17 marzo 2026

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Ore 13:30


«Non ho voglia di alzarmi.»

La voce di Simone è impastata, ancora assonnata, nonostante lui non sia abituato a restare a letto così tanto. Di solito si sveglia abbastanza presto, ha una routine piuttosto precisa.

Come ha già appurato, Manuel gli ha stravolto la vita e se ne accorge anche da quelle piccole cose, dal fatto che non vuole abbandonare il tepore delle coperte, bensì restare con l'altro ragazzo a non fare assolutamente niente, ad abbracciarsi, accarezzarsi e baciarsi.

Adesso, ad esempio, è stretto allo schiacciatore, appoggiato con la testa sul suo petto. Le loro gambe sono intrecciate sotto le lenzuola.

Manuel gli sfiora la schiena con la punta delle dita e tiene le palpebre socchiuse. «Dovremo farlo prima o poi» sussurra.

«Sì, poi. Che ore sono?»

Apre un solo occhio per guardarsi intorno. A dire il vero, non sa neanche dove siano finiti i loro telefoni. Forse a terra insieme ai vestiti in quella stanza disordinata e con poca luce che filtra dalla persiana. «Sai che per vederlo ce dovremmo alza'?»

«Okay, allora non voglio saperlo» Simone ridacchia e si scosta qualche centimetro, quelli che sono sufficienti a baciare una piccola porzione di pelle del suo torace.

Manuel sospira e quel leggero bacio gli provoca i brividi. «Se fai così, poi ricominciamo e non ce muoviamo più.»

«Ti dispiace?»

«A me no, ma ho allenamento alle quattro.»

«Magari sono già le quattro e lo hai perso.»

«Non è così tardi» ride ancora perché le labbra dell'altro ragazzo hanno preso a solleticarlo sul collo. Allora ne approfitta per ribaltare le loro posizioni con uno scatto.

Si trova sopra di lui in un battito di ciglia. Gli prende i polsi e li blocca ai lati della sua testa.

«Tu non t'alleni oggi? 'Na volta me ricordo che stavi 'n palestra tutti i giorni.»

Le labbra di Simone si piegano in un sorriso sghembo. «Alle quattro» soffia e gli ruba un bacio sulla bocca.

«Se l'ho perso io, l'hai perso pure te.»

«Che coppia.»





Alla fine, devono per forza alzarsi a suon di "semo du' professionisti, Simò".

Manuel fa la doccia per primo e devono persino discutere sul non farla insieme, dal momento che perderebbero ulteriore tempo, mentre Simone rimane a letto e quasi si addormenta di nuovo.

Lui fa abbastanza in fretta, poi lascia il luogo libero al padrone di casa.

Con il sottofondo dell'acqua che si infrange sul piatto di ceramica e il palleggiatore che canta una sigla del cartoni animati — anime, se li chiama in altro modo, rischia grosso — Manuel sorride, si siede sul bordo del letto sfatto e finalmente recupera il telefono che non guarda da ore.

Ci sono notifiche da parte di sua sorella che risponde ad un messaggio veloce che le ha mandato durante la notte — erano le tre, più o meno — dove l'avvisava che non sarebbe andato al loro appuntamento.

Ci tiene a queste cose e che nessuno lo aspetti invano — senza rancore.

La ragazza gli ha risposto con una sfilza di faccine e sticker ammiccanti che gli fanno roteare bonariamente gli occhi.

Dopo di ciò, apre la sua ultima fonte di notizie sempre super aggiornata: Twitter.

A dire il vero, le cose che legge su quella piattaforma lo fanno piuttosto ridere e soprattutto adora vedere che altro si sono inventati i suoi tifosi, i quali, ultimamente, si sono mischiati con quelli di Simone; molti hanno iniziato a sospettare — su basi fondate, per carità — che stiano insieme. Vorrebbe dire a tutti che hanno ragione.

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