Capitolo 43

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Cosa potrebbe farmi tornare il sorriso?

Le sere d'estate l'estate in montagna l'altalena le bambole i videogiochi il gelato la mia torta di compleanno i poster che non mi compravano mai e doveva prestarmi Beatrice il caffè la mattina la spiaggia la sabbia tra le dita le foglie secche sotto i piedi le bevande fredde d'estate la cioccolata calda d'inverno le caldarroste il cenone il pranzo di Pasqua le margherite nei prati i fiori sugli alberi le magnolie le violette le rose i girasoli i nontiscordardime i trifogli fioriti i pochi quadrifogli che mettevo sempre a seccare il caffè latte freddo il succo d'arancia il succo di melograno i ghiaccioli la cedrata la limonata il pollo con le patate che mi cucinava la nonna il salmone affumicato l'odore nella cucina della nonna le orecchiette fatte a mano che mi preparava il garage del nonno con tutti gli attrezzi la mia stanza dopo che l'ho pulita il ventisette che ho preso al mio primo esame gli otto che prendevo in latino e i sette in greco i regali di compleanno anche quelli che non mi piacevano i cupcake la panna l'ombra degli alberi i cespugli di more in montagna i bruchi le farfalle i ricci i gatti i cani il loro pelo morbido i miei colori le mie tele i messaggi del buongiorno e della buonanotte tutte le volte in cui ho fatto l'amore con Pietro le uscite pomeridiane con Beatrice le vacanze assieme le serate al cinema o a bere birra i festival i concerti a cui diamo andate le rose che Pietro mi regalò al primo appuntamento il suo sorriso i suoi occhi il suo modo di fare affascinante da finto impacciato gli orgasmi che mi ha fatto venire e adesso questo sole inaspettato.

La luce del sole taglia l'aria. C'è un filo di vento. Stringo l'ombrello in mano, quasi per paura che ricominci a piovere.

La mia parte bambina vuole correre e rotolarsi nell'erba del parco. La mia parte evitante vorrebbe farmi fuggire via. La mia parte controllante sembra preoccupata di come abbia abbinato i vestiti o se il mio fiato puzzi di alcool.

Sento questi pensieri e li lascio fluire come la pioggia nei canali di scolo.

Respingo la voglia di bere un'altra birra.

E in questo momento, accade.

I miei piedi, seppur muovendosi, si ancorano al terreno e io
Divento
Una
Pianta
Radici crescono dalle mie ginocchia
Rami dalle mie braccia
Foglie dalle mie dita
Corteccia dalla mia pelle

-Io sono una fallita. Non mi merito di vivere
-Solo perché sei un essere umano meriti di vivere

Entro dalle porte scorrevoli dell'ospedale. Intorno a me persone in camice bianco, persone con le mascherine.
Anna, calmati. Nessuno ti sta fissando. Nessuno ti sta giudicando.
Vado diretta al banco accettazione.

"Ricoveratemi. Sono alcolizzata."


Fine prima parte


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