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14.Ricostruire"

Sono quasi le 14.00 quando Patrick finalmente apre gli occhi,legge l'ora sulla sveglia e il panico lo assale, diamine ha saltato le intere lezioni, per quale cavolo di motivo Mencia, Chloe e Ivan lo hanno lasciato dormire? Ok è vero che era completamente distrutto ma sono appena rientrati a scuola per di più con l'anno già iniziato e la preside si arrabbierà. Cerca di trovare la forza di alzarsi per arrivare quanto meno alla cucina. Poi però le forze sembrano abbandonarlo e se non fosse per due braccia forti che lo sorreggono sarebbe caduto come una pera cotta.

"Patrick, potevi farti male ti sembra il modo di alzarsi dal letto così di corsa." Lo rimprovera Ivan con fermezza e dolcezza allo stesso tempo.

Patrick aspetta che l'altro lo accompagni sul divano e una volta distese le gambe inizia a parlare. "Beh considerando che ho saltato le lezioni perché nemmeno mia sorella si è degnata di svegliarmi e che ho fatto infuriare la preside, alzarmi velocemente è l'ultimo problema."

"Dov'è finito il ragazzo che saltò varie lezioni solo per farsi una doccia con me o per sapere il mio nome?" Lo provoca Ivan.

"Forse è ancora seduto su una panchina ad aspettare che tu lo metta al primo posto!" Lo punge sul vivo Patrick.

Ivan si costringe a mantenere la calma perché lo sa che dietro a quelle parole velenose c'è solo tanto dolore, si ricorda gli occhi svuotati che ha visto ieri sera e non intende permettere che si allontanino. "Ne Mancia ne Chloe ti hanno svegliato perché sono stato io a chiedere loro di non farlo. Eri distrutto ieri sera e stanotte continuavi ad avere incubi per cui ho voluto che dormissi fino a quando il tuo corpo lo richiedeva. Ho chiesto alla domestica di non venire per qualche giorno per cui appena abbiamo mangiato verrai con me e parleremo come non abbiamo fatto un mese fa."

Ivan si aspetta che l'altro controbatta ma Patrick non lo fa e il Brasiliano non lo sa se sia un bene o un male ma onestamente preferisce non porsi la domanda. Mangiano insieme ma le uniche parole che si dicono è: "passami il sale, per favore." È poco più di questo poi Ivan decide di rompere il silenzio e afferrare piano il polso di Patrick convincendo a seguirlo.

"Hai ragione tu, è iniziato tutto da un corridoio e uno spogliatoio quando eravamo solo due ragazzini privi di tutto. Ma è su una panchina che le nostre mani si sono toccate la prima volta. Non è la stessa panchina ma è da essa che vorrei ricominciare caro figlio del Nazista."

Patrick non sa se ridere o arrabbiarsi, però decide di stare al gioco."Scusa non so neanche come ti chiami." Sussurra esattamente come allora.

E il cuore di Ivan fa le capriole perché temeva che la sua idea lo facesse solo arrabbiare. "Ivan." Sussurra stringendogli la mano,ma se allora il suo era uno sguardo interessato e timoroso oggi è invece pieno d'amore.

"Patrick." Sorride l'altro e se il suo in passato era uno sguardo colpito, un vero e proprio colpo di fulmine oggi è pieno d'amore ma con una folle paura di perdersi ancora.

"Allora voi vi date due baci vero?" Continua Ivan con un sorrisetto.

"Mi dispiace deluderti ma in quel noi ora sei compreso anche tu!" Sorride Patrick togliendosi finalmente il sassolino dalla scarpa.

"E ne vado molto fiero! E posso confessare che c'è sempre stato qualcosa di speciale tra noi il problema è che non ero pronto da ammetterlo. Oggi invece sono pronto ad amarti per il resto della mia vita. Ricordi cosa è successo dopo la stretta di mano?"

"Siamo finiti nel tuo letto dove tu continuavi a torturarmi e a farmelo diventare duro!" Sbotta Patrick e se ci ripensa lo ammazzerebbe per averlo torturato e quella sega con Cruz che lo ha beccato se solo ci ripensa prova vergogna ancora oggi."

"Oh allora te lo avevo fatto diventare duro davvero, lo sapevo!" Gongola Ivan mentre Patrick lo fulmina mettendogli il broncio.

Ivan gli ruba un bacio umido e pieno di desiderio."Poi ho toccato quel tuo culo meraviglioso, il culo più bello che io abbia mai visto, e che ora è soltanto mio."