11.Quel dolore che hai dentro.

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Due settimane dopo..
"Non esiste! Ho già accettato che sia venuta a vivere qua ma non puoi pretendere che faccia cose che non sento." Sbotta Ivan addentando un pezzo del suo croissant."

"Ti ho solo chiesto di portarle la colazione mica la luna."

"Può venire a tavola come facciamo tutti quanti! Ha passato giorni difficili, le siamo stati vicino ma ora sta meglio quindi basta viziarla come fai tu."

Patrick poggia la tazza di caffè con un po' di rabbia per poi guardare il suo uomo. "Le siamo stati vicino? Davvero Ivan? Ma se le avrai rivolto la parola si e no cinque volte in due settimane e solo perché ti davo i calci sotto il tavolo, tu hai fatto sentire quella ragazza come un ospite indesiderato quindi non ti stupire se lei non scende a fare colazione con noi. E non preoccuparti ci vado io perché a differenza tua a Chloe voglio bene davvero e so cosa vuol dire avere un genitore assassino soprattutto se ci sei cresciuto per tutta la vita."

Ivan lo guarda incredulo e lo sa che ha maledettamente ragione ma non è certo colpa sua se non riesce ad essere il fratello di Chloe, non può non ammettere a se stesso di essersi affezionato a lei ma al momento non può fare di più di così. Sale le scale e intravede dalla porta Patrick e sua sorella scherzare e non può fare a meno di sorridere perché il suo ragazzo è proprio spettacolare, aveva lasciato un ragazzino pieno di paure e ora davanti a se c'è un giovane uomo che difende e incoraggia chi ama e lui sinceramente sente di esserne innamorato ogni giorno di più.

"La smetti di fare il duro che nemmeno ti riesce bene!" Lo incalza mencia.

"Ti prego non ti ci mettere anche tu."

"In quella stanza c'è il tuo cuore che ti piaccia o meno. Però ti voglio bene anche se sei un testone." Sorride Mencia stingendolo a se.

Ivan si perde ancora una volta a guardare l'abbraccio tra Chloe e Patrick e poi raccoglie le sue cose e li aspetta in macchina.
*
"Senza dubbio la festa più bella è stata quella di Patrick. Mamma mia non esistevano davvero regole e dovremmo rifarla baby." Sussurra Isa stringendo Patrick.

Ivan adora Isa ma questa è una di quelle volte in cui la strozzerebbe con le sue mani. "Direi che è passato troppo tempo da quella festa e siamo cambiati tutti e cresciuti non è vero amore?"

Patrick capisce immediatamente a cosa allude Ivan però è più forte di lui ha dannatamente bisogno di una festa così allegra e leggera. "Io la rifarei ma con qualche veto in più ad esempio Ivan me lo limono solo io."

"Andata! Allora molto presto replichiamo." Conclude Isa.

E Ivan vorrebbe davvero replicare ma il clima lì a scuola cambia completamente mentre Emilia ed Hector prendono parola e stavolta non appaiono dal maxi schermo ma sono proprio lì a scuola, sulla scalinata.

"Ciao tutto vi chiediamo qualche minuto di silenzio per tutti gli alunni di questa scuola che non ci sono più. Marina, Polo, Samuel e infine Lara che per noi era famiglia essendo la ragazza di mio fratello Pier e anche la mia migliore amica. Frequentavano insieme questa scuola ed eravamo all'ultimo anno quando l'abbiamo persa, lei era la migliore di tutti noi." Sussurra Emilia commossa e dopo questo parte un momento di silenzio dove ognuno di loro ricorda le persone che hanno perso e che gli mancheranno per sempre. Patrick è scosso ne lui ne Ivan erano a conoscenza che quei due avessero anche un fratello maggiore e che quel ragazzo fosse proprio lo stesso Pier che con loro si è sempre dimostrato così gentile, poi quando vede il dolore negli occhi di Pier qualcosa dentro di lui scatta e lo segue verso il bagno.

"Non ora Patrick, ti prego adesso no." Sussurra Pier quando intravede l'altro attraverso lo specchio.

"Non devi dire nulla ok. Però credo tu abbia solo bisogno di un abbraccio e io sono qui per te." Sussurra Patrick restando comunque lontano, quel ragazzo spavaldo era così fragile ora mentre si sforzava disperatamente di non cedere alle lacrime.

