Sono passati cinque giorni da quando Patrick ha avuto quella crisi ed è stato dimesso. Ha anche parlato con la psichiatra che si è detta fiduciosa, comprendendo che nonostante quel gesto per Patrick una clinica non sarebbe un bene, ha bisogno di stare con la persona che ama ma non facendo affidamento totale su di lui e ovviamente deve fare una serie di sedute psichiatriche per essere certi che quello che è successo non succederà mai più. Ivan non lo molla praticamente mai e anche Benjamin non ha più fatto pressioni né per il ricovero e nemmeno per loro, cerca di lasciarli stare il più possibile in modo che Patrick non si agiti più e per quanto poco lo apprezzi Ivan deve ammettere
che questo comportamento del uomo è più che apprezzabile."Ivan devi decidere tu, la tua vita è stata un casino nell'ultimo anno, hai subito una serie infinita di traumi e poi sei venuto qua per staccare da essi e mi ci sono messo io con tutti i miei problemi. Io non voglio essere un peso per te e per quanto ti amo voglio che tu sia felice." Sussurra Patrick perdendosi negli occhi del suo meraviglioso uomo.
"Amore mio non dirlo nemmeno per scherzo non sarai mai un peso per me. E in quanto hai traumi di sicuro non lo posso negare ma mi sto rialzando, lo stiamo facendo insieme mano nella mano. La borsa di studio è stata la mia via di fuga lo ammetto ma mi ha portato a ritrovarti e credimi sperimentare la tua assenza mi ha cambiato. Ho mandato a fanculo la droga e l'alcol perché se fossi stato sobrio certe cose non le avrei fatte di sicuro."
Ed è quando ad Ivan si spezza la voce che Patrick lo stringe al petto in quel letto dove hanno fatto l'amore proprio ieri sera. "Se solo non avessi dato ascolto a mia sorella, ti ho quasi perso e mi odio per questo. Deve essere stato orribile svegliarsi e sentirsi dire che la persona che ami non solo è scappata senza lasciare tracce ma che è anche il responsabile del tuo incidente. Mi dispiace tanto amore mio vorrei tanto allontanare da te quel dolore."
"Lo stai facendo, lo fai solo respirandomi accanto. Sei il mio mondo Patrick Blanco e non mi interessa come o dove ma solo che restiamo insieme. Ma raccontami un po' della tua vita qui ti piace?"
"Inizialmente volevo solo tornare a Madrid da te, ho avuto tanti scleri e ho desistito solo quando mio padre mi ha sbattuto in faccia la tua nuova relazione. Il mio cuore si era spezzato ma se eri felice non avrei mai potuto rovinare anche quello, ti avevo già portato via tuo padre e non ti meritavi di soffrire ancora." Sussurra Patrick con voce flebile gli fa troppo male ricordare quei momenti.
"Mi dispiace così tanto per averti fatto sentire colpevole della sua morte. La verità è che se c'è un colpevole sono sempre stato solo io, io ho bevuto quella sera e se non lo avessi fatto tu non avresti dovuto chiamarlo, tu hai sempre e solo cercato di proteggerci."
"Possiamo smetterla con le colpe Ivan? Tuo padre non tornerà da noi se potessi te lo riporterei io stesso ma non posso! Però possiamo prendere esempio da lui e vivere come lui non è mai riuscito a fare. Viviamo solo giorno per giorno e la nostra sarà una conquista." Sussurra Patrick accarezzandolo dolcemente.
"Quando mi sei diventato così saggio tu eh?"
"Forse è quello che si prova quando scampi alla morte. Evidentemente morire mi ha fatto bene." Scherza Patrick, sentendo però l'altro irrigidirsi.
Ivan lo sa che Patrick stava solo scherzando ma la ferita è ancora troppo aperta, perché avrebbe potuto perderlo e il suo corpo si paralizza al solo pensiero.
"Ivan, amore.."
Patrick rimane di sasso,quando Ivan gli si getta praticamente tra le braccia poggiando disperatamente l'orecchio per sentire il battito del suo cuore.
E fortunatamente quel cuore prezioso batte, il cuore di Patrick batte.
"Non scherzare mai più su questo. Ti prego Patrick fa ancora troppo male."
STAI LEGGENDO
INOLVIDABLE
FanfictionQuesta storia nasce dopo la fine di Élite 7 e viene scritta prima di élite 8 anche se guardando il Trailer qualcosa da lì ho inserito. Ivan parte da solo per il Sud Africa e li ritrova qualcuno che pensava di aver perso per sempre, Patrick! Ma tra v...