Capitolo 34

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(Descrizione-verso la fine-di una scena leggermente forte)

< Uhm...si ecco.. È successo ieri..> continua lei cercando di spiegarmi. Spero lo faccia perchè ora sono confusa.
<Dopo sabato non mi ha parlato per tutta la giornata: non rispondeva ai messaggi, alle chiamate, neanche alle e-mail. Le avevo detto ciò che ti ho spiegato poco fa e lei si è arrabbiata moltissimo, ed io non posso darle torto. L'ho messa spesso in cattiva luce e in alcuni guai, ma lei è sempre rimasta. E sapere che tutto questo è stato solo per far contenti i miei genitori l'ha fatta incavolare di brutto.>
Sospira e vederla così mi stranisce parecchio.
-L'hai fatto perchè tieni ai tuoi, non devi sentirti in colpa per questo. Devi sentirti in colpa per quello che hai fatto di esagerato. Puoi rimediare se vuoi e mi pare che tu lo voglia- cerco di farla riprendere. Stare con Lucy mi ha addolcita troppo. Per la prima volta mi sorride e credo che tra poco stia per finire il mondo: lei non mi sorride MAI. La guardo confusa ma poi riprendo a guardare dritto davanti a me.
-Continua-
Si riscuote, si schiarisce la voce e ricomincia il racconto.
<Stavo dicendo.. Ah si, si è arrabbiata parecchio. Dopo anni che la conosco é stata la prima volta in cui non l'ho sentita e vista per un giorno intero. Stavo male, tanto. Ieri sono andata a casa sua per spiegarle tutto come si deve, per scusarmi anche con lei e per farle capire che voglio cambiare, voglio smettere di avere paura ed iniziare ad essere me stessa. Solo che quando sono andata a casa sua...>
Si blocca, come se parlarne la ferisse parecchio.
-Era con un altro- dico tirando ad indovinare. Mi guarda incredula ed annuisce.
<Quando quel tipo mi ha aperto la porta mezzo nudo ho sentito un vuoto dentro inspiegabile. Sono andata via senza dire nulla. Per tutto il giorno ho cercato di capire il perchè di quelle brutte emozioni che mi distruggevano piano piano, poi ci sono arrivata... Penso di averlo sempre saputo ma fino a l'altro giorno non ci ho mai davvero ragionato..>
Dio queste trecentomila pause mi stanno irritando.
<Io provo qualcosa per lei,Amy, ma non so come dirglielo. Io non so nemmeno se la cosa l'abbia accettata io... Fatto sta che ieri sera sono andata da lei e le ho detto tutto, tranne quel che provo. Quando si è avvicinata per abbracciarmi, io senza pensarci l'ho baciata. Poi sono corsa via per paura che le avesse fatto schifo, che mi giudicasse. Stamattina ho ignorato l'argomento e ho fatto finta di nulla. Come hai visto ho fatto la cosa sbagliata e lei mi ha tirato uno schiaffo per farmelo capire.>
Sta sorridendo amaramente ed io di vederla così mi sono rotta le ovaie. Mi giro completamente verso di lei e lei mi guarda confusa. Le tolgo le sbavature di trucco con una salvietta umidificata e poi mi alzo, sgranchendo le gambe.
-Sai una cosa? Io e Lucy abbiamo discusso un sacco di volte su questo. Lei mi corteggiava se si può dire così, mi dava attenzioni, ma subito dopo faceva finta di nulla per paura che io non provassi le stesse cose. Ma come sai non è così- dico sorridendo divertita. Mi guarda stupita e poi si alza anche lei, stiracchiandosi.
-Vai da lei. Adesso. Dille tutto quello che senti senza pensare alle conseguenze. Se lei stamattina ti ha schiaffeggiata, ti comunico che l'ha fatto perchè quel bacio lo voleva anche lei. Ma tu sei scappata e poi hai ignorato tutto, confondendola, ferendola e facendole credere che tu te ne sia solo approfittata.-
Mi volto dandole le spalle e vado verso l'autobus che sta arrivando.
-Rosa vai da lei ora, prima che sia troppo tardi- consiglio ormai urlando per la lontananza. La sento urlare un "Grazie" e poi odo i suoi passi andare verso il suo scooter. "Stai diventando troppo tenera" mi dico ridacchiando. Salgo sull'autobus e chiamo Lucy come promesso. Il telefono squilla a vuoto e quindi riprovo dopo qualche minuto. É dalla nonna oggi e forse ha lasciato il telefono in giro da qualche parte. Non risponde. La chiamo per tutto il tragitto finché non arrivo a casa. Risponde prima che apra la porta.
-Dio ma che cavolo stai combinando? Mi stavo preoccupando- sbotto.
Non sento risposta, solo silenzio. Poi inizio a sentire dei sospiri, affannati direi.
~Amy.. Qualsiasi cosa ti diranno ti prego non venire. Scap- ~ non la sento più. Inizio ad urlare nel telefono preoccupata. Sento un leggero respiro e mi rilasso per qualche secondo.
-Ci sei? Ti prego rispondimi!- sto urlando mentre sussurro e per poco non mi strozzo.
