Capitolo 10

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Finalmente è domenica, non vedevo l'ora di fare la nullafacente. Ho lo stereo a tutto volume e sto cantando a squarciagola usando il telecomando di questo. Per fortuna abbiamo una casa tutta nostra e non devo preoccuparmi dei vicini. Vedo lo schermo del telefono illuminarsi e quindi saltellando vado a vedere chi é.
"Da mamma: tra poco vengono dei colleghi di lavoro a casa, abbassa il volume o esci"
Sbuffo. Sempre molto gentile nel dire le cose. Spengo la musica e vado a vestirmi. Indosso dei jeans chiari, una felpa col cappuccio nera e le all star nere. Lascio i miei ricci come stanno, dato che stranamente oggi sono decenti ed esco. Infilo le cuffie e faccio partire la musica, la quale mi estranea da tutto. Le strade di Manhattan brulicano di persone e come sempre mi sorprendo. Dove vivevo in Australia non c'erano folle del genere. Inizio a vedere qualche vetrina quando poi scorgo due figure familiari parlare un po' più appartate. Mi avvicino mantenendo una certa distanza e finalmente capisco chi sono. Lucy e la sua ex ragazza stanno parlando, o meglio, discutendo di non so cosa. Piano piano iniziano ad alzare il volume, fino a quando non iniziano quasi ad urlare. Tolgo le cuffie per sentire che sta succedendo.
~Sono tutte scuse, se davvero ci tenevi non facevi quel che hai fatto~ dice Lucy.
<Mi dispiace ma avevo bevuto un po', non è stato niente per me> dice l'altra.
~E ci hai messo tutti questi mesi per capire che ti mancavo? Non prendermi in giro.~ sbotta Lucy.
La ragazza dai capelli neri si avvicina di scatto e la bacia. L'assistere a quella scena mi fa quasi arrabbiare. Lucy la spinge via e si asciuga le labbra.
~Che cavolo fai?~ dice di rimando. Mi sento stranamente sollevata dal suo rifiuto, ma la ragazza dai capelli neri ci riprova. Stanca di stare li a guardare mi dirigo verso di lei e mi metto tra le due.
<E tu chi cavolo sei?> urla isterica l'altra. Io la ignoro e mi volto leggermente verso Lucy.
-Tu ora vieni con me- le dico fredda. Lei ancora sorpresa annuisce lievemente con il capo.
<Lei non va da nessuna parte> ringhia lei. Sta ragazza mi ha rotto.
-Ascolta un po' tu, mi hai davvero stancata. Vai da quel rincoglionito di Tommy e non rompere. Lei non ti vuole, sta bene ora e non permetteró che una troia come te me la porti via.- e detto questo porto via Lucy tenendola per un polso. La ragazza dai capelli neri corre davanti a me bloccandomi la strada. Dio è insistente.
<Non sei nessuno per metterti in mezzo quindi sparisci> dice stavolta. Non sono nessuno? Ah vedremo. Faccio avvicinare Lucy al mio fianco che ha l'aria di una che non ci sta capendo nulla. Con grande sorpresa mia e sua io le prendo la mano e intreccio le nostre dita. Guardo l'ex di lei negli occhi, assumendo l'espressione più fredda e glaciale che conosco. Lei ci guarda incredula e dopo averci mandate a fanculo se ne va. Sospiro stanca, ci mancava solo questa. Velocemente la mia mente mi riassume tutto ció che ho appena fatto e detto, e quando mi riscuoto dai miei pensieri la bionda inizia a camminare velocemente, svoltando poi in un vicolo isolato. In tutto il tragitto le nostre mani sono rimaste unite e più una delle due stringeva la presa, più io mi sentivo strana, ma bene. Arrivate circa al centro della strada deserta mi lascia la mano.
~Perchè l'hai fatto?~ chiede lei. Il suo tono di voce è tra il serio e il confuso, ma i suoi occhi sono indecifrabili.
-Ho visto che ti importunava e ho pensato di aiutarti, se ti ha dato fastidio mi spiace-, ovviamente mento. Non so nemmeno bene io il perchè l'abbia fatto, so solo che quando ho visto il bacio non ho capito più niente.
~Amy, rispondimi seriamente.~
-Sono serissima.-
~Quindi anche il "non lasceró che una troia come te me la porti via" faceva parte della tua messa in scena?~ dice scandendo bene le ultime parole. In effetti no, quelle cose le pensavo sul serio, e le penso anche ora. Non rispondo, sposto solo lo sguardo al vuoto e arrossisco. Perchè deve farmi sentire così? È come se distruggesse tutte le mie difese solo con gli occhi. Sospira frustrata e si avvicina. Io resto ferma, la seguo con gli occhi, e non smetto di fissarla finchè non è ad un passo da me.
~Perchè devi essere così complicata?~ mi dice all'improvviso lasciandomi sorpresa.
-Io complicata? Ma se un momento prima vuoi baciarmi e l'attimo dopo fai finta di nulla e ti comporti come se non fosse successo niente!- ribatto.
~Nemmeno tu ne parli~
-Ma mi sembra di averti fatto capire che io ne voglia parlare. Dio non mi fai capire nulla- sospiro stanca.
~Quindi è questo? È perchè lei mi ha baciata che ti sei arrabbiata tanto~ intuisce. Sorride maliziosa e si avvicina a me, così tanto da farmi perdere l'equilibrio e farmi appoggiare la schiena contro il muro. Rieccole quelle sensazioni strane e piacevoli dentro di me ritornare a galla. Lucy mi prende il mento tra le dita della mano destra e lo alza di poco, portando il mio naso a sfiorare il suo. Il cuore lo sento fermarsi, il respiro anche, i pugni da serrati si sciolgono. Sento la morbidezza delle sue labbra sulle mie e sia il cuore e sia il respiro ritornano. Le appoggia lievemente, senza approfondire il contatto. Si stacca pochi secondi dopo con una strana espressione negli occhi. La vedo allontanarsi da me, che sono ancora pietrificata al muro.
~Ti prego non guardarmi così, ho aspettato quattro mesi solo per abbracciarti e darti un bacio sulla guancia. Non avrei resistito un attimo di più in questo momento a non baciarti.~ ammette. Tutto ció che dice a malapena lo ascolto, sto ancora pensando al suo gesto e a quanto mi senta bene. Mi avvicino di slancio, un po' troppo credo, dato che la faccio indietreggiare fino a farle sbattere la schiena contro il muro parallelo all'altro. Non sento nessuno, nemmeno un passo. Siamo sempre e solo io e lei.
~Che hai ora? Vuoi prendertela per quel che ho fatto? Sei stata tu a dirmi che...-
La bacio senza farle finire la frase. Stavolta non è un bacio delicato come prima, é un bacio più affamato, più vorace. È come se riprendessi a respirare. Non sapevo che una persona potesse farti sentire cosi bene. Mi attira a se e ricambia il bacio poco dopo. Sembriamo due persone in astinenza, anche se non so da cosa dato che è la prima volta che ci baciamo. Le succhio il labbro superiore e poco dopo la sua lingua chiede l'accesso alla mia bocca. Mi stacco per riprende fiato e lei, prima di lasciarmi andare, morde il mio labbro inferiore. La guardo storta per il gesto ma poi rido. Il nostro momento viene interrotto dal mio telefono che squilla. Mia madre di nuovo. Leggo l'ora e noto che sono le 20:00. É tardissimo.
-Io devo andare, mia madre mi aspetta a casa- dico imbarazzata. Se un solo bacio mi riduce così figuriamoci fare altro. Oddio. Cosa vado a pensare ora?
Mi sorride serena, quasi come si fosse tolta un peso e mi accompagna fino a casa in moto. Non riesco a parlare perchè mia madre è appostata davanti la porta di casa. La saluto con la mano ringraziandola del passaggio e poi entro in casa. Varco la soglia sorridendo e mi dirigo in camera per cambiarmi. Mia madre mi guarda strano e so anche perchè. Da quando un'anno fa morì mia sorella, io smisi di ridere, sorridere, a mala pena parlavo e tenevo tutti alla larga, più di quanto facessi prima. Lei in quattro mesi mi ha stravolta, e inizio a pensare che questo sia solo l'inizio.

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