Specchi

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Gli specchi per me sono sempre stati qualcosa di attraente, magico, incredibile, magnifico, ipnotico, ma anche inquietante. Inquietudine resa maggiore dalle raccomandazioni senza senso di mia nonna.

Fin da bambina amavo gli specchi, rimanevo ore a guardarmi riflessa in quella superficie liscia, e mi chiedevo quale stregoneria permettesse all'altra "me" di ricopiarmi perfettamente: dal piccolo neo vicino alla bocca ai miei gesti più strani. 

Un giorno, quando avevo 10 anni ero, come sempre, a fare strani gesti davanti allo specchio della mia cameretta, stavo imitando una farfalla, quando mi vedo nello specchio sorridere, non un sorriso semplice, bello e ingenuo di una bambina, ma pieno di ira e malvagità difficile da descrivere. Mi spaventai da morire, infatti mi misi a piangere e a strillare, ma il mio riflesso continuava a sorridere malvagiamente, fino a quando non arrivò mia madre a calmarmi e mi dimostrò che non c'era nulla di spaventoso.

Dopo quell'accaduto mi convinsi, fino a qualche giorno fa, che era solo frutto della mia immaginazione, così mi circondai di specchi, per convincermi che era tutto normale, che io continuassi ad amarli. 

Tutto ciò, come ho già detto,fino a qualche giorno fa, quando mia nonna è venuta a farmi visita a casa mia per la prima volta. Appena varcò la soglia si mise a urlare come un' isterica dalla disperazione nel vedere le decina di specchi che avevo in casa. Mi supplicó di toglierli,di romperli, di coprirli, qualunque cosa per non vedere quelle superfici riflettenti; ma io mi opposi con forza dicendole che non potevo perché li trovavo magnifici e che quelli erano la mia collezione. Allora mia nonna se ne andò velocemente raccomandandomi di stare attenta e che sarebbe stato meglio se avessi tolto tutti gli specchi da casa mia. Ma io non le diedi ascolto.

Però ieri, come 12 anni fa, svegliandomi di colpo ho intravisto sullo specchio difronte a me il mio riflesso in piedi a fissarmi con un sorriso inquietante. Ho preso un colpo e sono stata uno o due minuti a fissare il mio riflesso, poi con tutto il coraggio che avevo ho acceso la luce, e in quella manciata di secondi che mi ero girata per cercare l' interruttore il mio riflesso è tornato normale. 

Adesso però sono sicura di ciò che ho visto ieri sera e mi sto liberando di tutti gli specchi della casa, partendo da quello di camera mia. Ormai ne ho tolti la metà quando sento un rumore acuto, quello di un coltello su uno specchio, provenire dalla stanza degli ospiti accanto. Smetto subito a fare quello che sto facendo e dopo un attimo di esitazione mi convinco ad andare a vedere ciò che sta accadendo nella camera accanto. Appena entro nella stanza mi vedo riflessa negli specchi con un coltello, e poi l'inferno: quest'ultimi si spaccano in tantissimi pezzettini di vetro e molti si conficcano nella mia pelle. Il dolore non è nulla in confronto al mio terrore.

Di fronte a me ci sono io, più inquietante, ho un sorriso largo e spaventoso, come quello che ho visto nel riflesso dello specchio quando ero bambina, ho occhi molto scuri, e ho il corpo deforme, come se ci fossero le parti di me da bambina, adolescente e adulta,tutti insieme mescolati. Tutto ciò, contrasta e rende il mostro davanti a me ancora più brutto e più pericoloso.

Si avvicina a me con il coltello e mi parla con la mia vecchia voce infantile:

"Grazie per avermi dato vita, ora io prenderò il tuo posto grazie al tuo sangue e tu sarai solamente la mia ombra costretta a imitare ogni mia azione" 

A quelle parole sobbalzo nonostante non abbia capito molto e inizio a piangere silenziosamente. E lei continua ridendo con quella vocetta innocente che non sembra provenire da quella terribile creatura:

"Oh non piangere, sarà indolore e veloce solo per te,solo il tempo per dissanguarti tutta" 

Sorride in una maniera ancora più malvagia. Mi si avvicina e inizia a leccarmi tutto il sangue uscito a causa delle ferite provocate dal vetro. 

"Niente male il tuo sangue"

Mi causa un profondo taglio sul braccio sinistro per iniziare a succhiare il sangue. Io urlo forte per il dolore, non riesco a muovermi dal momento che si è seduta sopra di me e sto perdendo molto sangue,sangue che la sta rendendo più forte e più simile alla me di ogni giorno. Il tempo passa senza che la creatura la smetta di dissanguarmi e io inizio a non sentirmi più, ma so che non sono lontanamente vicina alla morte,che in questo caso sarebbe migliore che dover fare l'ombra di quella creatura.

Sto per svenire e le uniche cose che sento è la voce di mia nonna e la creatura alzarsi da me, poi più nulla.

***

Mi sveglio di colpo. Mi trovo in un letto bianco e guardandomi intorno capisco di essere in un ospedale. Mi fa malissimo tutto il corpo e non mi sento il braccio sinistro. Dopo qualche minuto di silenzio entra una infermiera che mi sistema la flebo e i cuscini e mi fa bere un po' d' acqua,poi mi consegna una lettera e mi dice:

"Questa è da parte di un'anziana signora che ha chiamato l'ambulanza per soccorrerla, poi però la signora l'ha lasciata a noi dicendo di aver fretta, avvisandoci di non aprire la lettera e di consegnarla a lei quando si sarebbe svegliata"

"Okay, grazie"

"Le serve qualcos'altro?"

"per ora no niente grazie" l' infermiera dopo essersi congedata se ne va lasciandomi da sola.

Apro la lettera di mia nonna.


Cara nipotina,

Forse tutto ciò non sarebbe accaduto se ti avessi protetta maggiormente la prima volta che ho visto tutti quegli specchi a casa tua, ma ora quello che è fatto è fatto, e io ho cercato di rimediare al mio errore.

Ti avrei dovuto raccontare prima che i riflessi, o meglio le "Ombre", sono dei demoni scappati dall'inferno ma rinchiusi all'interno degli specchi, costretti a seguirci e a imitarci per tutta la nostra vita, per poi prendere la forma di un nuovo individuo per rifletterlo. Però le Ombre possono diventare reali se rinforzate dal nostro troppo rifletterci, acquisiscono una parte del nostro spirito e per poter diventare materiali hanno bisogno del sangue della vittima, la quale prenderà per sempre il suo posto come Ombra, o meglio, in questo caso, come "Non Morto". Una volta entrati nella fase del non ritorno, fase che tu hai raggiunto, l'unica maniera per sconfiggerli è portarli con se nell'aldilà.

Cara, per rimediare alla mia codardia iniziale io ho deciso di portarla con me, la tua Ombra, tu meriti di vivere più di me, e tu non sai quanto mi dispiace doverti abbandonare. Ricorda solo che ti voglio bene.

Ps: fino alla fine della tua vita non ti vedrai più riflessa negli specchi, nelle pozzanghere, nelle vetrine. Mi dispiace che tu non possa più ammirarti.

Con amore, tua nonna.


[Creepypasta di @JL1200]

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