Capitolo 13

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Dadda's pov:

Ieri sera, anzi ieri in generale è stato magnifico.
Se devo essere non pensavo che Simone si sarebbe emozionato per così poco, però sono felice allo stesso tempo perché vuol dire che lui tiene anche alle piccole cose.
Beh, se ieri non gli avrei fatto quelle sorprese avrei mai saputo che lui si emoziona per queste piccole cose?
Penso che io e Simone dovremmo parlare di più...
Prima, quando eravamo solo migliori amici, parlavamo di tutto e pensavo di conoscerlo benissimo però non è così.
Sembra che da quando ci siamo messi insieme, il prima, si sia azzerato...
È come se in tutti quei anni di amicizia non ci fossimo mai parlati...
Mi sembra di averlo conosciuto solo qualche mese fa e ora mi tocca capire tutto.
È molto strana questa situazione e non pensavo affatto che tutti questi pensieri mi avrebbero mai invaso la mante in questo modo.
Forse è colpa mia...
ho dato troppe cose per scontato...
Forse sono un fidanzato di merda e lui non vuole dirmelo...
Sta con me solo perché non sa come lasciarmi...
C'è anche da considerare che lui si è fatto del male a causa mia quindi io lo faccio stare male...

All'improvviso sento un brivido partirmi dalla nuca e scendere giù fino ai piedi. Mi si arrigidisce il corpo e i battiti accelerano.
Cazzo non adesso! Perché adesso? Zio porco, non adesso ti prego!
Comincia a pizzicarmi la gola e le lacrime spingono da dietro gli occhi. Noto che il letto trema e ciò vuol dire che sto tremando anche io.

"L'importante è non svegliare Simone" è la frase che mi ripeto in testa mentre lo sposto delicatamente da sopra di me ad un lato del letto.
Rotolo fino alla fine del letto e mi metto a sedere.
-Zio porco- sussurro quando faccio per alzarmi ma le mie gambe cedono.
Mi siedo a terra con la schiena appoggiata al letto.
Mi comincia a mancare il fiato.
-S-simo- bisbiglio. Non riesco a parlare ma ho bisogno di aiuto.
Non si sta svegliando.
Non riesco più a respirare e né tanto meno a parlare.
Se non si sta svegliando vuol dire che non devo farlo io...
Mi tappo la bocca con una mano e tengo chiusi gli occhi.
L'unica che io riesco a sentire sono le strisce bagnate che stanno scendendo sulle mie guance...
Sono solo adesso...

-Dadda, Dadda ascoltami- qualcuno sta provando a tirarmi fuori?
Mi toglie la mano dalla bocca e mi sposta i ricci da davanti alla faccia.
-Respiriamo insieme, va bene?- mi chiede questa voce e io annuisco.
-Dentro-
-E fuori-
Ci sto provando ma non riesco.
-Non r-riesco- dico con non so quali forze.
-Certo che ci riesci, ricominciamo- mi prende le mani e ricominciamo a respirare insieme.
Finalmente, dopo 5 minuti, riesco a far rallentare il battito e apro gli occhi.
Davanti a me c'è Simone.
Lui ha uno sguardo preoccupato. Non sa cosa chiedermi ma mi legge gli occhi...
Mi tira verso di lui in un abbraccio. Poggio la mia faccia sulla spalla e comincio a singhiozzare.
Mi dispiace ma non riesco più a trattenermi.
-Adesso ci sono io qui con te e non ti lascio andare- mi dice stringendomi forte e accarezzandomi i capelli.
Restiamo così per una bel po' di tempo fino a quando non ci stacchiamo.
Simo mi poggia le mani sulle guance costringendomi a guardarlo.
Non parla. Aspetta che sia io a farlo se voglio.
-Mi dispiace se ti ho svegliato-
-Questa era l'unica cosa che non volevo uscisse dalla tua bocca- mi risponde.
-Scusa se sono un fidanzato di merda, scusa se non avevo notato prima quanto ci tieni ai piccoli gesti, scusa se non ti dico se qualcosa non va, scusa se-
mi bacia bloccandomi e poi mi trascina in un'altro abbraccio.
-Chi ti ha detto questo?- mi sussurra nell'orecchio.
-I demoni che sono nella mia testa- rispondo.
-Allora la prossima volta digli che non è vero e che Simone ti ama tanto così per come sei, va bene?-
-Si va bene-
Rimaniamo abbracciati. Sto veramente bene insieme a lui...

-Grazie- gli dico quando ci stacchiamo e lui mi sorride. Gli poso un bacio sulle labbra e poi andiamo in cucina per fare colazione.

-Non mi hai detto quando partiamo però-
-Giusta osservazione, comunque partiamo oggi pomeriggio alle 18:00-
-Ma quando pensavi di avvisarmi? Quando eravamo già in volo?- mi chiede ridendo.
-Beh si- rispondo io e entrambi cominciamo a ridere.

-Ora dobbiamo solo preparare i bagagli- dico dopo aver finito di mangiare.
Non vedo l'ora di essere lì...

Awed's pov

Beh in effetti Dadda ha ragione, dovremmo parlare un po' di più...

Ma ora non posso dare spazio alle mie paranoie. Devo soltanto pensare a New York!

-Simo tutto bene?- mi chiede Dadda ridendo e io annuisco sorridendo.
-Te lo chiedo perché stai sorridendo ad ogni maglietta che metti nella valigia- mi dice ridendo.
-Non ci credo ancora- mi sorride dopo aver sentito queste parole.
-Quindi non sono un fidanzato di merda e non stai fingendo di essere felice?- mi chiede. Io mi giro incazzato verso di lui. Lo fulminò con lo sguardo e comincio a menarlo.
Che cazzo sta dicendo questo?
-Ma che cazzo dici? Sei stronzo?- gli dico io ridendo.
-No sono tuo- mi dice baciandomi.
Apposto sono diventato un cazzo di pomodoro.

*ore 14 e 30*

-CORRI CORRI- urlo a Dadda che è dietro di me. Porco giuda, siamo in ritardo.
Ci fiondiamo in macchina lanciando le valige nel bagagliaio. Dadda preme sull'acceleratore e raggiungiamo l'aereo porto nel giro di pochi minuti e raggiungiamo il gate.

-Prego, posto 52 e 53- ci fanno passare le hostess così da poter raggiungere i nostri posti.
Ora che ci siamo seduti ci aspettano un bel pò di ore di viaggio. Finalmente abbiamo un po' di tempo per noi due. Dovrei rilassarmi ma non riesco: un po' è per il volo però mi preme quello che è successo questa mattina... dovremmo parlare un po'... anche io avrei delle cose da dirgli...
-Dadda-
-mh-
-Ti va se parliamo un po'?- ho ansia ma credo che mi passerà quando avremo parlato...

solo tu ed io |daddaxawed|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora