Incarcerato.
Picchiato.
Umiliato.
Brutalizzato.
Ѐ questo il destino che mi spetta?
Ѐ giusto che io, la mia famiglia, i miei amici, tutti facciano questa fine?
Siamo realmente diventati carne da macello?
Eppure, se tornassi indietro di qualche tempo... beh, non penserei sicuramente a questo epilogo. Era incominciato tutto tranquillamente: vivevamo in un paese non molto grande, facendo una vita semplice e frugale, all'insegna del lavoro e della libertà. Poi, un giorno, si presentarono a noi degli esseri... come dire, spaventosi: erano oltremodo giganteschi, lenti e rozzi, con un corpo composto da un materiale a noi sconosciuto, che ci parlavano in una lingua volgare e incomprensibile. Grazie alla nostra intelligenza, però, capimmo la loro richiesta: volevano portarci nel posto in cui vivevano, per firmare un patto di reciproco aiuto.
Seppur combattuta, la risposta fu affermativa e salimmo su degli animali giganteschi e mai visti, che ci portarono in questo nuovo posto.
All'inizio andava tutto a gonfie vele: il cibo era ottimo, gli alloggi comodi e puliti, infatti ogni mattina dei mostri-spazzini ripulivano le nostre stanze.
Ciò che ci chiedevano era che i maschi adulti compissero dei lavori che a noi, donne e bambini, del tutto sconosciuti. Essi tornavano a casa dal lavoro come facevano sempre, ma questo nuovo impiego sembrava stranamente leggero. Così ci chiedemmo perché ci offrivano tutti questi privilegi senza chiedere niente in cambio, ma la risposta fu data prestissimo.
Oltre allo sporco, gli spazzini prelevavano qualcos'altro. Un'offerta per noi molto cara. I bambini. La natalità del nostro popolo era molto alta grazie al cospicuo numero di donne feconde, per cui capitava spesso che partorissero. E loro, quegli esseri immondi, si recavano in giro, casa per casa, ed estirpavano i bambini dalle loro culle, togliendoli dalle braccia delle loro madri. Non gli avrebbero rivisti mai più.
Perché lo facevano? Avanzarono molte ipotesi: ridurre le nascite per preservare la nostra schiavitù (ormai di quello si trattava) o selezionare i migliori giovani per renderli soldati. Ma la risposta non era nessuna di queste. La risposta era la peggiore mai immaginabile.
Cibo.
L'ho visto con i miei occhi, quando ero più piccolo: ad alcuni spaccavano il cranio e mangiavano il cervello, altri venivano letteralmente 'bolliti' per poi essere 'sbucciati', lasciando calde e tenere le prelibate budella; quelli più fortunati venivano messi in un aggeggio infernale, una trappola, le cui lame e pestoni trituravano e spappolavano i miei poveri concittadini. Mi viene il voltastomaco solo a pensarci, ma parte di quella poltiglia veniva aggiunta al nostro cibo quotidiano.
Col tempo, quella che era una 'terra promessa' divenne un campo di concentramento e il bracciale identificativo che ci veniva messo era il nostro biglietto di sola andata. Il cibo divenne scialbo e privo di gusto, oltre che essere un terzo del cibo originario. Gli alloggi erano sciatti e sporchi e spesso convivevamo in dieci in un appartamento, se così potevano essere definiti quei mono-locale. Gli adulti tornavano stanchi e stremati dal loro lavoro. O almeno, CHI tornava. Almeno il 30% dei ragazzi e degli adulti mandati nei campi di lavoro non tornava quella sera, finendo impiccato in un antro della maggior parte dei nostri 'padroni' demoniaci.
Come faccio a sapere tutto questo? L'ho visto coi miei occhi e lo vedo tutt'ora. Fra un po' sarà anche il mio turno. Faranno fuori anche me. Addio, fratellino mai cresciuto. Addio, padre torturato fino alla morte. Addio, madre schiavizzata da questi orridi mostri.
Ecco, si avvicina a me.
Mi guarda negli occhi. I suoi occhi neri e vuoti come la notte.
Avvicina una mano al mio collo e la stringe. Più forte. Sempre di più. Non riesco a respirare.
STRAAAAAK
Sento le vertebre staccarsi una ad una dalla colonna vertebrale. Il mio corpo si affloscia a terra, senza vita.
Sono... morto... ora di me rimane solo lo spirito evanescente. Sono un fantasma. Che scherzo del destino.
Vedo il mio corpo uscire dalla bocca di un vulcano. Delle creature, due grandi e due piccole, si avventano sul mio corpo senza vita.
Non capisco, sono morto, ma posso percepire il dolore che subisce il mio corpo, ma non mi fa male.
Con le loro mani stringono le mie zampe e me le staccano. Spolpano le mie cosce. Mi staccano le ali e ne mangiano la carne. Dopo avermi privato degli arti, tagliano il mio addome.
Un mostro, più grande degli altri, si avvicina a me urlando:
"Mmmm... POLLO!"
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Creepypasta
HorrorAdesso... Chiuditi in camera. Spegni le luci. Inizia a leggere. :) [Molte storie le ho trovate su Creepypasta Wikia e vari forum, mentre alcune storie le ho tradotte personalmente dall'inglese. Queste ultime saranno contrassegnate da una stella ★] [...