Capitolo 3.

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*Monday you send me flowers.
Tuesday made me feel stupid.
Wednesday the world was ours.
Thursday we didn't prove it.
Friday fell back in love.
Saturday we didn't talk.
Sunday you said you needed space..*

Mi sveglio sentendo "Who are you" risuonare nella stanza. Spengo la sveglia dopo circa dieci secondi e guardo l'ora sul telefono. 6:00 e batteria al 40%. Sgrano gli occhi e metto subito il cellulare sotto carica, disattivo le altre quattro sveglie sul telefono e metto la tuta. Esco di casa e inizio a correre per mezz'ora circa, arrivando senza nemmeno sapere come alla fine di un boschetto. Non sapevo a New York ci fosse anche spazio per la vegetazione. Davanti a me vedo un piccolo lago color azzurro cielo. Il sole sta sorgendo e i raggi che accarezzano la superficie dell'acqua danno vita ad un effetto quasi cristallino. Controllo l'ora sull'orologio da polso e noto che sono le 6:40. Sospiro frustrata dal dover tornare indietro e corro più veloce che posso nella direzione da cui sono arrivata.
Dopo una bellissima doccia rinfrescante ed essermi preparata in cinque minuti, esco di casa in fretta, dopo aver preso cuffie, telefono e zaino. Mi fermo poco prima di chiudere la porta. "La felpa e il cappello" penso. Corro a prenderli e li infilo mentre mi dirigo alla fermata.
• • •
Per mia fortuna sono arrivata in tempo per prendere l'autobus e sono in perfetto orario a scuola. In realtá sono ancora le 7:45 quindi ho ancora un quarto d'ora per stare nel mio mondo. Mentre aspetto davanti all'entrata della scuola che aprano i cancelli (aprono alle 8:00), vedo in lontananza Lucy che parla con un ragazzo poco più piccolo di me, penso andrá in seconda superiore. Gli accarezza amorevolmente i capelli neri e mossi e lo lascia andare dai suoi amici. Noto che nessuno parla con lei, o in realtá nessuno le si avvicina. O per lo meno così credevo. Mentre si incammina verso di me viene fermata da qualcuno. La vedo girarsi e rimanere quasi pietrificata. Incuriosita mi sposto leggermente per vedere chi è l'artefice della sua immobilizzazione. Un ragazzo alto credo 1,75m le sta parlando di qualcosa che non capisco e dalla faccia di Lucy capisco che la cosa la sta irritando. Mi avvicino per capire cosa succede. Non mi é mai importato molto di quel che fanno gli altri, ma stavolta è diverso. Lei l'ho sempre vista rilassata e allegra se cosí possiamo dire, e notare questo cambiamento improvviso mi incuriosisce. Sono a circa tre metri da lei, quando Lucy tira uno schiaffo al ragazzo e si volta rimanendo sorpresa di vedermi così vicino. Mi dirigo verso di lei a passo veloce, la scanso di poco e blocco il calcio che il ragazzo stava per darle. Lui rimane sorpreso e veloce ritira la gamba.
-Tommy ma sei pazzo? Volevi davvero tirarmi un calcio? Vigliacco.- sputa acida lei essendosi voltata e avendo visto l'accaduto. Guardo il ragazzo disgustata e lascio che Lucy si metta davanti a me. Mentre mi passa a fianco riesco a sentire l'odore del suo shampoo alla fragola e mi sussurra un "grazie". Mi salgono dei piccoli brividi di cui non capisco il motivo e cerco di mantenere la mia aria impassibile. Lucy si piazza davanti a Tommy e, al contrario di ció che mi aspettassi, gli tira un calcio nelle parti intime facendolo accasciare al suolo. Ridendo mi prende per mano e mi trascina in classe. Nel tragitto la guardo un po' storta, e lei non so come, capisce il mio fastidio e lascia la mia mano.
~Lo so, mi sono lasciata prendere. Un giorno mi dirai perchè non ami il contatto fisico.~ dice sorridendo amaramente. Perchè cambia umore così di punto in bianco? Entriamo in classe insieme e tutti ci guardano straniti. Ma cos'hanno tutti in sta scuola? Entrambe ci sediamo ai nostri posti senza dire nulla e poco dopo entra la prof di francese. La mattina passa veloce e noiosa, fino a quando, poco prima che suoni la campana, il prof di storia ci assegna una ricerca da fare.
<A coppie> aggiunge sorridendo.
Tutti iniziano a dirgli con chi vogliono stare e quando tocca a Lucy non risponde.
-Lei è con me- dico al posto suo. La classe sgrana gli occhi e lei, mi guarda stordita. Suona la campanella e tutti, come al solito, escono come bufali impazziti. Metto a posto le mie cose e mi piazzo davanti al banco di Lucy aspettandola. È dal secondo giorno di scuola che mi segue fino alla fermata, quindi ormai tanto vale aspettarla. Non mi da fastidio la sua compagnia e la cosa é alquanto strana, odio circa ogni persona sulla faccia della terra che ho incontrato. Mi fissa intensamente con quelle due pozze nere che ha al posto degli occhi e fa poi un sorriso beffardo. Senza accorgermene é ad un soffio da me e mi fissa le labbra. Non so perchè ma invece di fregarmene e uscire dalla classe rimango li in piedi, dopo di che mi mordo il labbro inferiore in segno di sfida. Il nostro "momento" o come volete chiamarlo viene interrotto da una delle ragazze di ieri.
<Blah, Lucy potresti trattenerti almeno a scuola, con la nuova arrivata poi, ti accontenti di tutto> dice poi ridendo con la sua amica con una voce da papera.
Lucy dal canto suo si tappa un'orecchio ed io capisco perfettamente perchè. Quella risata uccide i timpani. Sospiro spazientita e inizio a camminare avanti verso l'uscita. Poco prima di superarle Lucy risponde alla sua ridicola sceneggiata.
~Rosa, quella che dovrebbe trattenersi qui sei tu. In bagno fai meno versi la prossima volta. Ah per la cronaca, lei~ dice indicandomi ~é mille volte meglio di te.~ dice fredda. Dio ma quella ragazza è lunatica o cosa? Prima è allegra, poi scocciata, poi rilassata e ora fredda come il ghiaccio. Sorrido lievemente alle ultime parole ma smetto subito, perchè sento lo sguardo di lei su di me.
-Comunque oca starnazzante, la bionda è già impegnata quindi mi spiace ma tu non hai speranze con lei. Sopratutto col carattere che ti ritrovi.- dico indifferente. Lei fa dei versi strani isterici e se ne va, mentre Lucy ride. Non avendo le cuffie odo la sua risata alla perfezione e non credo di averne sentita mai una così bella. Mi permetto un sorriso e poi la invito a muoversi altrimenti perdo l'autobus. La saluto con un ciao e un mezzo sorriso e corro verso il veicolo.
Arrivata a casa inizio a studiare per la verifica di inglese, traducendo prima in italiano, dopo di che mi siedo sul letto sfinita. Ricordo di non aver pranzato, allora scendo in cucina e mi faccio due toast. La giornata passa veloce come sempre, e alle 22:00 mi addormento con una strana sensazione allo stomaco.

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