"Lara è morta tra le mie braccia. Volevo fare il medico ma non sono stato in grado di salvare la vita più importante di tutte." Sussurra lui sforzandosi di non crollare.

"Sono certo che non sia stata colpa tua, si percepisce quanto ne fossi innamorato."

"Lei era la mia vita! Nonostante sia bisex non ho mai più voluto stare con nessun'altra donna. Io sono morto con lei la mia parte migliore è morta. Lei è morta per colpa mia."

Pier si lascia cadere sul pavimento e lo stesso fa anche Patrick, rimane in silenzio fino a quando l'altro inizia a raccontare.

"Lei era bellissima, aveva gli occhi verdi, i capelli lungi e biondo cenere ed era tutto ciò che un essere umano potesse desiderare. Ci conosciamo da quando eravamo bambini, ma ad una festa data da mia sorella ci siamo scoperti innamorati e da lì non ci siamo mai più lasciati. Lara ed Emi erano inseparabili io sono più grande di loro di cinque anni, lei era all'ultimo anno e voleva studiare medicina per raggiungermi e andare a vivere insieme, aveva diciotto anni e una vita da vivere mano nella mano. Ero sotto pressione in quel periodo mi mancava un esame per diventare medico di base per poi continuare la specializzazione e realizzare il mio sogno di diventare cardiochirurgo, così mi ha proposto di andare nella villa al mare della mia famiglia. Lei amava immergersi e io amavo vederla felice ci siamo immersi insieme. Quello che doveva essere un bellissimo fine settimana si è trasformato in un incubo." E qui la voce gli si incrina e le lacrime iniziano a scendere.

"Non devi dirlo per forza! Va bene così se non te la senti lo capisco." Tenta Patrick.

"Quando è tornata a riva è subentrato un arresto cardiaco. Ho provato a rianimarla per quasi un ora e non ci sono riuscito, che razza di medico potevo diventare se non ho salvato il mio grande amore."

Patrick non riesce a trattenere le lacrime lo sa che dovrebbe dare forza a Pier ma questa storia non può lasciarlo indifferente specialmente dopo che Ivan ha salvato la sua di vita e per un solo attimo pensa a cosa sarebbe successo se non ci fosse riuscito. Probabilmente avrebbe dovuto vivere costantemente col senso di colpa e nessuno si merita quella sensazione. "Non è stata colpa tua! Tu hai fatto tutto per lei e le hai regalato una favola, lei è morta con la consapevolezza che l'amavi e che era tutta la tua vita e a volte ci vuole una vita intera per trovare quello che avevate voi. Devi perdonarti perché lei lo ha già fatto, quindi ti prego torna a vivere Pier e solo in questo modo onorerai anche lei, vivi per te ma soprattutto vivi per lei."

"Patrick ha ragione! Non è stata e non sarà mai colpa tua. Tu hai fatto tutto ciò che era possibile per cui smettila di farti del male." Interviene Ivan anche lui con le lacrime agli occhi perché se solo pensa che al posto di Pier poteva esserci lui, se solo pensa a quel maledetto schermo piatto e a Patrick che ha smesso di respirare, se non fosse riuscito a riportarlo indietro sarebbe morto dentro proprio come Pier.

"Io non voglio la vostra pietà. Sono belle parole le vostre ma solo parole rimangono, niente me la può ridare." E detto questo Pier se ne va.

Ivan guarda Patrick, nonostante la gelosia gli fa capire che se vuole andare da lui lo capisce perché nessuno dovrebbe rimanere da solo in certe situazioni. "Non ti preoccupare per me ora io capisco."

"Mi dispiace tanto per lui, non si merita tutto questo dolore. Però è qui il mio posto con te."

Ivan rimane di stucco quando un Patrick in lacrime gli si getta tra le braccia. "Oh amore mio non piangere ti prego, non sopporto quando ti vedo stare male."

"Grazie per avermi salvato amore. Solo il pensiero che tu avresti potuto fare la fine di Pier mi uccide. Ti amo troppo Ivan e non voglio essere mai la causa del tuo dolore. Grazie per avermi salvato la vita." Sussurra cullandosi tra le sue braccia.

"In realtà ci siamo salvati a vicenda perché prima di tornare da te ero morto e solo con te sono tornato a vivere davvero, ti amo Patrick." Ivan aumenta la presa e lo tiene stretto perché fino a quando saranno l'uno tra le braccia dell'altro nessuno li potrà separare.
*

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