Capitolo 24

10.7K 412 9
                                    

~Shh tranquilla ora ci sono io~
sento dire alla figura china su di me. Alzo la testa e vedo Lucy difronte a me che mi mantiene per le spalle. Istintivamente l'abbraccio e la sento ricambiare più forte di quanto mi aspettassi.
Provo ad alzarmi e con mia sorpresa ho recuperato il controllo del mio corpo. Quando Lucy si sposta vedo due poliziotti arrestare colei che mi ha aggredita e Lucy poi pone loro una telecamera. Se ne vanno in fretta, dopo essersi assicurati che io stessi bene. Mi guardo le mani ancora rosse per la forte stretta che avevo sul collo di quella bastarda, le chiudo a pugno e la destra mi fa alquanto male. ~Dimmi che non ti ha fatto del male, che sono arrivata in tempo~ chiede quasi in panico. Non so davvero cosa rispondere. Per una parte del male me ne ha fatto, ma non è riuscita a farmi niente nell'altro senso, tranne che sbavarmi a dosso e toccarmi il sedere. Sento la presa sulle mie braccia rafforzarsi e capisco di doverle rispondere alla svelta.
-Mi ha aggredita e iniettato quella roba, ma a parte quello è riuscita solo a toccarmi il sedere- confesso guardandola. Vedo il suo sguardo spostarsi sul pavimento, per poi incupirsi e nello stesso tempo ardere di rabbia.
-Guardami- ordino in tono dolce.
Chiude gli occhi per qualche secondo, poi li apre e guarda fissa i miei.
-Sto bene, mi hai salvata tu e non potró mai ringraziarti abbastanza.-
Sorride triste, ma penso che insistere sarebbe inutile ora. La faccio dormire a casa mia, dopo essere passate a casa sua a prende lo zaino, la divisa ed un cambio di intimo. La giornata la passiamo sul mio letto a vedere un film, a fare la lotta con i cuscini, giocare alla x box e a parlare un po' di entrambe. Ai miei genitori non diciamo nulla, parliamo solo con la preside via telefono. Per fortuna nessun prof domani ci potrà interrogare o fare qualsiasi domanda, altrimenti se avessimo dovuto studiare sarebbe stato un disastro. In questo momento ho solo voglia di rilassarmi e non pensarci. Sono ormai le 2:00 ed io inizio ad avere sonno. Sono tra le sue braccia, con il volto rivolto verso di lei, mentre mi accarezza delicatamente una guancia con il pollice, avendo la mano appoggiata su una di queste.
~Come stai?~ chiede a bassa voce.
-Bene, credo- rispondo pensierosa.
-Sai, mentre ero li, impotente, immobilizzata, con lei sopra di me, mi è tornato in mente quando ho trovato Kayli al suolo sotto quello stronzo.-
Sento un groppo in gola, la voce tremare e la rabbia salire.
-Se solo io ci fossi stata! S-se solo io fossi tornata prima...se s-solo io..-
Sento le lacrime rigarmi il viso e capisco di essere al limite. Inizio a piangere e ad urlare contro il suo petto, liberando tutta la rabbia e la frustrazione che ho sempre tenuto dentro. Lei mi stringe a sé e mi accarezza il capo e la schiena. Non so per quanto vado avanti, ma lei non mi lascia sola nemmeno per un secondo. Quando mi calmo mi asciuga le lacrime dagli occhi e mi lascia un casto bacio sulle labbra.
~Non è stata colpa tua, smettila di incolparti.~ sussurra al mio orecchio. Mi rannicchio più che posso al suo fianco, consapevole della verità delle sue parole. Mi bacia i capelli e prima di addormentarmi mi dice:
~Io saró sempre qui, in qualsiasi momento. Io non me ne andró.~
Mi addormento con un lieve sorriso sulle labbra, anche se dentro di me sento che qualcosa si è rotto.
• • •
Ci alziamo di mala voglia e andiamo a scuola entrambe assonnate. Restare sveglie fino a tardi non è stata una buona idea. La giornata passa veloce e stranamente nessuno mi infastidisce, nemmeno il gruppo di Rosa. Nel pomeriggio Lucy mi porta a fare un giro per New York, tra negozi, bancarelle e sale karaoke. Camminiamo per mano e le persone ci guardano confuse, come se fossimo degli alieni che vanno a spasso tranquillamente sulla terra. Si ferma a prendere un gelato e in quel momento mi accorgo di quanto mi abbia cambiata. Se prima ero un pezzo di ghiaccio, ora sono l'acqua che ne è derivata dal suo scioglimento. Se prima ero fredda e dura come il ghiaccio, ora sono fragile come il vetro. Se lei ora se ne andasse, tutto ció che rimarebbe di me morirebbe, tornerei ad essere un guscio vuoto. Mi riscuoto dai miei pensieri vedendola tornare indietro con un sorriso smagliante. Il gelato è per me ciò che è la cimbella alla crema, mi trasmette solo cose positive.
~Sono sporca?~ mi chiede dopo avermi rubato l'ultimo cucchiaino. Mi avvicino a lei e, dopo aver leccato via i residui della fragola dalle labbra e dal naso, le sorrido divertita.
-Ora non più- e ridacchio. Inaspettatamente mi attira a se e mi bacia. Arrossisco e lei ride come al solito, facendomi notare sempre di più quanto io mi senta come una bambina. Perchè è vero, quando sono con lei mi sento piccola e fragile, mentre lei si prende cura di me e cerca di proteggermi.
Mentre torniamo a casa due ragazzi leggermente mingherlini si avvicinano. Io stringo la mano di Lucy e le faccio cenno col capo di continuare ad andare dritto.
Si mettono davanti a noi e iniziano a squadrarci da capo a piedi, manco fossimo puttane.
<Ma che belle ragazze abbiamo qui> dice uno dei due. Puzzano di erba ed alcol e questo basta a farmi irrigidire e diventare seria. La bionda al mio fianco nota il mio cambiamento e questo, la porta ad intimare ai ragazzi di andarsene. Avranno ad occhio e croce la nostra età, e non avendo quasi nessuna traccia di muscoli non dovrebbero nemmeno avere tanta forza. Io grazie agli allenamenti di box e di judo so anche cavarmela, ma lei non mi ha mai detto se sa difendersi da sola. Uno dei ragazzi cerca di prenderle la mano libera, ma lei la ritrae velocemente.
~Non so cosa volete ma noi andiamo di fretta~ dice in tono distaccato.
<Vogliamo solo divertirci un po' con voi, nulla di più> dice l'altro sorridendo maniacalmente. È bruno e alto quanto me, gli occhi sono castano chiaro e rossi. L'amico è biondo, occhi verdi e alto poco piú di Lucy.
~A noi non interessa, siamo impegnate~ risponde scocciata lei. Al solo pensarci mi viene da arrossire, ma mi trattengo.
<Non lo sapranno mai, avanti, lo sappiamo che in fondo lo volete anche voi> dice il biondino. Si avvicina velocemente tirando Lucy per un braccio, sottraendola dalla mia presa. Lei gli tira un pugno, ma non riesce a tornare da me, perché l'amico di lui la trattiene da dietro. Vedo a rallentatore la scena, mentre la mia testa ripete ossessivamente "No. Fermi. Anche lei no."
Quando le tirano uno schiaffo perdo la testa. Corro verso il bruno tirandogli un calcio nei testicoli, facendogli mollare la presa e facendolo accasciare a terra. Gli tiro un calcio circolare che lo fa svenire cadendo di lato.
Lucy intanto ha dato una testata al biondino ed è riuscita a raggiungermi.
<Brutta troia vieni qui!> urla impazzito. Mi dirigo verso di lui, evito un debole destro, gli afferro il braccio e glielo giro rompendolo. Urla di dolore e si sdraia sul marciapiede iniziando a piangere e a chiedere aiuto.
<Chiama di nuovo troia la mia ragazza e prova solo a toccarla di nuovo, ed io ti rompo anche l'altro> sibilo infuriata. Chiamo un ambulanza e poi prendo Lucy per mano iniziando a correre. Arriviamo davanti ad un parco e ci sediamo su una panchina. Prendiamo fiato dalla corsa fatta e restiamo in silenzio per qualche minuto.
~Voglio che mi insegni~ dice ad un tratto lei. La guardo senza capire.
~Voglio che mi insegni a difendermi, cosí che possa proteggerti quando ci sono situazioni come questa.~
È seria, decisa e capendo i suoi sentimenti annuisco, sedendomi poi a cavalcioni su di lei.
-Ora peró baciami- e mi fiondo sulle sue labbra. Dopo quella situazione, dopo quella corsa, ho l'adrenalina che attraversa il mio corpo da testa a piedi. Le mie mani che si trovano sul suo viso, scendono fino ai fianchi. Ci stacchiamo ansimando e giuro che, se avessi aspettato ancora un po', l'avrei direttamente spogliata senza aspettare di arrivare a casa.
~Qualcuno qui è particolarmente vogliosa~ dice con voce suadente.
Sa che ha ragione, ma odio quando si sente potente per farmi sentire così.
-È una tua impressione- sbotto.
Infila la mano nei leggins e tocca la mia intimità con due dita. Sussulto al contatto e mi mordo il labbro inferiore.
~Qua sotto è parecchio bagnato peró~ dice con sorriso trionfante.
-Te lo stai immaginando- rispondo cercando di non sussultare di nuovo. Mi sta accarezzando l'entrata dalle mutande e basta questo a farmi provare piacere. Mi accascio su di lei, i respiri si fanno sempre più irregolari, fino a quando non infila la mano nel mio intimo e fa entrare in me due dita. Blocco il gemito mordendole il collo e più lei spinge con le dita, più io le succhio la pelle nel punto in cui l'ho morsa. Quando sto per venire le ritira e le pulisce sui suoi jeans stretti.
~Come dicevi?~ dice divertita al mio orecchio. La guardo con uno sguardo omicida.
-Ti odio- rispondo affannata.
~Ti voglio~.
Si alza con me in braccio e mi porta nel suo appartamento, che non avevo notato si trovasse nella traversa dopo il parco. Quando raggiungiamo il letto, iniziano le danze.

You're my storm.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora