Il sole già alto nel cielo filtra insistente attraverso le finestre semichiuse, con così tanta prepotenza da riuscire a svegliarmi. Stropiccio gli occhi e mi giro verso il letto di mia sorella trovandolo vuoto e perfettamente ordinato. Tutto il contrario del caos delle mie cose sparse per tutta la mia metà della stanza, come sono solita abbandonarle. Do sempre la colpa del mio disordine alla mia mente creativa ma forse è solo sintomo di una morbosa pigrizia, che mi si attorciglia addosso tra le brutte abitudini da tutta vita.
L'orologio sulla parete segna le 11:30, mi alzo svogliatamente e mi dirigo in bagno per lavare la faccia. Dopo la serata di ieri avevo bisogno di riposare, anzi è molto più presto del previsto dato che sono tornata alle 3 del mattino e solitamente sono una dormigliona.
Sono veramente felice di aver passato una serata così piacevole, stare con Enea mi fa sentire come se fosse sempre la cosa giusta al momento giusto. Un'ombra cupa però invade i miei pensieri: cosa sceglierò di perdere? Me stessa e le mie origini oppure Enea?
«Ciao Myra» urlo inutilmente scendendo le scale, senza ottenere nessuna risposta. Solo entrando in cucina capisco il motivo, un bigliettino sul tavolo dice "Ciao Sis, sono fuori per pranzo, poi vado in palestra, MA QUESTA SERA SEI MIA NON ACCETTO UN NO COME RISPOSTA". Lo leggo immaginando chiaramente il tono di voce perentorio che avrebbe usato mia sorella, se fosse stata qui.
Meglio evitare di farmi domande su cosa ha in mente.
Così apro il frigo per prendere una banana, che probabilmente sarà la mia colazione e anche il mio pranzo dato che sono ancora abbastanza sazia da ieri sera: dopo essere stati alla degustazione Enea ha pensato di dover concludere il tutto con una montagna di gelato passeggiando per le vie del centro di Bolzano.
La serata è stata così piacevolmente normale che una morsa soffocante mi stringe lo stomaco se penso che tutto questo potrebbe finire in un soffio, esattamente come è cominciato.
L'acqua gelata dal sifone mi scende lungo il corpo in rivoli confusi, per poi fermarsi qualche istante nel piatto della doccia prima di entrare nel buco nero dello scarico. Sono così consumata da tutti i dubbi che mi affollano la mente, che nemmeno la giornata passata ad impaginare la tesi mi ha distratta.
Devo essere qui, così immobile ed imbambolata, da diverso tempo perché mia sorella mi grida dalla camera «Arielle esci dalla doccia, muoviti!»
La doccia ghiacciata però leniva leggermente il dolore di tutte le ferite che mi porto addosso da quando so di condividere il destino con coloro che sono stati parte della mia stessa anima in passato, solo a pensare al fuoco che avvolgeva Sidonia non mi sembra nemmeno più di sentire il freddo dell'acqua che sta scorrendo indisturbata sul mio corpo nudo.
Ora che mi guardo, sono dimagrita, il corpo che era abbastanza tonico per le passeggiate in montagna e la corsa ora sembra quasi cedere il posto all'infinita stanchezza di tutte le vite che ho già vissuto e di cui stanno riaffiorando i ricordi. Spengo l'acqua e mi accorgo che i resti del sapone e dello shampoo erano già stati lavati via da un pezzo.
Prendo un asciugamano pulito e me lo avvolgo intorno, nel bagno c'è umidità ma l'acqua era così fredda che il vetro del mobiletto sopra al lavandino non si è nemmeno appannato.
Accidenti sembro un fantasma.
«Sembri proprio un fantasma, sis»
«Myra, quante volte ti devo dire di non leggermi nel pensiero?» cantileno infastidita.
«Ehi, no, aspetta, ti ho solo detto così perché con quei capelli e quell'aria stanchissima sembri davvero un fantasma. Ma un momento adesso che mi ci fai pensare... facciamo una prova: pensa a qualcosa di divertente.»
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Le anime del drago
FantasyArielle è una strega con una vita perfettamente normale al punto che si è quasi dimenticata di essere magica. Tra una lezione di design ed una di storia dell'arte capirà che un esistenza normale non è quello a cui è destinata, dato che il suo viaggi...