BEA
Inserisco la chiave nella serratura e apro la porta di casa, trovando già le ragazze alle prese con la cena. Di solito è Mad che cucina, e Stella le dà sempre una mano se quello che propone sono piatti stellati, presi da un vecchio libro culinario, trovato per puro caso durante il nostro primo anno in una delle dispense di questo appartamento.
Non sono mai stata brava dietro i fornelli, nemmeno per cucinarmi qualcosa di essenziale. Ogni volta che ho provato a proporre loro qualcosa, la voce di Stella mi fermava all'istante con un: «Aspetta, è una minaccia?» Continuando con: «Hai il ciclo? Qualcuno tra me e Mad ti ha fatta arrabbiare? Hai riscoperto qualche indole omicida?» E alla fine preferivo lasciar fare a loro due.
«Eccoti», fa Stella, girandosi insieme a Mad, mentre entro in soggiorno e poso il borsone ai piedi del divano. «Ci stavamo quasi preoccupando.»
«Sono andata a fare un giro.»
Mad abbassa lo sguardo al borsone. «Davvero?»
«No.»
Nascondere qualcosa a loro è praticamente impossibile. Primo perché Mad ha un'olfatto molto sviluppato: è capace di sentire qualsiasi odore a metri di distanza. Non sappiamo ancora il motivo.
Secondo, perché il primo motivo è già abbastanza.
«Sento odore di ghiaccio, cloro e... qualcosa di maschile...»
«Sono stata ad allenarmi un po'», ammetto, andando a sedermi a tavola.
«Bee...», cerca di rimproverarmi Stella.
«Lo so, lo so, ma ho bisogno di essere in forma per la prossima settimana.» Devo esserlo. Sarà la seconda partita di campionato per noi. E se tutto va secondo i miei piani, la coach mi convocherà e mi darà un po' di spazio nella formazione. Cosa che avevo anche prima, ma che purtroppo dopo l'infortunio, so con certezza abbia rivalutato.
Conosco molto bene la coach Welson, ormai sono due anni che allena la squadra femminile di hockey qui alla Silverleaf, e appunto, conoscendola bene, so che se potesse evitare che qualcuna di noi si infortunasse a vita, non ci penserebbe due volte a tenerla in panchina finché non sia pronta a rimettere piede sul ghiaccio.
Non mi aspetto che mi faccia entrare nella prima formazione, ma almeno un paio di minuti presi da un cambio, me li merito.
«Resta il fatto che sento profumo maschile.»
«Sai dirmi anche la marca?» Le domanda sarcasticamente Stella.
«Mhmm... bergamotto, limone... un Calvin Klein.» Non ci credo che lo abbia fatto davvero.
Io e Stella ci giriamo a fissarla.
«Che c'è? David del corso di comunicazione di massa ne usa uno simile.» Continuano a fissarla. «È Calvin Klein.»
«Bee, sfatiamo il mito e chiedi al tipo con cui sei stata che cosa usa.»
«Chi vi dice che sono stata con qualcuno?» Replico a Stella. Entrambe piegano la testa di lato e mi osservano. Sembrano inquietanti.
Alzo le mani in aria come segno di rassegnazione e prendo il cellulare, inviando un messaggio a Killian.
ME: Domanda del tutto fuori luogo. Che marca di profumo usi?
KILLIAN: Perché ti interessa?
ME: Storia lunga. Allora?
KILLIAN: Ti piace?
Arrossisco per un attimo e mi alzo da tavola, andando per qualche secondo in bagno. Non so perché sono arrossita d'un tratto. Non è da me, ma quel 'ti piace' scritto in quel modo, mi ha mandato in fiamme. Se poi si pensa che ho immaginato lui e la sua voce sexy dirmelo in circostanze del tutto inusuali.
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THE PUCK PROMISE
RomanceBea ha una passione: l'hockey. Dopo essere stata infortunata, il suo unico obiettivo è riprendere da dove aveva lasciato e ottenere la qualificazione nella nazionale femminile di hockey. Killian è il nuovo arrivato, distaccato, maleducato e... irres...