Si fece tardi e la stanchezza inizio' a farsi sentire, gli occhi aprivano e chiudevano il sipario, la mente iniziò a vagare nel mondo dei sogni, e fu così che involontariamente mi addormentai appoggiando la testa sul braccio di una poltrona.
Al mio risveglio mi ritrovai nella mia stanza, sul mio letto e con le coperte che ricoprivano gran parte del mio corpo, una domanda, Come è possibile? Sono sonnambula? Mi sono svegliata da sola e non me ne sono accorta oppure... Qualcuno mi aveva portata qui? Se si, chi?! Come se non l'avessi mai detto qualcuno entrò nella mia stanza, era Andrea, "Buongiorno principessa, dormito bene?" "Ehm, si ma mi spieghi chi mi ha portata qua se mi sono addormentata sulla poltrona?" "Chi vuoi che ti abbia portato, io! Il tuo principe azzurro, ovvio" Iniziai ad arrossire, non sapevo cosa fare, guardavo a terra, in aria, finché non sentii una voce stridula avvicinarsi, era Lucia, la mia compagna di stanza:
"Finalmente ti sei svegliata! Vedo che c'è pure il tipo di ieri sera, sai, sei proprio un bel ragazzo!" Disse con falsa affettuosità, "Ehm, ora dobbiamo andare, vero Chiara?" "Si concordo pienamente" risposi scagliando un occhiata di sfida a Lucia. Uscimmo da quella stanza spenta e senza colore, ci diressimo verso il rinomato campetto da calcio, ma per la strada incontrammo... Tre ragazze, una più bella dell'altra, bel fisico, bel viso, bei capelli, si avvicinarono a noi, una di loro è Lucia, da lontano non la avevo riconosciuta, perché la mia vista era stata offuscata dal suo trucco, le altre le conoscevo di vista, ma come persone non mi piacevano molto, diciamo che conosco quel genere di ragazze, tanto fumo e poco arrosto, cioè molto appariscenti ma alla fine, nel profondo del cuore non sono niente, non hanno un anima, ma alle altre persone non interessa, e sapete perché? Perché noi siamo abituati a vedere ciò che una persone propone all esterno, perché giudichiamo con gli occhi e non col cuore, perché ci fidiamo dell'apparenza che molto spesso ci inganna, perché siamo rigidi, rigidi nel non voler cambiare le regole e lo svolgimento di questo gioco, così affascinante e allo stesso tempo orribile, chiamato vita.
"Ciao bel ragazzo, io sono Giulia, lei è Francesca e l'altra Lucia, tu devi essere Andrea, non è così?" Oso' azzardare la ragazza del trio, "Si, sono io, piacere di conoscervi ma adesso devo andare.. Con permesso"
"Eh no, tu non vai da nessuna parte, e la ragazza con te, chi è?" Disse con aria disgustata, "È una mia amica, ma a te cosa importa?" "Niente, mi chiedevo come una ragazza come lei fosse con un tipo come te, diciamo la verità, lei non è nulla in confronto a noi... Noi si che siamo migliori, abbiamo un bel aspetto, e poi, se proprio lo devo dire, caro Andrea la tua amichetta ti sciupa la scena, un bel ragazzo come te con un elemento del genere, non so come fai, però ti do un opportunità, perché non ti riscatti con noi, usciamo insieme, aumenteresti il tuo valore, fidati di noi." "Ma figurati se io vengo con voi, sarebbe l'ultimo dei mie pensieri, pff.. Che gente!" Ce ne andammo di fretta per non sentire un altra parola uscire dalla bocca di quel mostro, come poteva aver detto quelle cose, "io sono migliore di lei", " Lei non è niente in confronto ", " La tua amichetta ti sciupa la scena", ma in che mondo siamo finiti? Però, in realtà, ci ero rimasta male, solo che non volevo far vedere ad Andrea che quelle parole mi ferivano, così cercai di non pensarci, ma il dolore sembrava mangiarmi dentro, avevo paura, paura che Andrea cadesse nelle loro braccia, paura che lui pensasse quelle cose di me, paura che mi avrebbe lasciata sola, ma fu proprio lui ad interrompere tutto. " Stai pensando a quello che ti hanno detto Giulia e le altre, non è così?" "No cioè... Si... Non lo so" "Senti, a me interessi tu e nessun'altra, non mi importa di quelle ragazze che per quanto possano essere belle fuori sono brutte dentro, intesi?" "Intesi." Dissi con voce insicura. Ma il mio comportamento testardo non me lo permetteva, non mi permetteva di dimenticare ciò che avevano detto quelle ragazze, le loro parole mi ronzavano in testa, e con esse la mia voglia di scappare da questo mondo, così senza dire niente ad Andrea, presi e me ne tornai in camera per riflettere, dovevo ragionare su ciò che veramente ero davanti agli occhi degli altri, ma a giudicare dai pareri altrui, non ero niente di buono."Ecco qui anche il dodicesimo capitolo. Spero vi piaccia, a presto🌼
STAI LEGGENDO
La realtà è più grande di noi.
أدب تاريخيTRATTO DA UNA STORIA VERA. Andrea. Chiara. Lui. Apparentemente scontroso, gradasso e pieno di se, misterioso e mistico, ingannevole e sfuggente. Lei. Dolce, comprensiva, accurata, maneggevole e docile, gentile e cortese, dotata di forte premurosità...