CAPITOLO 38

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KYLE

«Dove sono andate?» chiedo a Brandon, seduto al mio fianco con il telefono in mano.

Gli ho chiesto di scrivere a Caroline per sapere dove si sono dirette lei e Sam poco fa.

Un trillo ci avverte che gli è arrivato un messaggio dopo qualche minuto che lui ha inviato il suo.

Brandon sblocca il telefono e apre la chat per leggere.

«Sono al Washington Park, ha detto che cercherà di tenerla lì finché non arriviamo».

«Ok» annuisco, svoltando a sinistra per prendere una scorciatoia, in modo da arrivare prima.

Il Washington Park è uno dei parchi pubblici più belli di Seattle, forse il più bello in assoluto della città e, nonostante io e Sam siamo qui da un po' ormai, non abbiamo ancora avuto l'opportunità di visitarlo. Ed è un peccato.

Dopo qualche minuto arriviamo davanti all'entrata del parco, scendiamo tutti e tre dalla macchina e andiamo dritti al cancello.

Un cartello bianco con su scritto Welcome to Washington Park Arboretum ci da appunto il benvenuto. Accanto ad esso si trova un'enorme pietra adagiata sul prato, nella quale vi è inciso nuovamente il nome del parco.

«Ehi ragazzo!» mi chiama qualcuno alle mie spalle. Mi volto e vedo che si tratta di un vigile con la mano alzata nella mia direzione. «Non puoi parcheggiare qui, rischi una bella multa».

«Faccia pure!» esclamo senza dargli troppa importanza «Devo raggiungere la ragazza che amo».

Il vigile mi guarda con una faccia del tutto confusa, come una di quelle che si vedono nei cartoni animati.

Mi volto di nuovo e raggiungo Brandon e Lexi, dopodiché ci addentriamo nel parco.

Lungo i sentieri ci sono persone che passeggiano sorridenti e intente a parlare tra loro. Qualche coppia si tiene per mano, mentre famiglie con bambini sono radunate difronte il baracchino dei gelati, ferma su un punto del sentiero.

Sono appena passate le nove di sera e, nonostante questo e il freddo che fa, il parco è pieno di gente.

I lampioni lungo la strada ci aiutano ad orientarci. Guardo da una parte all'altra, a destra e sinistra, ma non c'è traccia né di Sam né di Caroline.

Almeno fino a quando non arriviamo al laghetto che si trova nel bel mezzo del parco.

C'è una panchina e accanto ad essa un lampione acceso che la illumina. E su di essa c'è Sam.

È seduta, voltata di spalle e osserva l'acqua cristallina del lago riflettere la luce della luna piena.

La osservo in silenzio, Brandon e Lexi dietro di me.

Ad un tratto avverto qualcuno alla mia destra. Non mi serve nemmeno voltarmi, so che si tratta di mia sorella.

Caroline rimane lì con me per qualche secondo, poi dice con calma e serenità «Vai, ti sta aspettando».

Mi volto a guardarla, poi torno a guardare la persona che amo, l'altra meta del mio cuore, e la raggiungo.

Arrivo a pochi passi dalla panchina. La guardo ancora, seduta lì con le mani in grembo, lo sguardo perso nel bel paesaggio che ci circonda, inconsapevole forse che sono appena qualche passo dietro di lei.

Come ho potuto dubitare di lei?

Del suo amore?

La osservo e mi maledico in silenzio per non averle creduto subito.

«Piccola» la chiamo, con voce strozzata.

Lei si alza immediatamente al suono della mia voce e si volta.

Il Nostro Fantastico Errore 3 - Per Sempre, Io e TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora