Capitolo 24

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È il giorno della partenza,sono le 7:30,la mia migliore amica mi sta accompagnando verso l'aeroporto,guardo fuori dal finestrino, tutti i palazzi che strecciano davanti i miei occhi mentre nelle cuffie sono in riproduzione le canzoni di Abel.
"Sam,che hai,sei troppo silenziosa"
Scuoto la testa,la guardo,metto in pausa la canzone e tolgo una cuffia per poi dirgli
"Cosa?"
Alterna spostando le pupille tra me e la strada per poi ripetere
"Ho detto...che hai,sei veramente troppo silenziosa"
"Oh,no non ho niente,sono solo pensierosa,ho molta ansia addosso, tutto qui..."
"Devi stare tranquilla Sam"
"Lo so non ti preoccupare"
"Comunque..come mai Noah alla fine non è venuto?"
"Lo hanno trattenuto a scuola, hanno tardato con i test quindi devono finire le ultime cose,ha detto che quando finisce tutto,, parte e mi raggiunge"
Dico per poi rimettermi la cuffia e mettere play
"Siamo alla girata"
annuisco con il pollice,metto pausa alla canzone e faccio sfilare le cuffie attorno al mio collo.

Arriviamo di fronte all'entrata dell'aeroporto,la abbraccio,scendo dalla macchina per poi appoggiarmi alla portella della macchina con le braccia conserte sopra al finestrino abbassato e dico,
"Jane, grazie per il passaggio, veramente,e soprattutto perdonami se sono molto fredda,sono veramente tanto sovrappensiero"
"Tranquilla,ce la farai ne sono sicura"
le sorrido e mi guardo attorno
"Ma..Abel non è venuto?"
mi guarda e dice
"Evidentemente è occupato oppure ha trovato traffico e farà ritardo..non lo so,non so che dirti"
"Vabbè comunque, è meglio che io inizia ad entrare,non voglio perdere l'aereo e ho tante cose da fare,tra cui,se riesco,faccio colazione"
"Va bene, avvisami però quando sei sull'aereo"
"Sii stai tranquilla"
Gli faccio l'occhiolino,vado dietro al cofano,prendo la valigia, mi avvio verso la mano mentre scuoto la mano salutandola,lei ricambia,per poi partire.
Mi volto verso l'entrata,oltre passo le porte scorrevoli per poi avvicinarmi cercando un bar per fare colazione,giro diversi locali,ne trovo uno mi avvicino al balcone e chiedo un cappuccino e un cornetto,mi siedo e attendo vari minuti fino a quando la barista non me li porta.

Passano varie ore,nel mentre ho già fatto check-in,e ho appena passato i controlli bagagli,mi avvicino verso ai gate e mi guardo intorno cercando uno schermo con i voli e i rispettivi gate
"New York:B4"
inizio a camminare cercando il gate B4, questo posto è talmente grande che ti puoi perdere in qualsiasi momento.
"B2" vago la testa tra i cartellini con i vari numeri
"B3" allungo la testa per vedere anche il prossimo numero dov'è.
"B4!" mi avvicino,per poi sedermi in attesa che lo aprono.

Passano 20 minuti e lo speaker dell'aeroporto dice che si apre il gate B4,mi metto in fila, mostro i documenti per poi camminare ed arrivare sull'aereo, prendo il mo posto e aspetto altri minuti per far riempire l'aereo,dopo che l'aereo è pieno, allaccio la cintura e penso:
"New York,sto arrivando"

Cuori Infranti | Abel tesfaye Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora