Il compleanno di Lucy

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È ormai giugno, il caldo si fa sentire e l'aria oggi è afosa. È l'ultimo giorno di scuola e finalmente è l'ultima ora. Dato il cambio dei posti fatto ad aprile, io e Lucy siamo vicine in fondo alla classe, mentre Max e Travor sono in quelli centrali e Rosa, Tania e il resto del suo gruppo sono in prima fila. Tutti noi siamo diventati buoni amici, anche se l'unica persona di cui mi fido a parte Lucy, è Max. La lezione di francese è quasi finita ed io sto morendo di caldo. Apro la finestra e dopo due o tre minuti, sento una lieve brezza accarezzarmi le braccia scoperte, dato che indosso una camicia bianca a maniche corte. Lucy è da un po' che mi guarda di sfuggita e poi torna a fissare un foglio davanti a lei, scrivendoci poi qualcosa con la matita. Va' avanti così da ormai un'ora ed io, sono parecchio curiosa di sapere che sta combinando. Distolgo lo sguardo dal prof e lo rivolgo verso di lei. Ha la camicia sbottonata fino al seno, dove intravedo il reggiseno color vaniglia e la sua pelle scoperta. I capelli ormai lunghi fino a metà busto, ricadono lateralmente alla sua sinistra, mentre una ciocca ribelle, le scende lungo la guancia destra. Ha un espressione concentrata e seria, gli occhi neri che scrutano ogni centimetro del foglio e la sua mano che vaga su questo in modo schematico e calmo. Più che scrivendo penso stia disegnando. Ho sempre trovato il suo modo di disegnare bellissimo, come lei d'altronde. Le faccio una foto di nascosto, rimetto il telefono in tasca e ritorno ad osservarla. Mi guarda improvvisamente e i nostri sguardi si incrociano. Mi mordo distrattamente il labbro inferiore e sposto il mio sguardo sul prof, che sta scrivendo delle cose alla lavagna. Ricomincio a prendere appunti, finche' la mia concentrazione non viene disturbata. Sento la sua mano destra sulla coscia sinistra, che si sposta avanti e indietro. Siamo in un banco a due, quindi siamo molto, molto vicine. Cerco di ignorarla, ma arrivo al limite poco dopo, quando la sua mano si sposta sotto la camicia, andandomi ad accarezzare la schiena. Sussulto di poco, sentendo i brividi invadermi il corpo. Mi concentro sul professore, che non si è fortunatamente accorto di nulla, come il resto della classe.
-Lucy, smettila, siamo in classe- sussurro neutra. Di risposta, mi fa scivolare sul quaderno il foglio che aveva davanti a se fino a poco fa. Come immaginavo è un disegno, un mio ritratto, venuto fottutamente bene. È a dir poco perfetto, i dettagli sono così precisi da sembrare veri.
~Ora gira il foglio~ bisbiglia, la sua attenzione rivolta apparentemente all'insegnante.
Rimango sconvolta dal disegno che trovo dietro questo, completamente diverso. Siamo noi, sul letto di casa mia, senza vestiti che... Beh si è intuito. Nonostante la scena poco casta, lo trovo davvero bello, realistico. Ha catturato perfettamente l'atmosfera e questo, mi crea un bisogno di lei che non dovrei avere in questo momento. Metto il ritratto dentro il quaderno di inglese riposto nello zaino, poi ritorno a scrivere. La sua mano sta disegnando a caso sulla mia schiena, mentre lei, continua a tormentarsi il labbro inferiore con i morsi.
-Lucy, smettila ti prego- quasi la supplico. So tenere a bada i miei sentimenti, ma il mio corpo no. Sogghigna e mentre con la mano sinistra mi fa lenti grattini sul braccio sinistro, toglie la mano destra dalla schiena e la riposiziona sulla mia coscia. La guardo male, mentre cerco di rimanere seria e composta. Lei guarda davanti a se, facendo finta di ascoltare.
<Sign. Flatcher?>
Mi riscuoto.
-Oui?- rispondo in francese.
<Vous pouvez répondre à ma question?>
Annuisco e mi fermo un attimo a pensare a quale diamine di domanda si riferisce. Lucy, ovviamente divertita dalla situazione, continua ad accarezzarmi la coscia andando sempre più su. Senza farmi notare, sposto la mia mano sinistra sotto il banco e le blocco la sua.
-Je crois que le recyclage est une forme de réutilisation très pas cher et efficace, ce qui permet de ne pas jeter un matériau parfaitement utilisable.-
Il professore mi guarda supefatto, come il resto della classe. Ritorna alla sua spiegazione ed io sospiro.
-Non ci provare- dico seria. Sbuffa lievemente, ma non si sposta di una virgola. Quando finalmente suona la campana, tutti si alzano di fretta urlando e canticchiando, mentre noi due ci guardiamo fisse negli occhi. Lascio andare la sua mano e mi appresto ad abbottonarle la camicia in modo decente. Prepariamo velocemente gli zaini e andiamo a salutare Max, che mi salta a dosso euforica. Ci abbiamo lavorato su per un po' sul nostro rapporto, andando con calma e dandoci i nostri spazi e tempi. Ora siamo migliori amiche e anche se non sa tutta la storia di mia sorella, mi conosce abbastanza bene da poter sapere quante volte vado in bagno al giorno. Okay, esagero.
<Mi mancheraaaai> urla, uccidendomi i timpani. Ridacchio e ricambio l'abbraccio.
-Anche tu, ma ci sentiremo spesso e usciremo- dico sorridendo. Le chiedo a bassa voce se oggi ci sará per aiutarmi a fare la sorpresa a Lucy e lei annuisce con la testa. Mi stacco dall'abbraccio, saluto con una stretta di mano Travor e aspetto che Lucy e Max smettano di parlare. Arrivate alla moto della bionda, lei mi porge frettolosamente il casco ed io la guardo strana. Lo appoggio sul sedile e le metto le mani sui fianchi. Mi guarda con uno sguardo profondo, mentre con le braccia mi attira a se. Non avevo le sue labbra sulle mie da cinque ore e mi sono davvero mancate. Faccio scivolare le mie mani sul suo sedere e rafforzo la presa. La sento lamentarsi nel bacio, capendo l'apprezzamento. Le mordo la lingua e poi mi stacco.
-Andiamo, non mi piace lasciare le cose in sospeso- le dico mettendomi il casco. Fa la stessa cosa e poi parte.
• • •
Siamo stese sul letto che ci baciamo da circa dieci minuti, in modo lento e tranquillo, parlando ogni tanto e ridendo.
-E così oggi sono 19- le mordo il labbro superiore.
~Così dice l'anagrafe~ sorride.
Inizio ad accarezzarle l'interno coscia con una mano, mentre con l'altra le accarezzo una guancia.
-Beh, dovró provvedere a darti un pre-regalo, dato che dovrai aspettare un po' prima di averlo- le sussurro all'orecchio per poi morderlo. Sussulta e le sento la pelle d'oca quando lascio dei baci delicati e dei succhiotti aggressivi lungo il collo e nel suo incavo. Sapendo benissimo che ora vorrebbe di più, mi alzo da lei e dal letto, andando a prendere una borsa. Lei, che aveva gli occhi chiusi e si stava rilassando, li apre e mi guarda confusa.
-La prossima volta stai ferma in classe- sorrido divertita. Sbuffa e mi fa la linguaccia, girandosi poi di spalle e incrociando le braccia al petto. Ridacchio divertita e intanto prendo dei teli da mare da uno dei suoi cassetti, crema solare e provviste. Lei ovviamente non sa cosa io voglia fare e nè cosa io stia facendo adesso. Appena preparo tutto l'occorrente, mi lancio su di lei iniziando a farle il solletico. Lei si dimena sotto di me, mentre vedo delle lacrime uscirle dagli occhi.
~Ti prego basta, n-non ce l-a fac-cio più!~ urla tra una risata e l'altra. Mi fermo per un po, lasciando che si asciughi gli occhi e riprenda fiato.
-Ti scusi per oggi?- chiedo con un sorriso di sfida. Lei si prende un attimo prima di rispondere.
~No~ sorride.
Riprendo a farle il solletico ripetendole la domanda, ma lei ancora una volta rifiuta di arrendersi. Mi fermo dopo un po', facendola riprendere.
-Ti scusi ora?- la sfido con gli occhi, mentre le blocco i polsi per evitare che si vendichi. Scuote la testa mentre smette di ridere. La guardo mentre si perde nei miei occhi e il suo sorriso piano piano affievolisce. Abbiamo entrambe il fiatone e ci mettiamo un po' per riprenderci.
-Mi ami?- chiedo avvicinandomi lentamente a lei. Mi sfiora le labbra con le sue alzando di poco il capo.
~Si~ risponde dopo, con un sorriso enorme. Mi chino a baciarla dolcemente, liberando poi un suo polso e andando ad accarezzarle una guancia.
-Metti un costume che dobbiamo andare, siamo in ritardo- l'avverto ad un soffio dalle sue labbra. Mi alzo con calma e vado a prendere un mio costume dall'armadio. Ormai abito praticamente a casa sua, quindi mi sono divisa il guardaroba tra casa mia e il suo appartamento. Vado in bagno, metto il mio costume preferito ed esco. Non posso indossare i due pezzi per quanto vorrei, dati i segni sulla mia schiena, quindi uso sempre costumi interi, ma particolari. Questo che indosso, ad esempio, è nero e rosso, con un apertura centrale sul dorso e sull'ombelico, posti ancora sani. È molto comodo e mette in perfetta mostra le mie forme, che grazie ai continui esercizi sono migliorate parecchio. Mi guardo momentaneamente allo specchio, notando un cambiamento nei miei occhi. Un tempo gelavano il sangue quando li guardavo in qualche riflesso, erano color ghiaccio e inespressivi. Adesso sono di un azzurro cielo calmante  e tralasciano un pizzico di felicita'. Sorrido allegra ed esco quasi saltellando. La bionda è appoggiata allo stipite della porta, con la borsa che ho preparato in mano e gli occhiali da sole in testa, per reggere i capelli. Prendo il mio telefono e chiamo Max.
-Ehi! Stiamo arrivando, tieni a bada tutti per un po'- le dico sussurrando. Sento delle voci e la mia amica ridere.
<Tranquilla, tutto sotto controllo> dice poco dopo, poi mette giù.
~Chi era?~ chiede la mia ragazza curiosa. Raggiungiamo la moto ed io prendo il casco.
-Lo scoprirai presto- e le faccio un'occhiolino. Mette il broncio e si siede al posto del guidatore.
-Oggi guido io- dichiaro. Alza la visiera e mi guarda preoccupata e confusa.
-Lucy la so guidare, tranquilla-
~Perchè proprio ora?~
Sbuffo e ridacchio.
-Perchè non posso dirti dove dobbiamo andare- ribatto dolce. Mi guarda per altri due minuti insicura, poi retrocede.
~Guai a te se cadi~ sibila.
Sorrido divertita e metto in moto.
-Tieniti forte!- le consiglio, poi parto. Credevo di essermi arrugginita, dato che non ne guido una da due anni(ho imparato da mio padre), ma con mia grande sorpresa me la cavo ancora abbastanza bene. Sento le braccia di Lucy circondarmi il bacino e stringersi a questo, mentre con le mani si aggrappa alla camicia. Il suo capo è appoggiato alla mia schiena e sento il suo respiro caldo attraversare l'indumento. Dopo dieci minuti siamo arrivate e quasi mi dispiace scendere.
-Mi sono davvero divertita- ammetto sorridendo come una bambina felice, mentre tolgo il casco. Lucy mi guarda accigliata.
~Guai. A. Te. Se. Guidi. Ancora. In. Quel. Modo.~ calca ogni parola. Rido leggermente.
-Ma come? Non mi sembra di essere andata così male- metto il broncio offesa.
~Stai scherzando spero,~ lega la moto e ci incamminiamo ~sembravi Valentino Rossi versione femminile!~ mi guarda incredula.
-Addirittura? A me sembra di aver guidato normalente- faccio spallucce, mentre sorrido divertita dalla sua reazione.
~Certo, se per "normale" intendi fare lo slalom tra le macchine, fare le curve senza frenare e accelerare al massimo durante i rettilinei, beh si, hai davvero guidato in modo umano~ intona ironica. Okay, ammetto di non essere normale nemmeno quando guido, ma non ricordavo si potesse andare così veloce. Le prendo la mano e la attiro a me, baciandole dolcemente una guancia.
-Okay, non sono per niente normale- rido. Restiamo per mano e la conduco alla spiaggia. Quando arriviamo rimane per qualche minuto immobile, attenta ad osservare ciò che ha davanti a se'. Sulla sabbia, sono perfettamente posati tavoli con cibi e bevande, vari ombrelloni decorati e uno stereo con la musica a tutto volume. Davanti a noi Max, Travor, Tania e Rosa ci guardano ridendo. Un po' più alla loro destra, ci sono Jake e Francesca, i cugini di Lucy e sua nonna. Guarda tutti e tutto con attenzione ed infine guarda me.
-Non ringraziarmi, è il tuo giorno, quindi divertiti- le dico dolcemente. Mi abbraccia con una forza ed un affetto mai visto prima e sento una sensazione di bagnato sul collo.
-Ehi, shh, non piangere. Ora devi solo divertirti- le accarezzo la schiena. Si asciuga di nascosto le lacrime e va verso gli altri sorridendo. Saluta tutti e quando arriva ai suoi familiari, insieme si abbracciano forte. Sono contenta di vederla così allegra e felice, dopo tutto quello che abbiamo passato se lo merita. Passiamo la giornata a giocare a pallavolo, tennis, palla avvelenata e a fare gare di nuoto. Ovviamente abbiamo anche mangiato come se non ci fosse un domani e bevuto come cammelli. Per un po' Lucy è stata a parlare con la nonna e a fare con lei una passeggiata, le due piccioncine (Rosa e Tania) hanno fatto per tutto il tempo il bagno, mentre io sono rimasta con Jake e Francesca a scherzare con Max e Travor. Passiamo davvero un bel pomeriggio, ma si sa', che le cose belle finiscono prima o poi. Sono le 17:30 ed è ora di tornare a casa. Saluto la mia migliore amica calorosamente e poi ringrazio tutti per avermi aiutata. Mentre Francesca accompagna suo fratello e la nonna a casa, io e Lucy torniamo alla moto. Neanche il tempo di arrivare, che lei mi prende in braccio e mi fa sedere su di essa. Si posiziona in mezzo alle mie gambe e mi tiene per i fianchi saldamente.
~Grazie davvero,~ inizia a dire lei ~io veramente non so cosa dire. Mi hai sorpresa per la milionesima volta e non ricordo di essere mai stata così bene e felice con qualcuno.~
Parla velocemente e con un sorriso enorme stampato sul viso.
~Nessuno ha mai fatto questo per me e significa davvero tanto, io- ~
La interrompo mettendole l'indice destro sulle labbra. Scuoto la testa sorridendo dolce.
-Shh, non devi ringraziarmi. Io voglio che tu sia felice e abbia il meglio, e oggi è un giorno speciale no? Quindi posso viziarti di più- affermo.
Mi guarda con amore e gratitudine e poi mi abbraccia. Restiamo così per un po', poi ci stacchiamo e lei mi bacia la fronte. Durante il ritorno, mi accorgo che si è addormentata, quindi rallento per non farla volare via, o per non perderla per strada. Quando arriviamo, me la corico in groppa e la porto fino in camera da letto, adagiandola su quest'ultimo. Mi faccio una doccia e con solo l'intimo mi metto al suo fianco, addormentandomi poco dopo.
• • •
Mi sveglio lentamente, sentendomi accarezzare delicatamente un braccio. Apro poco gli occhi, riuscendo a vedere il viso della mia ragazza sereno e il suo meraviglioso sorriso. Sorrido lievemente, poi nascondo la mia testa sotto il cuscino, infastidita dalla luce della lampada.
~Amy devi alzarti, è tardi~ è incredibile come la sua voce calda mi faccia sempre lo stesso effetto. Mugugno qualcosa a me incomprensibile.
~Amy, devo dirti una cosa importante, alzati~ ritenta un po' più seria. Sbuffo, sono ancora stordita e abbastanza stanca. Sospira rassegnata. All'improvviso si alza dal letto e la sento prendere qualcosa.
~Oddio, Amy, Lauren Jauregui ti segue su twitter!~ esclama urlando. Nemmeno il tempo di farla finire di parlare, che sono scattata già in piedi e ho afferrato il mio telefono dalle sue mani.
-Ma qui non c'è la notifica- dico confusa. Lei ride tenendosi la pancia e io la guardo con istinto omicida.
~Dovresti vedere la tua faccia~ mi avverte tra una risata e l'altra.
Metto il broncio e mi siedo sul letto. Sbuffo innervosita, perchè ci sono davvero rimasta male, ma come poso gli occhi sulla mia ragazza, un sorriso si fa largo sulle mie labbra.
-Allora, cos'é questa cosa importante?- chiedo con la voce ancora un po' roca. Odio parlare appena sveglia. Smette di ridere e il suo sguardo, per un momento, sembra impaurito.
~Non so come cominciare~ e cammina avanti e indietro per la camera nervosamente. E Lucy non è mai nervosa. Aspetto che riprenda a parlare senza metterle fretta.
~Ricordi di quando ti ho parlato dei miei genitori?~
Annuisco.
~Mi ha chiamata mio padre mentre dormivi... Vuole cenare con me e la mamma per il mio compleanno, stasera, tra un'ora e mezza~ ha lo sguardo fisso a terra. Non è da lei.
-Okay, e tu vuoi andarci?- chiedo seria ma con un tono dolce.
Finalmente alza il suo sguardo su di me, facendomi sprofondare in quegli abissi neri che ha al posto degli occhi. Scuote la testa.
-Allora non and-
~Andremo~ mi interrompe, parlando improvvisamente, quasi urlando. Alzo un sopracciglio di disappunto.
-Perchè?- ora sono decisamente innervosita.
~Altrimenti verranno qui, in questo appartamento, e mangeremo nella nostra cucina. Lasceranno il segno del loro passaggio. Io non li voglio in casa nostra~ ribatte con un po' di rabbia. Non so se essere felice per aver considerato casa sua anche mia, o preoccupata di conoscere i suoi.
-Nostra?- chiedo sorridendo. Odio i miei sbalzi d'umore. Mi guarda confusa ed annuisce. Sorrido ancora di più e mi alzo per abbracciarla.
-Va bene, andremo noi, io ci saró, andrà tutto bene- sussurro al suo orecchio.
~Davvero lo faresti?~ chiede scostandosi lievemente, guardandomi poi dritta negli occhi.
-Non hai ancora capito che farei qualsiasi cosa per te?- chiedo in un sussurro.
~Ora si~ mi guarda le labbra e morde le sue. Vengo attirata da quel gesto, come la prima volta che l'ho vista, rimanendone incantata ancora una volta.
~Qualsiasi cosa dicano, qualsiasi cosa io risponda, tu rimani indifferente okay?~ mi accarezza una guancia.
-Va bene, cercheró di sopportare- faccio una finta faccia preoccupata e poi rido.
-Sanno che ci sono anche io?-
Chiedo mentre mi stacco dall'abbraccio, apro un mobile e cerco dei vestiti decenti.
~Si, ho messo già in chiaro le cose. Peró ti avverto, mia madre non ha tatto e a malapena dei sentimenti.. Non vorrei dica qualcosa che possa ferirti~ parla esitando lievemente.
-Non mi batterà, non mi abbatterà- rispondo decisa, mentre tiro fuori tutti i miei abiti dai cassetti e li butto sul letto.

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