Capitolo 35

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Eii ragazzi

vi rubo giusto 2 minuti per dirvi che il capitolo comincia con un flashback perché in teoria in questo capitolo siamo all'ultimo giorno di vacanze invece nel flashback torniamo al giorno prima dove sono andati a sciare e Simo ha letteralmente rischiato di morire.

Nel flashback si parla dal punto di vista di Awed e di come l'ha vissuta (non bene)

dai ora vi lascio alla lettura 😘

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* inizio flashback*

Awed's pov

Improvvisamente scende la nebbia, si, ci aveva avvisato il maestro di scendere in fretta, ma così in fretta? Questa situazione mi spaventa francamente: è come essere cechi oppure è come trovarsi in una stanza da 4 pareti spoglie.

-Simo ci vediamo giù, la nebbia si fa fitta, se mi perdi di vista ricorda che devi andare sempre dritto- mi dice Dadda fermandosi al centro della pista. Io annuisco. Non è poi così difficile dai, cosa ci vuole? devo solo seguirlo.

Improvvisamente Dadda accumula velocità e in un batter d'occhio sparisce nel bianco della nebbia. Lo vedo e non lo vedo. Qualche minuto dopo non lo vedo proprio più. Sono impegnato a cercarlo tra il bianco che ci avvolge e non sto attento a dove vado.

-CAZZO!- dico velocemente ed ad alta voce quando prendo una buca. Presa la buca inciampo perché gli sci si impiantano nella neve facendo volare tre metri più avanti. Dato che sono in discesa comincio a scivolare e vado a finire contro un'albero al bordo pista.

-AIA!- urlo sbattendo il fianco proprio su un grande ramo raso terra abbastanza appuntito. Non ci credo e adesso come faccio. Ho metà sci ancora attaccato allo scarpone e dell'altro non c'è traccia. La maschera che funge anche da occhiali da sole ha una crepa enorme al centro.

Non so con quale forza mi metto in piedi e rientro in pista camminando e restando lungo i bordi.
-DADDA- chiamo il mio ragazzo dopo essermi guardato in torno. Ho preso una bella botta, come può non essersene accorto.
-DANIEL- continuo ad urlare il suo nome.

-DANIEL AIUTAMI- continuo a chiamarlo ma niente. Mi comincia a far male il fianco dove ho preso la botta poco fa e in più sento anche freddo.
Mi siedo sul bordo e lascio la paura e lo sconforto prendere il sopravvento. Sento una lacrima solcarmi le guance ma come stanno fuori due secondi ghiacciano. E se non mi troveranno mai? Morirò qui?

Ci credete se vi dico che mi è passata la vita davanti agli occhi? Ho visto tutte le immagini più importanti della mia vita: la prima volta che ho aperto gli occhi, quando giocavo nel parco vicino a casa con i miei compagni di scuola, il primo video su youtube e facebook, il primo video con Riccardo, Amedeo e Dadda, il set di un natale al sud, le prime tappe importanti di youtube, l'isola dei famosi, la stand up,
di nuovo youtube con Richi e Dadda, esperienze dm a teatro e poi, il tempo rimasto, dedicato interamente al mio ragazzo e ai nostri baci, abbracci, ecc...

-Ehi, tutto bene?- mi chiede un signore, assomiglia molto al maestro di prima infatti credo proprio che sia lui. Lo guardo e credo che lui abbia letto i miei occhi.
-Adesso chiamo il mio collega e con la motoslitta ti portiamo giù- mi dice e io annuisco.

Dopo qualche minuto ci raggiunge anche l'altro maestro con la motoslitta. Mi carica e mi porta giù.
Mi è passata tutta la vita davanti poco fa ed ora, forse, vedo la luce infondo a quel buio tunnel.

-Ascolta, non fare mai più una cosa del genere okay? Ricorda che con un giorno non impari a sciare e quelle piste non le puoi fare. Sappi che se non era per quel ragazzo la giù tu probabilmente saresti morto- mi dice l'ultima frase guardando Dadda che è scattato in piedi e si sta avvicinando a noi.
-Va bene, grazie mille- lo ringrazio e lui mi sorride andandosene.

*fine flashback*

Dadda's pov

Mi sono svegliato improvvisamente dopo essermi reso conto che Simo non è più abbracciato a me. Apro gli occhi per capire se si è semplicemente spostato perché sentiva caldo, ma mi accorgo che non è nemmeno sul letto.

Ok, dov'è Simone? Perché non è più sul letto?

Decido di mettermi seduto e come lo faccio riesco a intravvedere, nel buio della stanza, una sagoma illuminata dalla lucina del bagno. Mi tranquillizzo un'attimo dopo essermi reso conto che è Simone. Prima di ristendermi e attenderlo sveglio, riesco prendere il telefono per vedere che ore sono.
Sbarro gli occhi dopo aver visto che sono le 3:27 del mattino.

Oddio, perché mi devo fare sempre tremila paranoie? È in bagno perché semplicemente ci doveva andare non deve essere successo per forza qualcosa di brutto. Cervello spegniti e smetti di pensare, grazie.

Lascio perdere e mi stendo. Ovviamente rimanendo sveglio per aspettare. Dopo diversi minuti lui è ancora lì, in bagno nella stessa posizione. Adesso le domande di poco fa tornano a invadermi il cervello.
Cosa succede? Cosa starà ferendo?

Lo raggiungo in bagno: è appoggiato al lavandino però dà le spalle allo specchio su di esso. Ha il capo chino e sta guardando il telefono.
-Eii, vogliamo tornare a dormire?- gli chiedo con calma poggiando una mano sulla sua spalla. Lui alza la testa, mi guarda giusto per capire chi sono e annuisce poggiando il telefono sul davanzale lì vicino.

Prima di tornare nell'alza stanza mi metto davanti a lui e lo tiro delicatamente in un'abbraccio.Quando ci stacchiamo io porto le mani dal suo collo ai fianchi intendo a dargli un bacio. Mentre le mie mani cercano i suoi fianchi toccano un qualcosa di umido.
Sulla sul costala destra c'è qualcosa.

Dopo un po' insospettito cerco di controllare cosa ha fatto alla maglietta. Quando scorgo il lato della maglietta sporco con una chiazza di sangue di notevole dimensioni sbarro gli occhi e sbianco. Tornato a guardare Simo noto subito che ha gli occhi lucidi, ha capito che ho capito.

-Simone?- dico con voce spezzata interrompendo il silenzio che si era creato.
-mh?- mi risponde lui abbassando lo sguardo.
-Cosa hai fatto? Perché la maglietta ha una chiazza di sangue fresco proprio sulla costola?- gli chiedo di nuovo. Lui non mi da risposta sta volta ma si allontana un po' e si toglie la maglietta.

Dopo poco mi fa vedere cosa è successo. Ha una taglio abbastanza lungo ma per fortuna non troppo profondo da provocargli un'emorragia.
-Me lo sono fatto quando sono caduto sulla pista da sci, quando c'era la nebbia sono inciampato in una buca e sono volato più avanti. Quando sono "atterrato" sono rotolato fino ad arrivare fuori pista dove sbattuto contro un'albero...scusa, mi dispiace avrei dovuto dirtelo subito...- non rispondo perché adesso sono impegnato a pensare a medicare Simo ma devo dire che sono anche accecato un po' dalla rabbia. Quando capirà che da solo non può farcela?

-Fermo che ti metto il disinfettante- è l'unica cosa che gli dico cercando di mettere il disinfettate. Salta quando quello va a contatto con la la sua ferita. Dopo aver tamponato con attenzione vado a mettere delle varie garze e fasce.

-Dadda-
-mh?-
-Scusa- su questa sua affermazione mi altero anche se non dovrei farlo.
-Simone, a me non servono le tue scuse okay? Io sono preoccupato per te. Ma dimmi, mettiamo caso che io non ho scoperto da solo che ti eri fatto male, a tuo rischio, me lo avresti mai detto?- lui abbasso lo sguardo e rimane zitto.
-Ecco appunto, come immaginavo- gli dico alzando un po' il tono di voce. Dopo qualche secondo di silenzio torno a letto, mi metto sotto le coperte e cerco di riaddormentarmi.

Sono incazzato? Si.
Dovrei esserlo? No.

Le ultime cose che sento prima di addormentarmi è Simone che si ristende e prende sonno. So che non devo fare così ma adesso sono accecato dalla paura perché non me lo sarei mai perdonato se si fosse sentito male per il taglio aperto e io non me ne ero accorto.

Domani parliamo e risolviamo, anche se in realtà vorrei farlo ora ma ha finalmente perso sonno e non ho intenzione di svegliarlo.

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Eccomi qui con un'altro capitolo,
mi impegnerò a farne uscire un'altro tra sta sera e domani.

(se vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento perché mi interessa anche sapere voi cosa ne pensate)

un bacio🫶🏼

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