È inutile. La vita è sempre uno schifo. Sempre. Non avrei mai pensato che sarei stata trattata così, soprattutto da lui, il ragazzo che amo. Ma infondo dovevo aspettarmelo, ho dato troppo amore a chi non meritava, e adesso mi ritrovo sola, illusa dal mondo stesso. Solo che, anche se vorrei tanto sbarazzarmi di lui, e fregarmene di tutto ciò, non ci riesco, io... Io non riesco a pensare ad un futuro senza di lui, un presente senza di lui, e un passato, dimenticato da entrambi. Cosa gli ho fatto? Volevo solo aiutarlo tutto qui, solo questo, ma non per mettermi in mezzo, poiché infondo la vita è sua, ma mi sentivo costretta, credevo davvero che fossimo una sola cosa, una sola anima, un solo desiderio, ci completavamo, eravamo così teneri, così.. Mi sbagliavo, mi sbagliavo sul fatto che il nostro amore potesse diventare eterno, mi sbagliavo sul suo conto, e sul fatto che fosse la persona giusta, tutto quello di cui avevo bisogno, mi sbagliavo, e prima o poi dovevo farmene una ragione. Ma per quale motivo lo ha fatto? Perché sono stata troppo invadente? Perché forse io non ero abbastanza per un animo forte come il suo? Forse perché mi considerava una bambina che non sa affrontare la situazione? Oppure... Oppure perché voleva proteggermi.. Già, non ci avrei mai pensato, ma proteggermi da cosa? Dal suo tumore? Ma quest'ultimo non si può trasmettere, è una cosa stupida, ma allora.. Allora perché? Non avrebbe senso!.. Io e le mie paranoie mentali, mai una volta nella mia vita che non riesca a smettere di pensare ad una cosa importante senza farmi tutta questa serie di domande, ma infondo, vorrei vedere chi non si comporterebbe così al mio posto, comunque sia questa cosa mi pare veramente assurda, e prima che mi scoppi la testa, devo chiarire, assolutamente.
Nei giorni seguenti ci incontrammo di rado, ma le poche volte in cui i nostri sguardi si incrociarono, la rabbia e l'orgoglio furono tali da superare persino la mia voglia di comprendere quanto accaduto, per questo rimasi in silenzio e composta senza pronunciare nemmeno una parola, anche se nel mio profondo non vedevo l'ora di tornare allo stesso rapporto di prima. Andrea tentò di avvicinarsi più volte, ma io e il mio difficile carattere, rifiutammo ogni sua offerta. Un Martedì qualunque, durante l'ora di pranzo, a mensa, Andrea si sedette nel posto davanti al mio, non era affatto un caso che lui si trovasse proprio lì, non potevo non guardarlo, ma la sua faccia mi ricordava tanto l'insipida insalata russa che avevano servito quel giorno, così cessai di rivorgergli attenzioni, avevo altro a cui pensare, o quasi.
"Io non ce la faccio più, lo capisci questo?!" disse con voce tremante.
Io rimasi quasi immobile, cessai di masticare quella schifezza e spalancai gli occhi, poi inghiottii.
"Smettila, sto mangiando, mi dai fastidio, potresti anche andartene." risposi freddamente.Andrea mi afferrò per un braccio e disse: "Dobbiamo parlare, ti prego Chiara."
"Non dobbiamo parlare assolutamente di niente, adesso lasciami per favore." controbattei.
"Si invece! Vieni con me!"
"No, basta ho detto!" Scappai, avevo gli occhi lucidi, un nodo alla gola, in quel momento il mio cuore e la mia mente entrarono in conflitto, sentivo dolori lancinanti per tutto il corpo, respiravo a fatica, mi sentivo come rinchiusa in una gabbia dalla quale non vi era via di uscita, fu come se il mondo intero mi schiacciasse e io mi rimpicciolissi sempre di più, una delle sensazioni più brutte della mia vita, mi sentivo spaesata in un mondo esterno che ormai mi apparteneva. Per sbaglio andai a sbattere contro la mia nutrizionista, era da molto che non la vedevo.
"Chiara!, che piacere incontrarti, mi fa piacere che tu ti sia rimessa, dai che manca poco, stringi i denti, il grande giorno sta per arrivare!" disse entusiasta.
"Quale giorno scusi?" risposi meravigliata.
"Il giorno in cui verrai dimessa! non ricordi? Il 3 Settembre finalmente potrai tornare alla vita di tutti i giorni, con tutti i tuoi amici, i tuoi parenti, oggi siamo il 30 Agosto quindi mancano solamente 5 giorni, è magnifico non credi!" Disse.
"Già!" risposi allibita. Tutto questo tempo è veramente volato in fretta, fra preoccupazioni, amore, problemi... Non mi capacito ancora di quanto ha appena detto la dottoressa, non riesco a crederci, adesso cosa ne sarà di me? E di Andrea? Io...
"Questa è una delle fasi nella quale apprezzo veramente il lavoro che faccio, tutti i sacrifici che faccio, sono ripagati con la salute e la felicità di una persona, che grazie al mio aiuto ha ritrovato il giusto equilibrio, ma soprattutto se stessa, sono fiera di ciò che riesco a fare, grazie Signore per avermi dato questo splendido dono." disse con le lacrime agli occhi. Ad un tratto mi abbracciò.
Ripensai a quelle parole, così profonde, che esprimevano dolcezza, tenerezza...
"Chiara, quasi dimenticavo! Dovresti farmi un favore, proprio oggi è arrivato un nuovo ragazzo, si chiama Lorenzo, potresti fargli fare un giro per l'ospedale?""Certo, dove è adesso?"
"E' esattamente in camera di Andrea, è il suo nuovo compagno di stanza, visto che quest'ultimo ultimamente è un po' giù di morale ho chiesto a te questo piccolo favore, grazie ancora!"
"Con piacere!" risposi pensierosa. E' davvero possibile che tutto questo mi ricolleghi a lui?! Non ce la faccio più, sto per crollare, ma sta volta non mi rialzerò così facilmente...
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La realtà è più grande di noi.
Historical FictionTRATTO DA UNA STORIA VERA. Andrea. Chiara. Lui. Apparentemente scontroso, gradasso e pieno di se, misterioso e mistico, ingannevole e sfuggente. Lei. Dolce, comprensiva, accurata, maneggevole e docile, gentile e cortese, dotata di forte premurosità...