Mi alzai e mi precipitai in stanza, con la testa china e un espressione disgustata, aprii la porta e mi buttai letteralmente sul letto. Basta, non ce la facevo più ormai, troppi inganni sono sorti, troppe promesse fatte e non mantenute, e troppo, troppo amore dato a chi non meritava, mi sento uno straccio, usata e consumata, per fortuna non ero sola, ad accompagnare il mio dolore c'era la pioggia, quella cascata di lacrime piovuta dal cielo, mi avvicinai verso la finestra, i vetri erano appannati proprio come la mia visuale, avvicinai la mano e la feci scivolare lentamente emettendo un rumore fastidioso, e intanto i miei occhi si colmarono di lacrime... "Organizzai" una piccola gara di gocce, erano così veloci, imprevedibili, quando una era vicina alla vittoria si fermava, e l'altra la raggiungeva, oppure si univano a vicenda e si aveva un unico vincitore, può sembrare anche un gioco stupido e banale, e invece io restai un quarto d'ora a fissare la finestra... Prima di andarmene avvicinai l'orecchio al vetro per sentirmi ancora più vicino alla pioggia e per condividere entrambi la nostra sofferenza, e quello che ascoltai mi sembrò un po' strano e quasi contraddittorio... Per le strade c'era un silenzio assordante, l'acquata zittiva il mondo, le persone, le chiacchierate, le risate, ma non i pianti... Gli unici rumori erano i tergicristalli delle macchine che si muovevano e qualche passo dentro le pozzanghere, per il resto, tutto sembrava fermo ed immobile. Era ora di pranzo, per mia sfortuna, e quindi mi diressi verso la mensa. Ero seduta sola al tavolo, masticavo amaramente e fissavo nel vuoto... Poi mi accorsi di Andrea.. Era con Giulia, e sembrava parlassero teneramente, d'altronde da quei due non mi potevo aspettare altro.. Si alzarono e insieme si diressero verso l'uscita, così mi ingozzai per finire velocemente e li seguii di nascosto, erano vicini alla porta di ingresso che dava al campo da calcio, il nostro nido di conoscenza. Aspettai un attimo prima di entrare, mi chiedevo "Cosa ci fanno quei due lì?!" E soprattutto, "Perché sono insieme?" Poi la foga mi prese d'assalto, l'attesa era fin troppo estenuante. Ancora non realizzavo.
No. Non era possibile. Sto sognando. Era solo un incubo. Un tremendo incubo. Davanti a me, Giulia e Andrea si baciavano. Nel nostro luogo, nel nostro fatidico "campo da calcio" che ci ha fatti incontrare la prima volta e ora ci sta separando, per sempre. Le sue labbra che prima erano state a contatto con le mie stavano assaporando un corpo straniero, Giulia, quella s*****a, odiosa, raccapricciante ragazza, se così là si può chiamare. Andrea mi notò e fu allora che scoppiai su tutte le furie. "Come hai potuto, come hai potuto illudermi in questo modo, dicendo di amarmi, dicendo che io ero l'unica per te, dicendo tantissime altre cose che la mia memoria ha dimenticato davanti ad una scena così vomitevole, mi fai schifo, sul serio."
"E poi si tu! Giulia! Volevi allontanarmi da lui, e farlo farlo cadere nelle tue braccia? Brava ci sei riuscita"
"Spero che starete bene insieme, infondo due m***e si legano perfettamente no?
Grazie davvero, spero vi siate divertiti.."
Calo' il silenzio. Andrea mi guardava quasi impaurito, (era comprensibile, dovevate vedere la mia faccia!) mentre Giulia fece un sorriso soddisfatto.
Girai le spalle e corsi via. Volevo morire. Ma prima di far ciò mollai uno schiaffo a Giulia.. Adesso sì che mi sentivo realizzata.. Ma il mio cuore.. Lui entrò in conflitto con se stesso... Provai delle fitte lancinanti al cuore.. Cosa mi sta succedendo? Poi...Eccomi qui, scusatemi per la tanta attesa ma con la scuola e tutto di tempo ne rimane bene poco, comunque spero vi piaccia.. A presto e grazie di continuare a seguirmi in così tanti!🤗
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La realtà è più grande di noi.
Ficción históricaTRATTO DA UNA STORIA VERA. Andrea. Chiara. Lui. Apparentemente scontroso, gradasso e pieno di se, misterioso e mistico, ingannevole e sfuggente. Lei. Dolce, comprensiva, accurata, maneggevole e docile, gentile e cortese, dotata di forte premurosità...