CAPITOLO 27

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∞ Nobody POV ∞

La serata a casa Reyes era giunta al termine e dopo i vari saluti le Morris, seguite a ruota da Anya e Lincoln lasciarono la casa per il sommo dispiacere della padrona di casa.

"Anya prenditi il resto della serata libera", esordì Lexa quando arrivarono alle macchine.

"Grazie capo, ci vediamo domani!", esclamò l'asiatica salendo sulla sua vettura e accendendo il motore.

Prima di partire però si accorse di non aver con sé il telefono. Lo cercò spasmodicamente in tutte le tasche, ma non trovò nulla.

'Forse l'ho dimenticato nell'appartamento!', pensò dandosi dell'imbecille.

Scese velocemente dalla macchina e, a passi svelti, ripercorse a ritroso la via verso il portone di casa Reyes.

Suonò il campanello e attese.

"Chi è a quest'ora?", chiese la voce squillante ed irritata di Raven.

"Sono Anya, chiedo scusa... ma credo di aver dimenticato il telefono a casa tua", si affrettò a dire la guardia del corpo.

"Sali!", si limitò a ribattere la padrona di casa.

Anya quasi di corsa arrivò davanti alla porta di ingresso della casa e trovò una donna raggiante appoggiata sullo stipite ad aspettarla. Il suo cuore cominciò a battere velocemente nel suo petto, ma non ci fece troppo caso, lo attribuì alla folle corsa per raggiungere l'appartamento, anche se si vantava sempre di essere super allenata.

"Di nuovo qui... hai dimenticato veramente il telefono o già ti mancavo?", chiese Raven flirtando spudoratamente.

Per un attimo la spavalderia di Anya scomparve e un barlume di imbarazzo si impresse sul suo volto. La sua solita battuta pronta latitò e le ci volle qualche istante per replicare.

"Ho dimenticato veramente il telefono o l'ho perso a scendere... ma forse a te mancavano i miei 'complimenti'", ribatté con un sorriso sfacciato sulle labbra.

"Ad essere onesta, l'adulazione non mi dispiace per niente... soprattutto se a farlo è una super cazzuta guardia del corpo!", esclamò facendosi da parte per fare entrare la sua ospite.

L'asiatica varco la soglia cercando di mascherare il suo imbarazzo, per quanto si considerasse una persona tutta d'un pezzo, una dura e tosta, il flirting così diretto era il suo tallone d'Achille, di solito era lei che prendeva in mano le redini del gioco era lei la predatrice, non viceversa, ma con Raven le cose erano diverse. L'ispanica l'aveva già messa in buca due volte e senza troppo sforzo. Il suo modo diretto di flirtare la intrigava e la spaventava allo stesso modo.

Raven invece si stava divertendo, dopo un inizio un po' claudicante, l'interesse per Anya stava crescendo di minuto in minuto. Era indubbiamente il suo tipo, forte, determinata e dannatamente sexy. Se l'avesse incontrata in un locale l'avrebbe sicuramente abbordata per una notte di sesso sfrenato, ma averla nella sua casa in balia delle sue avance era un'altra storia. Sentiva qualcosa di diverso, indubbiamente c'era attrazione, ma era qualcosa di più intenso che a tratti la intimoriva, ma che comunque la invogliava a schiacciare l'acceleratore per capire meglio cosa stava provando.

Osservò Anya entrare nel suo appartamento, non togliendole mai gli occhi di dosso. Quando l'asiatica si voltò i loro sguardi si incrociarono e l'intensità colpì entrambe.

"Ehm... dammi il tuo numero... così faccio squillare il telefono", disse Raven con tono incerto cercando di rompere il ghiaccio.

"Buona idea... (617)617-3987", replicò la bionda quasi colta alla sprovvista.

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