«Arielle svegliati.»
Non riesco ad aprire gli occhi, le palpebre sono troppo pesanti, mi sembra di aver lasciato l'anima in un altro posto ed in un altro tempo.
Qualcuno mi scuote le spalle. «Ora devi svegliarti, non ti sembra di aver dormito abbastanza?»
Ancora praticamente addormentata mi passo una mano sul viso sudato. Quando riesco ad aprire gli occhi la luce del sole alto nel cielo è accecante, entra prepotente dalle finestre spalancate. Davanti a me i contorni di una figura scura lentamente si definiscono: Myra mi guarda con un'espressione in cui si mischiano rabbia e preoccupazione.
Cerco di alzarmi a sedere sul letto, ma sono costretta dal mal di testa ad appoggiare subito i gomiti sul letto dietro la schiena per sostenermi. Faccio un respiro e con le poche forze che ho cerco di schermare i pensieri alla telepate della famiglia che mi osserva come se questa volta fossi pazza davvero.
Non è il momento per parlarle di tutto quello che ho visto.
«Che ore sono?» Le chiedo mentre riesco finalmente a mettermi seduta.
«Sono le due del pomeriggio, hai dormito quasi 12 ore sis, tutto a posto?»
«Ero solo... molto stanca... Credo sia per l'università, è un periodo difficile e poi sai il teletrasporto di ieri... io non sono abituata.» Sputo le parole con la bocca impastata.
Non posso dire dal suo sguardo se mi abbia creduto o meno, ma mia sorella non ha fatto altre domande e prima o poi dovrò ringraziarla per questo.
Alla fine ho passato il resto del weekend senza la forza di fare alcunché di produttivo, ho finto di stare male con la gradita conseguenza che nessuno mi ha fatto domande a cui comunque non avrei saputo rispondere. Sul mio cuore però si è depositato un macigno da quando Kerél mi ha mostrato tutto questo intreccio di vite e ancora non comprendo perché la mia anima sia accompagnata da queste ingombranti ombre del passato.
Non so più chi sono.
Se prima credevo di essere un pezzo fuori posto, ora ne ho davvero la certezza.
Quando il lunedì mattina apro gli occhi su un nuovo giorno, mi trascino fuori dal letto con il mal di testa non ancora del tutto sparito ma con la consapevolezza che oggi non posso proprio rimanere tra le coperte perché devo presentare insieme a Christian il progetto di Stonehenge. Ieri sera mi ha chiamato per sincerarsi che fossi preparata sulla mia parte della presentazione, e la telefonata è stata più o meno così:
CHRISTIAN (scocciato perché non gli era piaciuta la mia risposta precedente) «Ari allora ripetiamo, perché abbiamo scelto proprio questo?»
IO (senza veramente essere interessata al discorso) «Ti prego lasciami dormire, ti prometto che domani mattina andrà tutto bene.»
CHRISTIAN (con la voce un'ottava sopra al normale) «Vedi di non farmi fare una brutta figura con la professoressa, perché lei è la mia... »
IO (fingendo uno sbadiglio) «Relatrice. Lo so, me l'hai già detto non so quante volte. Fidati di me, ora ho proprio bisogno di dormire.»
In definitiva direi che non è andata bene per niente, e quindi ho aggiunto un'altra cosa nella lista di quelle da farmi perdonare.
Una volta arrivata in università mi dirigo direttamente al laboratorio dove trovo Christian chino sul nostro progetto che sistema arbusti di varie tonalità di verdi che erano comunque già posizionati perfettamente.
«Ed ecco il mio perfezionista preferito» scherzo, sedendomi accanto a lui che mi lancia un'occhiataccia. «Ah sei arrivata pensavo non ti presentassi neanche.»

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Le anime del drago
FantasyArielle è una strega con una vita perfettamente normale al punto che si è quasi dimenticata di essere magica. Tra una lezione di design ed una di storia dell'arte capirà che un esistenza normale non è quello a cui è destinata, dato che il suo viaggi...