Ore 17:14
Quando Manuel abbandona lo studio, il suono di applausi che giunge alle sue orecchie un po' ovattato lo accompagna.
Li sente a malapena intanto che percorre il corridoio poco illuminato verso il camerino. Percepisce persino qualcuno che gli dà una pacca sulle spalle — non sa chi, però.
Giunge alla porta dove è stato appeso un cartello col suo nome ed entra nella piccola stanza. Non appena chiude l'anta dietro di sé, Viola gli salta addosso — o quasi — stringendolo in un abbraccio e ridendo.
È ciò che gli serve per riprendere un minimo di contatto con la realtà e ricambiare la sua stretta.
Viola si stacca poco dopo soltanto per poterlo osservare in viso. Sorride. In seguito esclama: «Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?!»
Nella sua voce non c'è rimprovero, amarezza o affini. È felice, lo è sul serio, lo dicono persino i suoi occhi.
Le labbra di Manuel sono curvate nella medesima piega positiva. «Sì!» attesta e sbuffa una risata, ma poi repentina sopraggiunge una diversa consapevolezza.
Hai detto in diretta, di fronte a mezza Italia, che sei bisessuale.
Sul canale nazionale.
Tu, campione d'Europa, del mondo del volley, seguito da milioni di persone.
«Oddio... sì» ripete, più incerto. Fa un passo indietro, sgrana gli occhi e si infila le mani nei capelli. Guarda la sorella, con aria sconvolta.
«Che cazzo ho fatto, Viò?» la sua voce un briciolo trema.
Dall'altra parte, Viola non perde entusiasmo e continua a sorridergli. La sua espressione è fiera, orgogliosa. «Hai fatto una cosa fantastica.»
«Ma non lo volevo di', mi è— mi è uscito spontaneo e ho...»
«Vuol dire che eri pronto ed era l'occasione giusta.»
Ora Manuel si passa i palmi sul viso. Sa che ha fatto qualcosa di grande, di importante per quanto piccola e irrilevante possa sembrare una dichiarazione simile. È sorpreso da sé stesso.
«Non hanno fischiato» bofonchia qualche secondo dopo, facendo riferimento al pubblico in studio. «Nel senso— forse qualcuno sì, ma... c'erano gli applausi e quelli erano più forti di ogni altra cosa.»
«C'erano gli applausi» ripete Viola e avanza verso il fratello fino ad afferrare entrambe le sue mani e accarezzarne il dorso. Lo fa per rassicurarlo, per tranquillizzarlo. «Ed erano tutti felici e orgogliosi di te» annuisce alle proprie parole, «io sono orgogliosa di te.»
L'euforia del momento si è trasformata, per Manuel, in angoscia, paura, panico. Tuttavia, ciò che gli dice la sorella lo rincuora, lo scalda.
Pensa che davvero c'erano gli applausi più forti dei fischi, che con molta probabilità ci saranno commenti negativi su di lui e su quello che ha tirato fuori.
Deve solo concentrarsi su quello che fa più rumore.
«So' libero, Viò» soffia. Torna a sorridere.
«Sei libero, fratellone.»
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TIE BREAK
أدب الهواةIn un mondo in cui la pallavolo è lo sport nazionale - sì, più del calcio -, Simone e Manuel giocano in due squadre diverse, sono rivali in campo e non si stanno particolarmente simpatici... o forse sì? [Raccolta delle OS appartenenti alla socmed su...