«Arielle!» mi risveglia un ringhio, che questa volta suona più familiare «devo mostrarti una cosa, Arielle!»
Mi costringo ad aprire gli occhi, sbatto le palpebre finché non sono completamente sveglia, credo. Il drago mi guarda con le sue pupille nere dentro enormi occhi con pagliuzze dorate, non capisco che emozione stia provando.
«La pianti di comparire in questo modo? E poi, sembra che tu mi conosca da una vita mentre io non so nemmeno come ti chiami? Aspetta, ma i draghi hanno un nome?» sbraito. In risposta la sua risata è gutturale, sembra quasi una lama pronta a tagliare la testa ad un animale, ma come al solito non riesce a farmi paura.
«Hai ragione è proprio così, io ti conosco da una vita Arielle» lo guardo, perplessa.
«Il mio nome è Kerèl. Sono il tuo animale guida.» afferma fiero
Non ho mai sentito parlare di draghi come animali guida.
Mi vede ammutolita, allora parla, ancora, nella mia testa. «Immagino che non sia facile da credere, soprattutto perché è iniziato tutto così in fretta.»
«Assolutamente» sta volta sono io a ringhiare, sono incredibilmente confusa e sento che mi verrà un gran mal di testa se tento di capire tutto in un unico momento, quindi non so nemmeno cosa domandargli ancora.
Non mi dà modo di mettere in ordine le idee perché ricomincia a parlare «Tu sai chi sono gli angeli?»
Gli angeli... Alle elementari nella comunità magica avevano accennato qualcosa in effetti... «Sono esseri incredibilmente potenti, messaggeri di Dio» annuncio, fiera di sapere almeno qualcosa di quello che mi sta succedendo intorno.
Le sue pupille si riducono, per quanto sia possibile «Quello che hai detto è giusto, ma non è tutta la verità» inizio a vedere offuscato e sento la testa pesante.
«Devi fidarti di me.» è l'ultima cosa che mi ringhia il drago, prima che io perda definitivamente i sensi.
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"Sidonia, ho bisogno di parlarti, troviamoci alle tre di notte nel parco" recitava il messaggio sulla pergamena che si è disintegrato bruciandosi, nel momento stesso in cui ho finito di leggerlo.
Accendo la candela di fianco al letto. È notte fonda.
Wolde sarà già arrivata?
Le mie dame di compagnia sono tutte addormentate nelle stanze della servitù nella parte opposta del palazzo: questo mi dà la possibilità di muovermi liberamente. Sveglio nella residenza è rimasto solo il guardiano notturno che però, dovendo fare il giro dell'intera dimora, non sarà in questa ala del palazzo prima di un'ora.
Ho tutto il tempo per sgattaiolare lontano da questo posto infernale.
Muovo la mano in aria: i cuscini si dispongono nel letto in modo tale che un occhio assonnato non distingua la differenza con il mio corpo.
Nessuno deve accorgersi della mia assenza.
Scendo per le scale a chiocciola in punta di piedi e soffio sulla candela accesa.
Meglio spegnerla, qualcuno potrebbe vedere il bagliore attraverso le finestre.
Abituo le pupille al buio, come un gatto.
Una volta nel cortile, noto la notte senza luna. Il buio entra nelle ossa, fino a fare male.
L'aria è fredda e insistenti i brividi mi scorrono dalla nuca lungo tutta la schiena.
Non succederà niente di buono di qui in avanti.
Una mano mi afferra l'avambraccio. Sussulto.
La mia amica Wolde mi osserva con lo sguardo di un cane bastonato.
«I tarocchi Sidonia» sussurra
«Non qui Wolde, addentriamoci tra gli alberi del parco.» Lontano da possibili occhi indiscreti.
Appena la natura ci avvolge mi rendo conto che sta tremando e ha le guance rigate da sottili lacrime.«Sidonia, devi scappare, abbandona la fondazione, abbandona tutto. Ti uccideranno Sidonia se non ti sbrighi.» Mi dice d'un fiato, prima di scoppiare in violenti singhiozzi.
«Wolde, ora calmati.» Affermo sperando di tranquillizzarla. «Cosa hai visto nei tarocchi?»
Wolde è la migliore. I tarocchi sono la sua vita ed il modo con cui si guadagna da vivere. Ho provato più volte a convincerla di venire a vivere a palazzo, insieme a me. Avrebbe vissuto da signora, eleganti feste e banchetti, importanti ospiti. Ma Wolde voleva essere libera.
Tutto il contrario della mia vita. Rinchiusa in quel palazzo dalla nascita, una prigione con le sbarre fatte d'oro. Sono riuscita a fare solo poche cose buone nella vita: una di queste è la fondazione dove negli anni si sono radunate molte persone che come me hanno poteri speciali.
«La Luna...» La voce rotta di Wolde che mi riscatta dai miei pensieri. «Rappresenta un ostacolo nella vita Sidonia.» parla soppesando le parole come se fossero macigni.
«Non è una sorpresa, la nostra vita non è mai stata facile Wolde!» cerco di tirarle su il morale, anche se sento che questo è solo l'inizio di una brutta storia.
I miei sensi non sbagliano. Mai.
Siamo streghe. Sono anni ormai che hanno iniziato a darci la caccia. Abbiamo iniziato a capire come si deve sentire una la preda rincorsa da una pantera, nella giungla. Il problema è che ora non è la legge della natura: sono i nostri simili che ci braccano, e non lo fanno per i morsi della fame ma per arroganza, perché credono di essere migliori di noi.
Mi accorgo di avere il fiato corto.
«Questa volta è diverso Sidonia.» La voce di Wolde è diventata tremendamente seria «La seconda carta è la torre.»
«La presunzione umana.» Concludo la sua frase, ricordando appena una delle poche carte che conosco ed il suo significato, visto che Wolde ha cercato di insegnarmi molte volte come leggere i tarocchi, con davvero scarsi risultati.
Wolde mi fissa con gli occhioni color del mare in burrasca. Ha paura. «Giusto... »
In un altro momento sarebbe stata contenta dei miei progressi, ora invece sospira amareggiata e continua: «...simboleggia la superbia, ed essendo uscita capovolta preannuncia un evento catastrofico. Qualcosa in grado di capovolgere tutta la vita di una persona.»
S'interrompe solo per prendere un lungo respiro. «Sidonia, io non...»
Io però voglio interrompere qualunque frase di circostanza le sia venuta in mente. «Qual è la terza carta Wolde?» chiedo, anche se penso di conoscere la risposta.
«La morte.»
NA: Questo è il capitolo a cui sono più affezionata in assoluto, perché è il primo che ho scritto dell'intero libro.
La storia inquietante è che mentre scrivevo andò via la corrente, più di una volta ed ebbi la sensazione che qualcuno volesse dirmi "vai continua a scrivere".
Magari anche i miei sensi non sbagliano mai, come quelli di Sidonia.

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Le anime del drago
FantasyArielle è una strega con una vita perfettamente normale al punto che si è quasi dimenticata di essere magica. Tra una lezione di design ed una di storia dell'arte capirà che un esistenza normale non è quello a cui è destinata, dato che il suo viaggi...