Prima di andarsene affacciò un espressione di disgusto, i suoi occhi parlavano, "Lo sapevo" "Ci scommettevo" queste le sue parole.
Non tentai di inseguirlo perché distrutta dall'incomprensione, sta volta però non fu la mia mente ad azionare i miei movimenti, ma il mio cuore, e questo mi diceva di non lasciarlo andare via, perché fra me e lui c'era un legame, non una semplice amicizia, no. Io lo amavo. Amavo il suo sorriso, i suoi occhi blu marino, il modo in cui camminava, in cui parlava, il modo in cui mi prendeva in giro con un espressione dolce, amavo la sua tenerezza infantile e il suo modo adulto di vedere le cose, amavo i suoi ragionamenti su questo mondo così triste, il suo coraggio, la sua forza, la sua gentilezza, la sua premurosita', amavo ogni cosa di lui, non so dirvi se ricambiasse con così tanta gioia, ma eravamo fatti l'uno per l'altra, possibile che nessuno dei due lo capisse veramente?
Ormai era troppo tardi e non riuscii ad intravedere Andrea, non mi spinsi oltre nelle ricerche anche perché era ora di cena ed ero certa al 99% di trovarlo a mensa, se voleva mangiare non aveva scelta d'altronde. Così impellente mi diressi verso quell' area culinaria, arrivai all'entrata, spinsi la porta, ed ispezionai tutti gli angoli di quel rifornimento bianco candido, Andrea? Nemmeno l'ombra. Dentro di me tenevo un inspiegabile sensazione, incredula e piena di domande mi rivolsi alla custode della mensa e le chiesi se lo avesse visto, lei mi disse che non si sentiva bene e che non aveva voglia di alzarsi dal letto perché le gambe non gli reggevano e per questo non si era presentato, la ringraziai per l'informazione e dentro di me dissi: "Forse vorrà mangiare qualcosa, so che il cibo non è dei migliori, ma non può restare a digiuno...Mi è venuta un idea! Potrei portargli la cena in camera e così con l'occasione potremo parlarci per chiarire la questione."
Così euforica presi un vassoio e ci misi sopra un piatto di pasta, un po' di insalata, un bicchier d'acqua e uno yogurt, io no avevo molta fame, come al solito, e presi una fetta di pane.
Corsi un po' impacciata verso la sua stanza, mi fermai davanti alla porta un secondo, presi un lungo sospiro e chiusi gli occhi, gli aprii è quello che vidi rivoltò il mio stomaco...
Andrea, Giulia, Francesca, Lucia erano tutti sul suo letto, ridevano, e ogni tanto davano un morso a una pizza posta su un cartone davanti a loro, all'apparenza era davvero appetitosa, ma non era questo ad interessarmi, Andrea sembrava non essersi accorto nemmeno della mia presenza e questo mi innervosiva, ad un certo punto il vassoio mi scivolò dalle mani e cadde a terra, il rumore catturò lo sguardo di Andrea che con aria spensierata disse: "Chiara vuoi unirti a noi? Cosa ci fai con quel vassoio con sopra quella roba? Prenditi un bel pezzo di pizza!"
Lo guardai fulminandolo all'istante.
"Primo, il 'vassoio con sopra quella roba' era per te, te lo avevo portato perché la custode mi aveva detto che non ti sentivi bene, ma a quanto vedo mi sembra tutta un farsa; secondo, sai una cosa? Tu mi fai proprio schifo"
"E dai non fare così..." Mi lasciai alle spalle queste parole che svuotarono il mio cuore, e tormentarono la mia anima insicura, corsi più che potevo verso la mia stanza, mi tuffai sul mio letto e spiaccicai gli occhi sul cuscino, la mia mente aveva chiuso le porte, la batteria della mia pazienza era ormai al minimo, doveva essere messa in carica, ma tutto dipendeva da lui, Andrea, mi aveva fatto capire che il nostro amore andava a pile, e a differenza della mia pazienza, quando la batteria terminava, non si poteva più ricaricare, e questa cosa mi faceva rabbrividire.
Mi addormentai di un soffio, senza pensarci tanto, mi girai da un lato e mi ritrovai tra le braccia di Morfeo, il mio orsacchiotto.
Il mattino seguente mi svegliai di cattivo umore, ne avevo abbastanza di Andrea, del suo comportamento, del suo atteggiamento nei miei confronti, di tutto, non ne potevo più, veramente.
Mi fissai in mente il piano della giornata di oggi. Obbiettivo principale?
Dovevo a tutti costi non incontrare quel ragazzo.Ciao a tutte! Ecco il diciassettesimo capitolo, scusate se ci ho messo molto ma non ho avuto molto tempo in questi giorni, in tal caso spero vi piaccia 💋
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La realtà è più grande di noi.
Historical FictionTRATTO DA UNA STORIA VERA. Andrea. Chiara. Lui. Apparentemente scontroso, gradasso e pieno di se, misterioso e mistico, ingannevole e sfuggente. Lei. Dolce, comprensiva, accurata, maneggevole e docile, gentile e cortese, dotata di forte premurosità...