È domenica mattina.
Quando siamo scesi dal colle ho chiesto a Christian di stare ancora un po' insieme, infatti mi ha portato in un ristorantino fantastico dove abbiamo mangiato una pizza, che non ho problemi a definire la più buona della mia vita.
Una volta a casa, i miei stavano guardando la tele e io volevo solo dormire quindi ho salutato e sono andata in camera mia. Myra non c'era, sarà stata con le sue amiche, così sono crollata subito nel letto e finalmente ho dormito, un sonno profondo e senza sogni.
Non credevo fosse possibile.
L'orologio a cucù del corridoio mi ha appena fatto sapere che sono le nove del mattino così mi alzo svogliata dal letto e subito un senso di vertigine mi assale prepotente facendomi sentire come se fossi in bilico davanti ad un precipizio e stessi per cadere.
Non posso andare avanti così. Devo capire cosa mi sta succedendo, e perché sto avendo queste visioni.
Scendo le scale ed una volta arrivata in cucina, verso l'acqua nella tazza e la osservo girare nel microonde.
Come posso parlare con Kerèl?
Sorseggio il the e mi accorgo di non avere affatto fame. D'un tratto mi ricordo della radura dove sono arrivata correndo qualche giorno fa, forse tornando lì potrei riuscire a parlare con lui. Mi sono stufata che compaia quando vuole lui e senza darmi spiegazioni.
«È ora di andare!»
«Dove vai Arielle?» non mi sarei nemmeno accorta di aver pensato ad alta voce se mia madre non mi avesse risposto.
«Ehm, io... Mi stavo dando la carica per andare a correre» sorrido.
Odio non poter parlare con i miei genitori, ma dentro di me sento che non mi capirebbero.
Tutte queste sensazioni, non so nemmeno se siano mie.
«Va bene, torni per pranzo?»
«Sì, certo» esco dalla stanza, dopo aver messo la tazza nel lavandino, diretta verso la mia camera con la determinazione di cambiarmi alla velocità della luce.
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Sto correndo da un quarto d'ora in mezzo al bosco, quando mi rendo conto di non saper assolutamente come ho fatto ad arrivare alla radura, l'altro giorno.
Improvvisamente il vento cambia e una foglia che cade mi dice che è questa la strada da seguire.
Perché sento tutte queste cose?
È proprio come nel sogno. Sidonia sapeva cosa fare, lo sapeva e questo le bastava.
Poco tempo dopo, la radura si apre davanti ai miei occhi e mi sento subito sollevata: sono arrivata.
Bene... e ora cosa devo fare?
«Kerèl?» pronuncio il suo nome sperando che questo basti a farlo comparire.
Poi mi rendo conto del gesto stupido che ho appena fatto, lui è sempre con me, lui è me.
Non funzionerà assolutamente così.
Mi siedo sospirando, sull'erba fresca. Il viaggio deve essere dentro di me, e questo posto deve essere semplicemente un catalizzatore. Un posto dove mi sento tutt'uno con la natura e riesco meglio ad arrivare dove davvero voglio: nella mia anima.
Chiudo gli occhi mentre il vento mi sfiora come una morbida carezza.
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«Sei stata brava, non pensavo ci mettessi così poco.»
Sbatto gli occhi per mettere a fuoco, eccolo!
«Cosa ho fatto?» chiedo al mio drago quando i miei occhi si abituano di nuovo alla luce.
«Sei arrivata qui, da sola. Non è una cosa che le streghe imparano da un giorno all'altro, ci vuole allenamento.»
Sembra orgoglioso di me.
«Sì, davvero tutto incredibile, ma non abbiamo tempo per i complimenti. Ho molte domande da farti.» dichiaro, ricevendo in risposta una sua risata che mi innervosisce. «Che cosa sono queste visioni?»
«Arielle, conosci come una strega acquisisce il proprio animale guida? »
«Nel momento del bisogno, voi vi manifestate... ma c'è altro vero? Odio non sapere cosa mi succede Kerèl...» la mia voce è un soffio, parlargli mi fa sentire fragile, un po' come guardare il mio riflesso dentro lo specchio in silenzio per un tempo indeterminato.
Lui ride ancora.
«Io non posso conoscere il futuro, ma ci sono alcune cose che sento.» Mi risponde e come al solito non mi dà le spiegazioni di cui ho bisogno.... Penso che dovrò abituarmi.
«Come Sidonia?» chiedo e il suo sguardo si rattrista.
«Scusa... io non volevo...» ma lui mi interrompe.
«Sidonia era come te Arielle. È per questo che io sono qui adesso. Nell'universo nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. La tua anima è come quella di Sidonia e questo è il motivo per cui sono il tuo spirito guida, come fui quello di Sidonia.»
Alle parole del drago io non capisco se mi sento meglio oppure peggio di prima. Collego alcuni pezzi mancanti del puzzle anche se non sono sicura di volerlo davvero completare.
«Nel primo sogno mi hai detto che mi stanno cercando... Sono degli angeli che mi stanno cercando?»
Gli occhi del drago luccicano mentre la sua mente è in cerca delle parole giuste da dirmi.
«Io sento solo che da ora in poi la strada sarà in salita. Però Arielle, non temere di avanzare lentamente, abbi solo paura di fermarti.» Mi risponde infine Kerèl con un tono sereno ma deciso, mentre la sua immagine sfuma lentamente davanti ai miei occhi.
«Perché io? Cos'ho di speciale?» urlo disperata, ma ormai il collegamento tra noi è finito.
Quando ormai sono uscita dalla mia anima del tutto, sono troppo stanca per pensare di riprovare a parlare con Kerèl. L'esperienza è stata davvero incredibile ma ora mi fa male la testa come se mi fossi smaterializzata e la ricomposizione della mia coscienza non fosse stata fatta a dovere.
Mi massaggio la fronte dolorante e gli occhi mi bruciano non poco, mentre con calma mi alzo respirando l'aria pulita della radura luccicante.
È arrivato il momento di tornare a casa, anche se non tutte le mie domande hanno trovato una risposta, sento di stare facendo passi avanti: ho trovato un posto e un modo per parlare con il mio drago.
Inspiro l'ultima volta l'odore dell'erba e faccio il primo passo verso casa.
NA: Spero che vi stia piacendo la mia storia e vi anticipo che stanno per succedere davvero un sacco di cose!
A prestissimo!
Martina,
@Ventodibufera

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Le anime del drago
FantasíaArielle è una strega con una vita perfettamente normale al punto che si è quasi dimenticata di essere magica. Tra una lezione di design ed una di storia dell'arte capirà che un esistenza normale non è quello a cui è destinata, dato che il suo viaggi...