4. QUAL È IL TUO NOME?

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KILLIAN

«E quindi è questo che fai?» Domanda all'improvviso la cheerleader del ghiaccio, mentre finisco di pulire la parte del bancone precedentemente occupata da due signori anziani, appassionati di golf.

Meglio non iniziare un breve discorso mentale su quanto sia noioso il golf.

«Definisci 'questo'», replico, girandomi verso di lei e notando che se ne sta ora, tutta sola al bancone, mentre le sue amiche hanno preso la strada del bagno.

«Studente, giocatore di hockey e pessimo barman alla sera?»

«Non mi definirei un pessimo barman», replico.

«Ah no?»

«Che c'è, cheerleader del ghiaccio, non ti sono piaciuti i miei cocktails?» Chiedo inespressivo e mi avvicino dalla sua parte, seguendo i suoi occhi blu che non mi perdono di vista. «Vuoi per caso lasciare una cattiva recensione?»

«Mhmm, no, sai, i cocktail erano buoni», replica. «Solo che erano tutti sbagliati, Dicky.»

Rido al nomignolo che mi ha attribuito. Dicky: Dickhead. «Hai detto che ero molto bravo con le supposizioni», le ricordo, posando davanti a lei un bicchiere pulito e infilandoci dentro del ghiaccio.

«Era ironico.»

Scorgo una nota curiosa nel suo sguardo e alza il sopracciglio, quando poso sul bancone anche una bottiglia di whisky.

«Scusami, sono una persona molto lenta nell'apprendimento», le dico in tono sarcastico, per non ammetterle che tutti i cocktails ordinati da lei sono stati sbagliati di proposito. «Ma vorrei farmi perdonare in qualche modo, in fondo, non so nemmeno il tuo nome.»

Sorride. «Perché non indovini anche questa volta?»

«Be', possiamo fare che per ogni indizio che mi dai, questo bicchiere si riempirà con il tuo old fashioned offerto da me.» Inizio con il riempire il bicchiere con un po' di whisky e lei, annuisce.

«Vediamo... inizia con la B.»

Primo indizio: B.

«Beckie?»

Ridacchia un: «No!» Infatti non ha per niente la faccia di una che potrebbe chiamarsi Beckie. Lei continua con: «La E sta nel mezzo.»

Secondo indizio: E.

Riempio il bicchiere con dello sciroppo semplice.

«Bess?»

Ride. «No, mi dispiace.» Mi guarda aspettando che inserisca l'angostura dentro al cocktails e nel frattempo mi dà l'ultimo indizio: «Finisce con la A.»

Terzo indizio: A.

«Bella?»

Scuote la testa e afferma: «Sei proprio pessimo con le tue supposizioni.» Alzo le spalle e inserisco tutto nello shaker, agito e infine lascio cadere il liquido ambrato nel bicchiere davanti a lei.

«Quindi, qual è il tuo nome?» Domando curioso, avvicinandole il cocktail.

«Bea», risponde tranquilla, accennando un sorriso quando sorseggia il suo old fashioned. «Bea Evans.» Evans. Quell'Evans? In effetti quello sguardo e la grinta che mette in pista, l'ha per forza dovuto ereditare da qualcuno. Sarebbe divertente se davvero fosse la nipote o anche solo imparentata con il famoso Brandon Evans.

Sì, davvero divertente.

«Interessante.»

«Tu, invece?»

THE PUCK PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora