CAPITOLO 23

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Inizio Flashback - Nobody POV

Erano già le 9 di mattina quando Lexa varco l'ingresso della Morris Enterprise. Alzarsi dal letto e venire al lavoro era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare. Avrebbe preferito di gran lunga salutare sua moglie come avrebbe dovuto, prima della loro separazione forzata, invece che andare in ufficio, ma aveva un piano in mente per risolvere l'intera faccenda e non poteva perdere altro tempo.

Appena arrivò al suo ufficio, dopo aver salutato rapidamente la sua segretaria Karen, ci si rintanò dentro.

Afferrò il telefono e compose un numero che non faceva più da diverso tempo. Attese un paio di squilli e poi qualcuno dall'altra parte del ricevitore rispose.

"Chi non muore si risente?!", disse una voce femminile.

"Devo parlarti urgentemente!", esclamò Lexa facendolo sembrare più un ordine.

"Niente convenevoli.... ok dove e quando?", si arrese l'altra.

"Tra mezz'ora nel mio ufficio!", decretò poi la Morris che riagganciò senza aspettare la risposta.

Subito dopo un sospiro uscì dalle sue labbra. Era incerta sull'esito del piano ma non aveva altre opzioni, era quello che affollava i suoi pensieri mentre contemplava la skyline dalla finestra del suo ufficio.

Dopo poco più di mezz'ora, Karen bussò alla sua porta.

"Avanti!", disse Lexa.

"Signora Morris, c'è la signorina Coulson che ha chiesto di vederla"

"Karen accompagnala nella sala riunioni e per favore portaci due caffè, grazie", le chiese cercando di essere il più gentile possibile, per mascherare il suo stato d'animo.

"Sì certamente", annuì la segretaria prima di lasciare l'ufficio e chiudersi la porta alle spalle.

Lexa sospirò di nuovo e si prese qualche altro minuto per riflettere sulle sue prossime mosse.

Lexa entrò nella sala riunioni e non degnò di uno sguardo la donna che la stava aspettando.

"Buongiorno anche a te!", disse la bionda con uno strano ghigno sulle labbra.

"Siediti e sta zitta!", le ordinò la bruna.

"Uhhh... ci siamo svegliate di cattivo umore questa mattina... troppo poco sesso con la tua mogliettina deduco?".

"Jessica, non tirare troppo la corda. Adesso siediti!", l'avvisò Lexa cercando di non perdere la pazienza".

"Preferisco stare in piedi, se non ti disturba troppo!".

"Come vuoi. Odio perdere tempo, quindi verrò subito al punto", esordì la bruna fissandola negli occhi.

"Tu e quell'inetto di tuo fratello dovete lasciarmi in pace!"

"E perché mai dovremmo farlo, non so te ma io mi sto divertendo molto a riconquistarti!", confessò in modo placido Jessica.

"Tu sei malata. Lo sai che ho i mezzi e le risorse per renderti la vita impossibile, vero?! Speravo te ne fossi fatta una ragione, che fossi andata avanti, ma il tuo continuo insinuarti nella mia vita dice il contrario. Jessica, sono stanca dei tuoi trucchetti, ficcati nel cervello che non ti amo più, ammesso che lo abbia mai fatto, e d'ora in poi cerca di starmi alla larga, lascia in pace mia moglie e suo padre, sono stata abbastanza chiara?!"

"Altrimenti cosa fai? Mi sculacci?!"

"TI UCCIDO!!"

"Divertente... non ne saresti capace!"

"Io se fossi in te non mi metterei alla prova Jessica, se ti avvicinerai di nuovo a noi sarà l'ultima cosa che tu e tuo fratello farete nella vostra misera esistenza!"

"Le tue minacce non mi spaventano, ho amici molto pericolosi che mi proteggono e se glielo chiedessi farebbero di tutto per me".

"Fammi indovinare... prima ci sei andata a letto e adesso strisciano ai tuoi piedi".

"Sei gelosa?"

"No, nel modo più assoluto. Stavo solo dicendo quello che fai e che sei in realtà... molto simile ad una puttana. O sbaglio?"

"Questa puttana una volta ti piaceva però?", obiettò Jessica punta sul vivo.

"Era solo sesso Jessica e neanche tanto memorabile, da quel che ricordo", le disse la mora facendola infuriare.

"Sei una lurida stronza, i miei amici non ti daranno tregua, né a te né alla bambolina di tua moglie... com'è che si chiama? Ah sì, Clarke, un nome veramente ridicolo!", sputò la bionda sempre più adirata.

"Intendi i tuoi amichetti della mafia russa?! E proprio uno di questi 'amichetti' lo hai mandato per sequestrare MIA moglie!".

"Vedo che sei ben informata allora!".

"Purtroppo per te lo sono eccome, e ti dirò di più... lo è anche la polizia, il tuo amichetto russo ha cantato come un usignolo e se fossi in te emigrerei in siberia, forse la non ti arresteranno per quello che hai fatto..."

"Cosa vuoi dire?", ringhiò Jessica messa alle strette.

"Che prevedo tempi duri per te e tuo fratello... per voi è finita".

Jessica invase lo spazio vitale di Lexa e le mise le mani sulle spalle per avvicinarsi con fare malizioso.

"Allora, che ne dici di un bacio d'addio?", le chiese l'ex.

Lexa rimase interdetta dal suo modo di fare per qualche secondo, ma appena la vide avvicinarsi troppo al suo viso si ridestò.

"Levami le mani di dosso, non ti bacerò né ora né mai... conosci l'uscita, addio Jessica", disse Lexa togliendole le braccia con un gesto brusco.

L'ex era furente, ma aveva appena perso la guerra e non aveva senso continuare a giocare a quel giochino perverso, la galera non era certo un posto per lei.

"Come vuoi tu Morris, levo le tende, ma ricorda le mie parole: nessuna mai sarà come me neanche quella sciacquetta che chiami moglie!", esclamò prima di lasciare la stanza sbattendo la porta.

Appena la donna bionda uscì dalla sala riunione, Lexa sospirò pesantemente. Aveva trattenuto il fiato tutto il tempo e nemmeno se n'era resa conto. Apparentemente il suo piano era andato a buon fine o almeno era quello che sperava. Adesso avrebbe solo dovuto aspettare qualche settimana per le possibili ripercussioni, giorni nei quali avrebbe aumentato la sorveglianza e avrebbe fatto ricerche per verificare la reale dipartita dai giochi dei fratelli Coulson.

Fine Flashback

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