arrivate nella nostra stanza, sono circa le 23. Ci leviamo i tacchi con un sospiro di sollievo e vediamo la luce del comodino di Melania accesa. Lei è sdraiata a pancia in giù sul letto, e sta piangendo disperata, i singhiozzi che scuotono le sue spalle.
"Melania! Che succede?" le chiedo, avvicinandomi.
Nella luce fioca, noto le sue chiappe nude esposte. Non porta le mutandine. La pelle chiara è attraversata da strisce rosse. Frustate?!
"Alex è stato licenziato per colpa mia!"
Ecco. Ora si spiega tutto. Madame ha scoperto la loro tresca e ha fatto ciò che per lei era giusto: licenziare lui, punire lei.
"Madame ti ha fatto del male, vero?" le chiedo.
Melania solleva la testa e mi guarda, gli occhi colmi di lacrime, il viso paonazzo.
"Sì! Ha detto che meritavo una punizione!"
Annuisco in silenzio. Non ho la forza di affrontare questa situazione ora.
Viola è seduta sul suo letto. Si sta togliendo il suo abito con gesti meccanici, lo sguardo assente.
"Ehi. Andiamo in giardino. Devo parlarti."
Il mio tono è perentorio.
"Ok, aspetta che mi cambio."
Viola si infila una maglietta oversize, sotto ha solo un perizoma. Mi vesto più o meno uguale a lei, e ci avviamo verso l'esterno.
"Volevi vedere le stelle? Eccole." le dico, alzando gli occhi al cielo. È una serata limpida, la luna riempie la scena, contornata da puntini luminosi.
Mi siedo sul prato fresco e Viola si accomoda di fianco a me, appoggiandomi la testa sulla spalla. Rimaniamo un momento in silenzio, immerse tra gli alberi.
Viola mi bacia sul collo, con piccoli tocchi leggeri. Risale e trova la mia bocca, consapevole che io non aspettavo altro. Le nostre labbra si schiudono di nuovo, in un bacio che sa quasi di disperazione. Mi sfila la maglietta e la getta a terra. Le sue mani percorrono il mio corpo, i miei seni, il mio ventre: tutto reagisce sotto le sue dita. Si sfila gli abiti a sua volta, stringendosi a me, puntando i suoi capezzoli turgidi contro i miei. Il nostro ansimare si fa più forte, anche se cerchiamo di contenerci per non farci sentire da orecchie indiscrete.
È un contatto rabbioso, urgente. Non c'è spazio per gli indugi o per la dolcezza. Sono delusa, spaventata, sconvolta da quello che ha fatto, eppure... Eppure la mia mano scivola nelle sue mutande, trovandola bagnata ed aperta.
Ci tocchiamo con foga, mentre continuiamo a baciarci sulle labbra, sul viso, sul collo... Il piacere è intenso. Sa come toccarmi, quali punti tastare, con la punta delle sue dita disegna dei cerchi...
Io la sento gemere sottovoce, il suo corpo che vibra insieme al mio. È forse l'orgasmo più potente che abbia mai provato in vita mia.Ci sdraiamo sul prato, incuranti di tutto ciò che abbiamo intorno, finché i nostri respiri non tornano regolari.
"Questa è l'ultima volta, vero?" chiedo con un filo di voce.
"Sì." mi risponde, senza emozione.Mi rimetto la maglietta e corro su verso la nostra camera. Vorrei solo nascondermi sotto le coperte e fingere che domani tutto questo sarà solo un incubo.
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L'accademia del desiderio
Nouvelles⚠️ CONTENUTO PER ADULTI ⚠️ Diventata maggiorenne, Pamela non sa cosa fare della sua vita. Orfana e senza un soldo, viene ingaggiata da Madame Valerie,la quale forma giovani donne, moderne geishe, in un palazzo chiamato "Accademia del Desiderio". Pam...