La figlia illeggittima del Re di Spagna Alfonso XIII deve morire.
Renata, la bimba sopravissuta, sembra avere un particolare legame con il mondo dei morti da cui è miracolosamente riuscita a fuggire.
Felix Mortiger, uomo senza scrupoli al servizio d...
Quel pomeriggio di maggio il Palazzo Reale di Madrid era avvolto da un velo dorato di luce. Le stanze al suo interno risplendevano di marmi e stoffe pregiate. Il tenue alito di vento, proveniente dalle finestre spalancate, recava profumo di giardini in fiore. Le cortigiane, ormai consuete presenze nella vita della regina madre di Spagna Maria Cristina D'Asburgo, si muovevano con grazia evocando un'atmosfera di spensieratezza.
"E poi il vestito! Ho sentito dire che l'abito nuziale sarà confezionato nell'atelier di Julia de Herce!" disse una nobildonna mentre afferrava un pasticcino da uno dei vassoi d'argento.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
"Sì, è vero! Quaranta artigiani ci lavoreranno giorno e notte per finirlo in tempo" aggiunse un'altra ospite intenta a sventolarsi per il troppo caldo.
"E i pizzi portati direttamente dall'Inghilterra?" disse un'altra ancora.
"Sua altezza deve essere la donna più felice del mondo, non è vero? Presto avrà un gran da fare con tanti bei nipotini qui a palazzo!"
Le invitate emisero dei risolini eccitati. Maria Cristina mostrò un sorriso tirato rimanendo assorta nei suoi pensieri.
Ricordava il primo incontro tra suo figlio Alfonso, già Re di Spagna, e la principessa inglese Vittoria Eugenia di Battenberg.
Era stato proprio il Re d'Inghilterra Edoardo VII a far sì che i due si conoscessero durante una cena di gala a Buckingham Palace. L'idea iniziale era quella di favorire la conoscenza fra il Re Alfonso e la candidata ufficiale Patrizia di Connaught, nipote dello stesso Re inglese, la quale però non aveva mostrato alcun interesse per il giovane monarca. Il giovane Re, ancora in cerca di una compagna da portare sull'altare, non si perse d'animo e rivolse prontamente le sue attenzioni sulla bellissima Vittoria Eugenia, cugina della prima pretendente.
Iniziò fin da subito tra i due giovani un rapporto epistolare che si protrasse in modo costante fino al giorno del loro fidanzamento.
"...e la torta? Sua altezza non vuole dircelo per fare a tutte noi una sorpresa, è vero di questa enorme torta, maestà? A me può dirlo! Non ne farò parola con nessuno!"
L'amica di vecchia data destò la regina dai suoi pensieri. "Sono tradizioni anglosassoni, io non ne so proprio nulla". Lo sguardo si posò con impazienza sull'orologio dorato in cima alla credenza.
Lo ricordava bene quel 29 gennaio trascorso nella villa di Mouriscot a Biarritz, la residenza invernale della famiglia inglese. Rammentava anche che per l'occasione del fidanzamento ufficiale, furono piantati due grossi abeti e che i festeggiamenti si erano protratti fino a tarda notte. L'allegria aveva pervaso tutti gli invitati. Era parso a tutti un lieto evento. Per molti forse, ma non per lei.
Mentre nello sfarzoso salotto le nobildonne discutevano ancora con eccitazione dell'abito nuziale, la regina madre Maria Cristina continuava a domandarsi come tutto questo fosse accaduto in così breve tempo. Suo figlio Alfonso avrebbe dovuto sposare una donna di rango ben superiore. Nonostante la principessa Vittoria discendesse direttamente dall'omonima regina d'Inghilterra, essa era la figlia di un matrimonio morganatico. Se a questo si aggiungeva inoltre che era di religione anglicana... era semplicemente inaccettabile! Ma non era questo il problema più grande. La giovane principessa, con la sua nobiltà inglese, aveva portato con sé un oscuro retaggio: l'emofilia ereditata dalla stessa regina Vittoria d'Inghilterra. Il futuro della corona spagnola era appeso a un filo sottile, e Maria Cristina sentiva il peso della responsabilità sulla sua figura regale. La povertà dilagante, i movimenti sindacali e le idee anarchiche che crescevano nell'ombra, prospettavano un futuro incerto. Un matrimonio era proprio quello che ci voleva, ma non con questi presupposti. Il sangue degli eredi era in serio pericolo.