Capitolo 3

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Dadda's pov

-Oh vara il braccio più tamarro del- lo interrompo mettendomi un dito sulle labbra per fargli capire che deve tacere. Entro nella sua camera facendo il meno rumore possibile -Cosa c'è?- mi chiede Riccardo - Sai cos'ha Simone? è strano da un po'- chiedo a bassa voce per non farmi sentire da Simo che si trova proprio nella stanza qui affianco. -Intanto si può sapere perché cazzo stai parlando piano?- mi chiede alzando il volume della sua voce -Ti sei scordato che la stanza di Simo è qui affianco?- Riccardo tace -Oh Richi puoi rispondere alla mia domanda?- lui esita, sa qualcosa ma nn lo vuole dire - Senti Dadda, non posso essere io a dirtelo... deve farlo Simo appena sarà pronto- in che senso? mi chiedo mentre lo guardo stranito e in cerca di risposte - Ma mi devo preoccupare?- chiedo con i brividi che si stanno estendendo per il resto del corpo. -No no solo che ha paura e io l'ho scoperto perché ieri sera quando sono andato a parlargli era arrivato al limite e mi ha detto tutto- sto iniziando a preoccuparmi -Tranquillo, parlerà anche a te a breve- cerca di tranquillizzarmi con scarsi risultati.

-Ei Dadda siamo in autogrill- mi sveglia Simone con un'accenno di sorriso -Ei Simo ciao, da quant'è che nn parliamo?- lui ridacchia e mi invita a scendere dalla macchina -Simo aspetta un'attimo- lo prendo per un polso così da obbligarlo a parlarmi -Senti Simo puoi dirmi cos'è successo in te durante questi giorni?- lui abbassa lo sguardo diventando serio -È successo qualcosa tra noi due? Sei distante, è come se non volessi parlarmi- rimane con il capo chino -Simo c'è qualcosa che devi dirmi?- gli poggio una mano sulla spalla e inclino la testa per incoraggiarlo a parlarmi. Quando alza leggermente la testa e i nostri sguardi si incrociano, ha gli occhi lucidi. Lo abbraccio stringendolo forte per fargli capire che nn è successo niente. Quando ci stacchiamo gli poggio le mani delicatamente sulle guance così che è costretto a guardarmi -Mi dispiace di averti fatto preoccupare- poggio le mie labbra sulla sua fronte e gli do un bacio
-Non è semplice e non so se tu accetterai ma...- lo guardo sorridendo ma lui abbassa lo sguardo -Io...cioè....insomma..- comincia a balbettare e a gesticolare -Ei ei, occhi a me- mi guarda e trova il coraggio - Sono gay!-. Lo abbraccio di scatto, senza pensare niente. -Sono felice che me lo hai detto- gli sorrido e lui fa lo stesso. Mi avvicino per asciugargli le lacrime e poi raggiungiamo gli altri.

Awed's pov

Che coglione, come ho potuto avere paura di dire una cosa del genere ai miei migliori amici...
Che carino che è stato però Dadda, si vede che ci tiene a me...
CAZZO OGGI MI HA:
1)CONSOLATO
2)ABBRACCIATO
3)BACIATO IN FRONTE
4)ASCIUGATO LE LACRIME
sono veramente felice e spero che nn mi sto facendo solo film mentali.

-Raga sta sera andiamo a fare serata, tanto lo spettacolo lo abbiamo domani pomeriggio nel tardi quindi stiamo nel chill- propone Riccardo mentre stiamo raggiungendo le stanze dell'ennesimo hotel.
-Certo perché no- risponde Dadda e io annuisco, dopo tutto ce la meritiamo una pausa. Così ci diamo appuntamento alle 20:30 alla macchina così da avere anche due orette per dormire.

-Questo fa cacare-, -Questo mi fa schifo-, -No que non è per una serata- , -Questo lo devo mettere domani per lo spettacolo-. Continuo a a buttare le cose dalla valigia in giro per la stanza alla ricerca di qualcosa che possa andare bene per questa sera.
-Questo è perfetto- dico dopo aver trovato cosa mettere. Mentre indosso i jeans continuo a pensare a come poter avere più contatto possibile con Dadda: -Dadda andiamo a ballare insieme agli altri- dico a bassa voce dopo essermi immaginato l'intera scena. Sono sicuro che così andrà bene!

Tutto procede benissimo durante la serata e si forma proprio l'atmosfera che mi ero immaginato in camera qualche ora fa'. -Bene è il mio momento- mi dico tra me e me a bassa voce così da non farmi sentire dagli altri. Lui è seduto al bancone a bere qualcosa mentre io sono esattamente dalla parte opposta del bancone. Faccio un bel respiro e mi avvicino. Sorpasso le persone che ci separano cercando di aprire un varco tra di esse per passare.
-Ei io sono Greta, ti va di venire a ballare così ci conosciamo un po'- Dadda sorride -Certo- si alza e la segue. Io rimango impassibile a tre metri dietro lo sgabello dove era seduto poco prima. -Ma che cazzo sto facendo?- mi chiedo a bassa voce fissando il pavimento. Rialzo lo sguardo, gli occhi mi pungono e le lacrime spingono per uscire ma sono troppo incazzato ora! -Un martini per favore- chiedo al barista. La serata va aventi così: bevendo sempre di più e guardando Dadda divertirsi con la sua nuova ragazza.

Richi's pov

-Dadda!- lo cerco tra la folla. L'ultima volta che l'ho visto stava entrando in bagno con una ragazza conosciuta qui sta sera. -Dadda dove cazzo sei?- continuo a chiamarlo dato che non risponde nemmeno al telefono. -Dadda oh dove cazzo eri?- chiedo incazzato ma anche spaventato. -No Richi non puoi capire che-. -Non è il momento adesso! Simone sta male- lo interrompo e di colpo diventa bianco spalancando gli occhi -Dov'è?- chiede con la voce quasi spezzata, come se si sentisse in colpa...spero che Simone non gli abbia detto quello che prova per lui. -Seguimi- aumentiamo il passo per raggiungerlo il prima possibile. -Simone mi senti?- si inginocchia Dadda davanti a lui poggiandogli una mano sulla spalla. -Ma che gli hai detto?- gli chiedo -Io niente- mi dice alzandomi. Gliel'ho chiesto per far capire che io non so perché Simo si è ridotto così anche se lo so benissimo. -Simo ascoltami adesso ti riporto in hotel va bene?- gli chiede Dadda anche se sa benissimo che Simone non è in grado di rispondergli. Si avvolge il braccio di Simone attorno al suo collo e Dadda mette la mano sul suo fianco per  reggerlo e accompagnarlo alla macchina. -Richi io lo prendo in braccio, questo non ci arriva alla macchina- dice appena usciti dalla discoteca prendendolo in braccio a modi sposa. Raggiungiamo la macchina, entriamo e Dadda appoggia la testa di Awed alla sua spalla e ogni tanto si gira a guardarlo per controllarlo. -Ma a te non ha detto nulla?- gli chiedo -No sta sera no, questa mattina abbiamo parlato e mi ha detto che è gay- mi risponde continuando a guardarlo come se stesse cercando di capire cosa lo abbia spinto a ridursi in questo stato. -E tu? che gli hai detto questa mattina- spero solo che non abbia fatto battute -Niente che gli dovevo dire? Gli ho detto che sono felice che me lo abbia detto e l'ho abbracciato- mi risponde a bassa voce per non dare fastidio a Simone. -Ma avete scopato tu e la tua amica sta sera? Siete anche andati in bagno- gli chiedo così da cambiare discorso e allo stesso tempo capire e nel caso dare la buona o brutta notizia a Simone domani mattina. -No! Certo che no-  risponde -Mi ha portato in bagno per farlo ma prima mi ha detto che però lei è impegnata in un'altra relazione e che lei e il "ragazzo" si stanno per sposare e non me la sono sentita- continua per farmi capire la situazione. C'è un'attimo di silenzio. - Ma se nn ci fosse questo problema te la saresti scopata?- lui rimane a guardare Simone -Non lo so Richi, non lo so- e così cala il silenzio nell'attendere di arrivare in hotel. Dadda lo prende di nuovo in braccio e lo porta in camera. -Richi io non lo voglio lasciare solo sta notte, ho paura che si senta male- mi dice sulla soglia della porta -Vabbè tu vai in camera tua io dormo qui con lui- mi dice dandomi una pacca sulla spalla. -Va bene, chiamami se serve- annuisce e rientra in camera.
-Ma qualcuno mi spiega perché io mi trovo sempre in mezzo a queste situazioni di merda?- dico appena rientrato in camera esausto buttandomi sul letto.

solo tu ed io |daddaxawed|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora