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Un'altra notte insonne.

Non posso addormentarmi.

Immondo, impuro, folle, pazzo.

È lì, accanto al mio letto, accompagna beatamente i miei sogni, come fosse un demoniaco angelo custode che custodisce la mia vita in ogni dannato momento.

Sorriso.

Vana glorificazione del suo sguardo, è pazzo, è folle ed anche io sono folle.

Io sono lui, lui non è me. Lui è folle, io sono folle.

Pazzo, folle.

Chiudo gli occhi, la sua faccia, li riapro, il suo sorriso. La stanza è inebriata della sua scarlatta follia. Non esiste, esiste, è folle, irreale ma non è nella mia mente.

Lo vedo ed è qualcosa di tangibile.

Follia, è immondo.

Scrivo questa lettera per giustificare il mio gesto, non posso continuare a vederlo, dall'alba al crepuscolo. Con quella faccia così tanto insensata, folle.

I suoi occhi sono diritti verso la mia psiche, non mi guardano, lui non guarda niente.

Non spargerò la parola.

Lui non mi catturerà.

Ora si sta avvicinando a me.

Non devo lasciarmi catturare dal suo sguardo, lui non mi avrà. Quale immonda e triste fine per me.

Cammina, avanza, un passo in avanti, mi sorride.

Lui... lui cammina, sì, cammina ed abbaia con quel suo gutturale verso, alzando i suoi sporchi denti e richiudendoli con tanta bramosa frenesia.

L'apice della pazzia.

Devo andare, questo lo faccio per tutti noi, io non spargerò la parola, non diffonderò il suo messaggio di follia.

Velocemente, devo prendere il coltello.

CreepypastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora