Never Enough

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All the shine of a thousand spotlights
All the stars we steal from the night sky
Will never be enough

Il giorno dopo Dragan torna a comportarsi normalmente con me: ieri notte siamo stati svegli un'ora perché lui doveva farmi capire che rubargli la macchina è stato sbagliato.

Ho dovuto avvisare gli altri che per un po' non potremo più usare la Ferrari per le corse.

Mi accorgo solo ora, ferma alla fermata dell'autobus mentre aspetto, che dentro di me, ieri notte, è cambiato qualcosa. Il problema è che non ho ancora capito cosa, di preciso.

L'autobus si ferma di fronte a me, apre le porte e io mi siedo in uno dei primi posti liberi che trovo. Occupo il sedile accanto a me con tutte le mie cose, ma alla fermata successiva un ragazzo mingherlino mi chiede il posto.

Andiamo avanti di fermata in fermata, non ho nemmeno il mio libro con me e la noia inizia a farsi sentire.

Ci fermiamo per l'ennesima volta e sento immediatamente che questa è la fermata che cambierà le sorti della mia corsa. José sale spavaldo sull'autobus e si avvicina deciso. Guarda il posto accanto al mio come se gli spettasse di diritto e si sentisse offeso dall'averlo trovato già occupato.

"Scusa, puoi lasciarci soli?" chiede con nonchalance al ragazzo.

"Ma io..." prova a protestare lui, ma uno sguardo nella direzione del ragazzo alto e minaccioso che ha davanti gli basta per scappare a gambe levate verso un posto lontano da me.

"Lo hai spaventato"

"Sì, lo faccio con le persone ogni tanto" scrolla le spalle e sorride divertito, come se terrorizzare un ragazzino fosse per lui la cosa più divertente del mondo.

"Sei uno stronzo" incrocio le braccia al petto e gli rivolgo il mio sguardo più arrabbiato.

"Mi hai detto di peggio" poi prende dalla tasca della giacca di pelle che si ostina a indossare ogni giorno una sigaretta elettronica e se la porta alle labbra.

Io gliela tolgo di mano con un gesto fulmineo.

"Che fai, Angel?" L'ho stupito.

"Non puoi fumare in autobus!" sibilo per non farmi sentire dall'autista.

"L'ho sempre fatto" con un sorriso beffardo tira fuori dalla tasca laterale dei cargo un pacchetto di sigarette.

Gli ritiro anche quello.

"La puoi smettere?"

"No"

"Ridammi le mie cazzo di sigarette, Angel"

Tende la mano aperta nella mia direzione e io, invece di mettere nelle sue mani le armi per distruggersi i polmoni, metto nella mia borsa tutto quello che gli ho rubato.

"Mi prendi in giro?" Aggrotta la fronte e mi guarda divertito.

"No, sono assolutamente seria"

"Non puoi proibirmi di fumare!"

"Non voglio vederti con un tumore!"

"Angel..."

"Angel un tubo! Non puoi fare sempre-"

SBAM!

La mia testa sbatte sulla struttura di plastica del sedile davanti al mio.

Mi rimetto dritta lentamente, ma appena mi allontano noto che sul grigio smorto del sedile c'è una macchia rossa che scivola verso il basso.

"Merda"

Mi porto una mano alla fronte e quando la esamino anche quella è rossa.

"Che cazzo hai nel cervello? Dove hai imparato a guidare?!" José è in piedi accanto a me mentre prende a male parole l'autista che ha inchiodato a un semaforo rosso finendo per prendermi alla sprovvista.

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