Capitolo 4

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Finalmente è sabato e siamo alle ultime due ore di palestra. Al contrario delle altre ragazze io mi cambio in bagno e quando esco non trovo più nessuno. Metto i vestiti nel mio zaino e poi chiudo quest'ultimo in un armadietto con il lucchetto. Nella vecchia scuola rubavano e non vorrei succedesse anche qui. Vado in palestra dove tutti stanno chiaccherando, facendo passaggi a pallavolo e i maschi giocano a calcio. Ho sempre amato il calcio fin da piccola, anzi ho sempre amato lo sport in generale. Ci dividono in maschi e femmine e mentre questi fanno passaggi a palla canestro, noi ci dedichiamo alla ginnastica, ovviamente a coppie. Ma non esistono cose singole?
Lucy è con me dato che le altre non mi stanno particolarmente simpatiche. Iniziamo con addominali e flessioni, poi affondi e infine allungamenti. Nessuna delle due ha il fiatone. "Tenace la ragazza" penso con un sorriso.
<Sempre a coppie fate gli esercizi che ci sono scritti sul foglio che ora vi do> dice la professoressa.
Iniziamo con una semplice verticale, dove Lucy deve appoggiare le sue gambe sulle mie spalle. La seconda posizione invece consiste nel fare il così detto "aereoplano". Le dico che voglio stare sotto e di rimano mi sorride maliziosa. Ripenso alla frase appena detta e sospiro sorridendo.
-Non in quel senso- le dico.
Si lascia sfuggire una risatina e quando smette facciamo anche quest'esercizio. Mentre la tengo su il più possibile iniziamo a fissarci e tutto ció che ho attorno mi sembra sparire, i suoni sono attutiti. Sento una strana sensazione allo stomaco, come la sera prima e per questo decido di metterla giu. Guardo la terza posizione e la cosa mi turba un po'. Una di noi deve fare la verticale e arrivare a stringere le gambe ai fianchi dell'altra. Poi quella in verticale deve lasciare la presa al suolo e alzarsi, portandosi così in braccio alla compagna. Sto per dire che voglio essere io quella che tiene, quando Lucy mi guarda con fare di sfida.
~Stavolta tocca a te~
Mi metto davanti a lei e capendo i miei pensieri precede ció che sto per dirle.
~Ti tengo tranquilla, non ti lascio cadere~ e stavolta il suo tono è dolce. "Credo proprio sia lunatica" penso tra me e me. Mi posiziono davanti a lei e faccio la verticale. Sento le sue mani sulle mie gambe e poi il suo bacino tra quelle. Non so perchè ma inizio a sentirmi strana. Stringo la presa e in pochi secondi mi sollevo, trovandomi poi ad un centimetro dal suo viso. Mi scruta con quegli occhi profondi che mi fanno sentire piccola e nuda sotto di loro, dopo di che stringe la presa sui miei glutei. Mi accorgo del troppo contatto e scendo velocemente, staccandomi dalla sua presa. Si avvicina a me per prendere il foglio che mi sta accanto, quando poi mi sussurra un "Tranquilla, non ti mangio" e si allontana. Dopo cinque minuti la professoressa ci divide in due squadre e iniziamo a giocare a pallavolo. La mia squadra vince la prima partita 3 set a 2. Tutte esultano tranne me e Lucy. Noi ci guardiamo negli occhi e lei alza le spalle, come per dirmi che non comprende nemmeno lei. Mi scappa una specie di piccola risata per la faccia buffa che ha, ma poi mi fermo. Che cavolo mi sta succedendo? Prima sorrido lievemente, poi accenno sorrisi e ora ridacchio? Vengo riscossa dai miei pensieri da una voce di una della squadra avversaria che annuncia che sta per tirare. Passiamo una mezz'ora circa a palleggiare, fare punto e ricominciare. Siamo 1-1 set pari, stiamo giocando per quello definitivo. Rosa palleggia la palla a Tania, la sua amica ochetta, che la schiaccia nella direzione di Lucy, la quale la prende di bager. Prendo la palla di palleggio e gliela alzo, lei salta e schiaccia facendo punto. La prof fischia la fine della partita, dato che è ora di andarsi a cambiare per andare a casa. Nello spogliatoio tutte parlano della giornata, della lezione, di ragazzi e altre cose di cui non mi importa. Prendo il mio zaino dall'armadietto e vado in bagno a cambiarmi. Senza calcolare minimamente la porta semichiusa del bagno entro, chiudo a chiave e mi volto. Faccio un passo indietro e vado a sbattere contro la porta. Davanti a me trovo Lucy senza maglia intenta a cambiarsi. Mi guarda sorpresa ma la sua espressione cambia, diventando maliziosa oserei dire.
~Vuoi spiarmi per caso?~ dice lei.
Rimango imbambolata a fissare i suoi occhi e dopo passo il mio sguardo sul resto del suo corpo. Stringo i pugni e mi obbligo a guardarla in faccia.
-Pensavo non ci fosse nessuno, ora me me vado.- rispondo calma, o comunque provo ad assumere un tono calmo. Sto per girare la chiave quando mi blocca alla porta col suo corpo, mi tappa la bocca e scuote la testa. Sento delle voci parlare e capisco che, se ci vedessero insieme, nello stesso bagno, con lei mezza nuda, beh succederebbe il pandemonio. Il troppo contatto mi sta facendo uno strano effetto, devo allontanarmi subito. Provo a staccarla un po' ma lei si fa improvvisamente rigida. Si avvicina piano al mio orecchio e sussurra il più piano possibile.
~So che non ti piace ma se mi sposti ora cado nella turca.~
A sentire quelle parole le mordo la mano per non ridere e le tappo la bocca per non farla urlare. Quando non sentiamo più nessuno sospiriamo, poi lei all'improvviso mi morde la mano nello stesso punto dove l'ho morsa io.
~Ora siamo pari~ dice mentre si allaccia la camicia. Rimango un po' sorpresa dal gesto ma torno in me quando mi dice di muovermi a cambiarmi, dato che tra poco suona la campanella.
-Esci- dico solo. Mi guarda strano ma esce e chiude la porta. Sospiro e mi cambio velocemente. Avrei potuto anche cambiarmi davanti a lei, ma non voglio si vedano le cicatrici che ho sulla pancia e sulla schiena. Le ho sempre nascoste a tutti non potendo dire il motivo per cui le ho. Esco e metto i vestiti da ginnastica nello zaino, prendo il telefono, le cuffie e mi avvio all'uscita. Trovo Lucy ad aspettarmi e come sempre mi accompagna alla fermata. Prima di andare via mi chiede se ho da fare domani. A parte studiare di mattina sono libera quindi le rispondo scuotendo la testa.
~Bene, domani da Starbucks alle 15:00, non accetto no~ e detto questo si dirige verso la sua moto. Torno a casa con una strana sensazione e fastidio allo stomaco. È come se fossi in ansia, ma per cosa?

You're my storm.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora