𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟕

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🎶Home - Edith Whiskers🎶

Felix's pov:

Da quando avevamo scoperto la terribile verità sullo stato di salute di Y/n, io e I.n eravamo stati consumati dall'angoscia. Ogni giorno, ogni momento che passavamo con lei, cercavamo di comportarci normalmente, ma la verità ci gravava addosso come un macigno. Non potevamo dirle che sapevamo, non senza rischiare di farle male. Ma il pensiero che stesse affrontando tutto da sola, che ogni giorno fosse un combattimento silenzioso, ci divorava.

E così, una mattina, decidemmo di seguirla. Sapevamo che aveva un appuntamento dal medico, lo aveva accennato a Chan in modo distratto, cercando di non farsi notare. Era chiaro che non voleva che nessuno di noi sapesse, ma non potevamo più restare fermi a guardare.

Io e I.N. aspettammo che uscisse dal dormitorio. Eravamo pronti, con cappelli e occhiali da sole per cercare di non farci notare. Lei uscì senza sospettare nulla, con lo sguardo perso nel vuoto e le spalle leggermente incurvate. Quel gesto, quella postura che non era la sua, ci colpì più di qualsiasi altra cosa. Y/n, che di solito camminava con fiducia, sembrava ora portare il peso del mondo sulle sue spalle.

Ci mantenemmo a distanza, camminando qualche metro dietro di lei, cercando di non attirare l'attenzione. I suoi passi erano lenti, come se ogni movimento le costasse un'enorme fatica. Non scambiò sguardi con nessuno, non rispose a nessun messaggio sul telefono. Era completamente assorbita dai suoi pensieri, un silenzio doloroso che avvertivamo anche a distanza.

I.n. mi lanciò uno sguardo preoccupato. "Non possiamo continuare così, Felix," sussurrò, la voce rotta dall'ansia. "Dobbiamo fare qualcosa."

"Lo so," risposi a denti stretti. "Ma dobbiamo aspettare il momento giusto."

Continuammo a seguirla mentre si dirigeva verso l'ospedale. I suoi passi diventarono più incerti man mano che si avvicinava all'edificio. Quando entrò, ci affrettammo a seguirla senza farci notare, nascondendoci tra la folla di pazienti e visitatori. La guardammo mentre si avvicinava al banco delle reception, il viso pallido mentre parlava con l'infermiera. Il suo tono era così sommesso che non riuscimmo a capire cosa stesse dicendo, ma l'infermiera annuì e le fece cenno di seguirla.

Cercammo di mantenere le distanze mentre la vedevamo sparire lungo un corridoio. La tensione aumentava dentro di me, come una corda che stava per spezzarsi. Ogni passo che faceva sembrava portarla più lontano da noi, e mi sentivo impotente.

Dopo qualche minuto di attesa, I.n. mi spinse leggermente verso una porta laterale, una che sembrava condurre verso gli studi medici. "Felix, dobbiamo sapere cosa sta succedendo," mormorò, con una determinazione che rispecchiava la mia.

Annuii, e ci infilammo lungo quel corridoio, seguendo a distanza il suono dei suoi passi. Ogni angolo che giravamo, ogni porta che aprivamo con cautela, ci avvicinava sempre di più alla realtà che non volevamo affrontare. Finalmente, la vedemmo entrare in una stanza alla fine del corridoio. Ci fermammo poco prima di essere visti, rimanendo nascosti dietro un angolo.

Riuscimmo a scorgere la stanza attraverso una piccola fessura nella porta semiaperta. Il cuore mi si spezzò nel vedere Y/n seduta su una sedia, da sola, con lo sguardo fisso sul pavimento mentre il dottore prendeva posto di fronte a lei. Il suo viso era una maschera di preoccupazione e dolore, ma cercava di mantenere una facciata calma, come se volesse convincere se stessa che tutto andava bene.

Il dottore cominciò a parlare, e anche se non riuscivamo a sentire ogni parola chiaramente, il tono della conversazione ci fece capire tutto. La situazione era seria, molto più di quanto avessimo immaginato. Le espressioni del medico erano preoccupate, e Y/n annuiva lentamente, con gli occhi che brillavano di lacrime non versate.

𝑽𝒐𝒅𝒌𝒂 𝑲𝒊𝒔𝒔𝒆𝒔|| 𝙱𝚊𝚗𝚐𝚌𝚑𝚊𝚗 𝚡 𝚁𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora