Lex Cornelia

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Il resto della serata è stato tutto sommato piacevole, parlando con gli amici di Myra ho scoperto un sacco di professioni che si possono fare una volta deciso di entrare nella comunità magica: come chi ha intenzione di viaggiare per il mondo a rintracciare manufatti maledetti, e da buona studiosa di arte e antichità la cosa mi ha davvero intrigato.

Ho abbandonato tutto questo troppo presto, dando per scontato che non ci fosse posto per me.

E se mi fossi sempre sbagliata?

Scuoto la testa da tutti questi pensieri ossessivi mentre accompagno Myra su per le scale di casa nostra.

Forse ha bevuto un po' troppo.

«Chi ha ingoiato un rospo?» mi chiede mia sorella ed io non riesco a non ridere.

Vederla provare ad usare i suoi poteri telepatici da ubriaca è sempre molto divertente, perciò per il momento decido di lasciare perdere la ramanzina e metterla a letto dopo averla aiutata ad indossare il pigiama.

«Ehi sis! Scoop del secolo!»

Ha la voce decisamente troppo alta e le faccio segno di abbassare il tono.

Lei mi avvolge il collo con un braccio e mi tira verso di sé, poi parla sussurrando.

«Zack mi ha chiesto di andare al mare con lui quest'estate! È incredibile, anche lui prova quello che provo io.»

Le sorrido, sinceramente felice per lei.

Anche se mi lascerà sola.

«Incredibile» ripete in un sospiro, buttandosi sul letto.

«Sono davvero contenta Myra, adesso però andiamo a dormire.»

Appena chiudo gli occhi sono un'altra volta nella radura. L'aria è fredda ma piacevole. Il drago mi osserva e la sua voce nella mia mente risponde ad alcuni dei miei dubbi.

«Come hai correttamente pensato, più i ricordi sono lontani più è difficile ritornare alla realtà. Marcus è vissuto prima che si iniziassero a contare gli anni.»

Annuisco e mi rendo conto che il tormento che mi attanagliava questa mattina, sta tornando ad affollare la mia mente.

«A cosa servono queste visioni? A farmi accettare che sono una strega?»

L'enorme drago davanti a me, spiega le ali per poi sistemarsi comodamente disteso con le zampe davanti una sopra l'altra e mi fissa enigmatico ricordandomi la statua della sfinge in Egitto che terrorizza i malcapitati con i suoi terribili indovinelli. 

«Io Arielle, sono la somma di tutte le cose che tu senti

Non faccio in tempo ad elaborare il complesso significato di quelle parole, perché immediatamente il mio corpo perde consistenza, mi sento un fuoco fatuo come se avessi smesso di essere fatta di materia, ed il mio inconscio viene nuovamente risucchiato nella complessa via dei ricordi.

- - -

Caelius ha provato a scappare ma è stato arrestato, senza che io potessi fare niente. Ed ora sono già passati due giorni da quando l'hanno portato al carcere Tullianum e probabilmente lo stanno torturando per sapere dove trovarmi.

Accidenti, è tutta colpa mia!

Solo perché sono il solito, stupido Marcus che si fa trasportare dall'adrenalina dei furti.

Ho sottratto una tunica raffinata alle terme Sabine, per passeggiare indisturbato nella parte nobile della città, sperando di farmi venire qualche buona idea su come salvare Caelius. Qui le costruzioni bianche e i marmi delle domus si accompagnano al verde dei giardini privati e pubblici; mentre colori ed odori sono molto diversi rispetto ai mattoni e alle tegole rosse dei quartieri suburbani, dove la gente si ammassa in case a strati che spesso prendono fuoco. Questo contrasto mi fa detestare non poco gli sprechi e i soprusi di coloro che comandano, credendosi migliori degli altri solo perché sono nati patrizi.

Le anime del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora