Capitolo 6

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Una leggera mano posarsi sulla mia spalla, per un momento rimango col fiato sospeso in cerca di spiegazioni, presa da un inspiegabile euforia mi giro di scatto, e mi ritrovo faccia a faccia con l'espressione solare di un ragazzo, quel ragazzo permanente dei miei sogni, quel ragazzo che si mimetizzava nella mia mente, comparendo durante i momenti di vuoto e rilassamento psicologico, ad esempio guardando spensierata fuori dalla finestra, quel ragazzo che pur essendo un punto in un infinito bianco di dolore è riconoscibile per la sua luminosità contagiosa, quella per la quale ho perso la testa, quel ragazzo falso, che si dimostra forte, coraggioso e fiero di se e che in realtà si nasconde dietro un immensa tenerezza d'animo, bontà e dolcezza..
"Cosa ci fa una principessa in un campo da calcio abbandonato?" Mi chiese lui.
"Chi io? Di quale principessa parli?"
*che scema, era ovvio che si riferiva a me, d'altronde c'ero solo io in quel rettangolo ripudiato*
"A chi vuoi che mi riferisca, a te! Non ti vedi? Hai un sorriso che spacca il mondo e degli occhi che brillano più di una notte stellata..Piuttosto, non mi sono ancora presentato, mi chiamo Andrea! E tu, quale è il tuo nome?!"
Ero un po' imbarazzata, i suoi complimenti ti riempivano il cuore, era così dolce, mi stavo sciogliendo come un ghiacciolo al sole, non sapevo cosa fare, cercavo appiglio nell' abbassare lo sguardo a terra e nel gingillarmi con le mie mani risaltate da un fosforescente smalto giallo.
"Ehm.. Mi chiamo Chiara, molto piacere..Grazie per tutti i complimenti.." Risposi con un sorriso improvvisato ed intrigante.
"Mh, Chiara che bel nome! Piacere mio principessa" ribadì inginocchiandosi davanti a me e baciandomi delicatamente la mano, proprio come nelle favole insomma!
Mi allontanai di scatto. *la mia freddezza e la mia alterigia non mi abbandonano mai*
"Scusa ma ora devo andare" queste furono le mie parole. Iniziai a correre, come una dannata, non avevo né una destinazione precisa, né sapevo quale fosse la via da percorrere, mi sentivo come una foglia secca d'autunno, calpestata da tutti e ridotta a cenere, una foglia apatica perché sempre del solito colore, così leggera da farsi trasportare dal vento, beffardo e lusinghiero, una foglia incosciente del luogo in cui poserà le sue povere spoglie.. Lasciai dietro di me il suo volto, colmo di amore, ma allo stesso tempo di incapacità, incapacità di comprendere, di comprendere il mio atteggiamento schivo, i miei occhi "parlanti", i miei pensieri sdegni, il mio fragile cuore, i miei contorti sentimenti.. Una domanda, "perché?!" Perché fossi scappata, perché lo avessi lasciato solo, lì come un cane abbandonato, "Avevo paura?!" Se si, "Di cosa?!"
Lo capii poco dopo, il mio più grande sgomento era l'amore, il buono delle cose, la felicità, solo un pensiero circolò nella mia mente in quegli istanti, "Come era possibile..."

E anche il 6 capitolo è finito, alla prossima 🙈

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