Istinto animale

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«Arielle!»

Qualcuno mi scuote per le spalle.

«Cazzo! Sei bollente, stai bene?»

Apro gli occhi e li sbatto diverse volte prima di capire dove sono: Myra mi guarda con occhi apprensivi che sono diventati grigio cenere dalla preoccupazione.

«Io non... » sto per niente bene, non riesco a parlare. Stavo sognando?

«Hai iniziato ad urlare..» Continua lei. «Mi hai fatto prendere un colpo» mi dice mentre si siede sul letto, accanto a me.

Con la poca forza che mi rimane cerco di schermare la mia mente, per evitare che veda quello che ho appena visto io.

«Adesso sto... sto bene... » Balbetto mentre mi tiro su a sedere a fatica, come se la corsa di prima fosse stata reale. 

Non ho nessuna voglia di raccontare il mio sogno a Myra e spero che lo schermo sia abbastanza forte da bloccare la sua incredibile vista.

Gli anni di allenamento con lei a qualcosa saranno pur serviti, no?

«Sta tranquilla, Myra, solo un brutto sogno, niente di che, davvero.»

La rassicuro, anche se in questo momento qualcuno dovrebbe rassicurare me.

«Bevo dell'acqua e mi rimetto a dormire.» Aggiungo, cercando di non farla preoccupare ulteriormente.

Lei mi guarda come se tutto ad un tratto fossi impazzita ma annuisce. «Okay sis, se lo dici tu...»

Si alza e prima di rimettersi nel suo letto mi lancia una bottiglietta d'acqua, che era stata abbandonata sulla scrivania «Buonanotte, stramboide!»

Si rigira nel letto e alza le coperte fino alle spalle.

Bevo quasi mezza bottiglietta, sperando che l'acqua fresca lenisca questa sensazione di stare andando a fuoco.

Solo un incubo. Sarà davvero così?

Mi massaggio il collo dove pochi istanti fa avrei giurato ci fosse una fiamma ossidrica che mi bruciava.

Poi mi ricordo del colpo che ho preso alla testa e mi passo la mano tra i capelli. Quando la osservo non c'è traccia di sangue però il punto dove ho sbattuto contro l'albero è indolenzito. Al solo premere lievemente le dita provo una fitta di dolore.

Accidenti fa male davvero.

Eppure sono sempre stata qui, in questa stanza, in questo letto.

Un incubo? Faccio davvero fatica a crederci.

Alla fine mi sdraio, sono incredibilmente stanca e le gambe bruciano come se la corsa fosse stata reale.

Era tutto incredibilmente reale.

Inutile dire che per il resto della notte ho dormito davvero poco e male, così quando suona la sveglia la spengo in fretta. Ho un gran mal di testa.

Mi massaggio le tempie senza risolvere il problema, prima di scendere dal letto e dirigermi in cucina.

A colazione mia madre mi osserva con i suoi occhi blu cobalto. «Sei pallida tesoro, tutto bene?»

Annuisco mentre soffio sul thè caldo.

No, non va bene niente. Chi era quel drago? Perché sembra conoscermi così bene? Insomma, i draghi non esistono.

L'unica cosa sensata che mi sia passata per mente nella notte insonne sono gli spiriti guida. Ogni mago ne ha uno, solitamente sotto forma di animale. Uno spirito guida è una parte dell'anima stessa della strega, qualcosa con cui condividiamo l'essenza, che si manifesta nel momento del bisogno: che quel drago fosse il mio spirito guida?

Il problema è che nessuno alle lezioni di magia ha mai parlato di draghi, tutti gli spiriti guida sono animali comuni: mio padre ad esempio ha l'orso, protettivo, forte e determinato; mentre madre la volpe agile, ponderata, e incredibilmente furba.

I draghi sono creature delle fiabe per bambini, non sono certo comuni animali. 

So solamente che davanti a quell'immensa creatura non ho provato paura, ho provato senso di appartenenza e calma, come se qualcuno avesse acceso una candela in una notte buia.

Effettivamente a parte queste nozioni di base so davvero poco sugli spiriti guida.

«Mamma, quando si è manifestato il tuo spirito guida?»

Lei mi studia un attimo e poi i suoi occhi scorrono impercettibilmente su mio padre, prima di rispondermi. «Tesoro, perché mi chiedi questa cosa proprio ora?»

Non so perché ma credo non sia una buona idea parlare del sogno ora.

«Era solo una curiosità.» Asserisco, sperando di essere abbastanza credibile.

«Sono una parte dell'anima Arielle.» S'intromette mio padre. «Quando lo spirito guida si manifesta fai un viaggio nel tuo io più profondo.»

«Quindi entri in un altro mondo?» continuo, anche se temo di essere troppo insistente se non posso dare altre spiegazioni oltre alla mia curiosità.

«Più o meno, diciamo che dentro ognuno di noi c'è dell'altro, anche negli umani. Non siamo solo muscoli e terminali nervosi. È come se ci fosse un microcosmo dove solo chi ha poteri magici può arrivare.»

«Potrebbe essere una spiaggia o una città piena di palazzi, è diverso per ognuno di noi.» Aggiunge mia madre.

«Ciò che uno vive in quel luogo ha degli effetti sulla realtà?»

«Potrebbe...» dice mio padre, leggermente turbato. «Ma perché tutte queste domande proprio oggi?»

«Be' volete che prenda una saggia decisione al mio ventunesimo compleanno, no? Quindi devo essere informata.» dichiaro, fiera di aver trovato una risposta esaustiva.

Loro annuisco e io mi alzo dalla sedia.

«Vado a vestirmi.» Dico, uscendo dalla stanza dove sta entrando Myra che è già vestita e deve fare colazione.

Avanzo nel corridoio e mentre inizio a salire le scale un'altra domanda si fa spazio tra i miei pensieri. Perché ammettendo che il drago sia davvero il mio spirito guida, il vero problema adesso è un altro.

Chi mi sta cercando?

Le anime del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora