9. AMBASCIATORE NON PORTA PENA

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BEA


«Non avrò un altro dibattito su chi ama un uomo ansimare durante il sesso e chi invece ama del buon silenzio», ci avverte Stella, passando lo spinello a Mad. «E non guardarmi in quel modo, Mad!»

«Hai appena ammesso che ami la necrofilia!»

Rido, mentre Mad fa un tiro, e Stella ribatte: «Non è vero!»

«Non vuoi che parli, non vuoi che respiri...», elenco, tranquillamente. «Sì, tesoro, si chiama necrofilia.»

«Ma voglio che si muova e mi tocchi, quindi non è necrofilia, ma solo un desiderio», ribadisce Stella, nell'esatto momento in cui sentiamo qualcuno bussare alla porta del nostro appartamento.

Ci giriamo tutte e tre verso l'entrata, per poi guardarci confuse. Nessuno di noi aspettava qualcuno: specialmente alle due di notte.

Improvvisamente, mi volto preoccupata verso le ragazze. «E se è la sicurezza che ha sentito l'odore di erba?»

«Siamo al sesto piano di un palazzo, Bee», mi ricorda Stella.

«Avanti, butta quella roba», ordino nel panico, alzandomi e aprendo tutte le finestre, quando bussano di nuovo alla porta.

Merda. Se ci arrestano per colpa di uno spinello che non ho nemmeno fumato, la mia carriera andrà in frantumi. E già sono nella merda, impossibilitata ad allenarmi per colpa della mia boccaccia che non resta mai chiusa. Non voglio che mi venga fatto anche il terzo grado sulle droghe, che preciso, di cui non ho mai fatto e mai farò uso.

Mad nel frattempo ha raggiunto la porta, aprendola di poco per vedere chi è, per poi spalancarla e rimanere a braccia conserte quando si ritrova davanti niente poco di meno, lo stronzo che mi ha quasi rovinato la carriera.

Tutto sommato, devo ammettere che è un gran figo, uno di quelli che non importa se indossa una T-shirt bianca e un paio di jeans scoloriti sporchi di terra, come non importa che tutto il suo look sembra gridare 'ho appena sepolto qualcuno al cimitero e come souvenir ho preso dei fiori', ma è la sostanza che c'è sotto, che conta.

E la vedo.

Un fisico muscoloso da vero atleta professionista, simbolo che spende molte ore in palestra, oltre che sul ghiaccio.

Ma no! No, Bee! Cosa diavolo penso? Dovrei odiarlo per quello che ha fatto.

«Bea è in casa?» Domanda tranquillamente.

Nel frattempo Stella sembra essere rimasta pietrificata. «Oh. Mio. Dio.» Dev'essere l'effetto dello spinello, perché quel suono eccitato, significa solo una cosa: non sono l'unica ad aver notato quanto attraente sia un ragazzo sporco.

«Certo», risponde Mad, girandosi verso di me e mimandomi: «È così sexy.» Alzo gli occhi al cielo e mi avvicino alla porta, cercando di guardarlo in modo indifferente.

Mad si allontana, lasciandoci privacy e andandosi a rintanare nella sua camera con Stella. So già di mio che dopo dovrò raccontare loro tutto.

«Sì?»

Con il suo solito sguardo inespressivo, mi allunga i fiori. «Scusa.»

«Wow, con calma, Dicky, il tuo entusiasmo mi ha quasi stesa», commento ironica, incrociando le braccia e guardando le radici dei fiori che penzolano e rilasciano del terriccio che va a finire sul mio tappeto d'ingresso. «Non so cosa farmene della tua compassione, Killian.»

«In realtà è stato il coach che mi ha obbligato.»

«Dio, non so cosa è peggio», mormoro. «Ma apprezzo il gesto, davvero.»

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