<Mi dispiace la tua amica è svenuta> dice una voce dall'altra parte del telefono. La riconosco subito e la rabbia e l'ansia si impossessano di me.
-Tu, brutta stronza, che cosa le hai fatto?- ringhio.
<Ma come siamo maleducate> e dopo questa frase sento Lucy urlare.
-Ferma, non la toccare- urlo.
<Wow, a quanto pare hai dei sentimenti anche tu.>
Ride divertita, come se avessi appena fatto una battuta.
-Cosa vuoi?-
<Te. Jason ti vuole vedere sai? Gli manchi tanto.>
-Dove sei? Dimmi dove sei e vengo da te. Ma tu non dovrai più toccarla con un dito da ora e quando arriveró la lascerai.-
Sono arrivata tardi una volta per salvare Kayli, non faró lo stesso sbaglio di nuovo. La sento sorridere soddisfatta.
<Bene, d'accordo. Vieni nel palazzo difronte Starbucks, quinto piano. Ah vieni da sola.> poi attacca. Urlo fino a non avere più aria più e più volte, scaricando la rabbia e la paura. Quando mi sono finalmente calmata entro in casa e prendo un coltellino a doppia lama, lo spray al peperoncino ed esco. Lungo la strada vedo migliaia di persone che ridono, si ignorano, urlano o semplicemente sono tranquille. Rivolgo i miei pensieri per una attimo a loro, chiedendomi se come me, in realtà stanno affrontando un momento difficile anche se non lo danno a vedere. Raggiungo il palazzo indicatomi e mi rendo conto di non averlo mai notato. "Forse eri così concentrata a guardare lei che non ti sei accorta del resto" mi suggerisce la testa. Chiudo gli occhi e prendo un bel respiro. Salgo tutte le scale, finchè non arrivo ad un cancello enorme aperto. Lo attraverso e dopo un minuto circa mi trovo in una stanza enorme. Inizio a chiamare Lucy, quella pazza della mia ex prof di Inglese e Jason. Non risponde nesuno. Avanzo di qualche metro è ció che vedo mi paralizza. Lei è li, legata ad un palo per i polsi con una corda, con le labbra leggermente sporche di sangue e dei lividi sulle braccia e sulle gambe. Quando vedo i vestiti strappati e dei segni sul suo corpo mi sento quasi svenire. Corro verso di lei e inizio a slegarla. Appena riesco nel mio intento, appoggio il suo capo sulle mie gambe e le accarezzo leggermente il viso. Guardo inorridita ciò che le hanno fatto e vorrei tanto poterli incenerirli col pensiero. Ha la camicia strappata leggermente e dei segni simili a tagli sul petto. Per fortuna non sono profondi ma del sangue è uscito lo stesso, così come sulle coscie. Apre gli occhi lentamente e respira stanca.
~Ti avevo detto di non venire, non ascolti mai~ mi sorride. Come fa a sorridere in un momento come questo?
-Shhh, non parlare, riposati. Che ti hanno fatto? Ti prego dimmi che non sono andati oltre.-
Se fosse così li ucciderei sul serio, senza pietá. Scuote la testa e una parte di me si rilassa.
~Solo usato un taiser per darmi la scossa quando rispondevo male, schiaffi, pugni e qualche taglio con un pezzo di vetro~.
Solo? Spero stia scherzando. I sensi di colpa tornano a farsi sentire.
-Solo? Se io non avessi chiesto di lasciarti stare tu ora...- non riesco a pronunciare quella parola. Mi accarezza una guancia.
~Io resteró con te qualunque cosa accada. Ora stammi a sentire. Ho avvertito Paul, il mio amico poliziotto di tutto questo e la polizia sarà qui presto.~
-Ma come- -
~Amy te lo spiegheró quando sarà finito tutto, ora devi solo resistere e prendere tempo~
Si é appoggiata al palo a cui era legata ed io sono in ginocchio davanti a lei. Sembra si stia riprendendo, ma è ancora troppo debole per alzarsi. Annuisco e l'abbraccio.
-Noi usciremo da qui.-
Non finisco nemmeno di dirlo che inizio a sentire dei passi in lontananza. Rimbombano e non riesco a capire da che parte arrivano. Mi alzo in piedi e aspetto. Poco dopo mi si presentano due figure più o meno alte uguali. Riconosco subito la Laurens che mi guarda sorridendo maligna, poi al suo fianco c'è Jason. Mi guarda come fossi un fantasma ma poi incrocia le braccia e ride di gusto.
<Stavolta non sbaglieró e tu non ti salverai. Ma potrei anche iniziare dalla bionda, così avrai anche lei sulla coscienza> sembra parli di un menù piuttosto che di due persone.
<Dimmi, Amy> calca il mio nome <la salverai o la lascerai morire come Kayli?>
e scoppia di nuovo a ridere. Lo odio, li odio. Sento come se il sangue non stesse più circolando nel mio corpo, ma anzi, come se fosse congelato. Devo prendere tempo, devo resistere. Lo devo a Lucy e a Kayli. Resisteró qualsiasi cosa faranno e diranno. La polizia sta arrivando, è questione di tempo.

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