11: Sole's pov

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Un mese dopo

Il freddo di Londra comincia a farsi sentire. È da circa una settimana esco con le mie amate felpe oversize.

Non so con quale forza, riesco ad alzarmi dal letto, abbandonando le coperte che mi riparavano dal freddo, e corro a chiudere la finestra da cui entrava il venticello mattutino.

Qui a Londra ormai ho delle amiche con cui sono uscita spesso nell'ultimo mese. Prendo il mio telefono e rispondo prima ai messaggi dei miei amici in Italia e poi, su Snapchat, a Brian e alle ragazze.

Ieri Luna, mia sorella, è stata poco bene e quindi oggi salta scuola. Mio padre ha una riunione d'ufficio alle 8:15 e mia madre alla stessa ora deve trovarsi a scuola per organizzare la sua aula.

Nella mia scuola le lezioni non cominciano prima delle 9:30. Infatti, ogni mattina, arrivo lì alle 9:00 in modo da prendere i posti migliori in classe. Beh, a parte l'aula di inglese. Lì dobbiamo mantenere sempre gli stessi posti, ovvero quelli del primo giorno di scuola.

Visto che i miei genitori non possono accompagnarmi e Julia si fa accompagnare dai suoi genitori che hanno la macchina piena per i suoi fratelli, io andrò in macchina con Brian. Ovviamente guida sua madre, non lui.
A me questa cosa non dispiace affatto. Brian mi piace. È bello, simpatico, e, anche se a volte fa cose sbagliate, sa comunque come farmi sorridere. Noi non stiamo insieme. Non so neanche se gli piaccio.

Controllo che nel mio zaino ci siano tutti i libri e scendo a fare colazione.

Sono ancora le 6:30 quindi faccio tutto con calma. Non amo alzarmi presto la mattina, ma qua a Londra la scuola non mi pesa troppo e mi trovo bene con chi ho conosciuto, quindi cerco di alzarmi il più presto possibile per arrivare puntuale. Poi oggi, in più, vado a scuola con Brian, quindi devo rendermi leggermente presentabile.

Una volta arrivata in cucina, vedo mia madre preparare i pancake con le uova strapazzate e il bacon. È sempre stata la mia colazione preferita.
In Italia non avevamo mai tempo per preparare colazioni particolari, invece, da quando viviamo qui, sì.

<Buongiorno mamy>, la saluto lasciandole un bacio sulla guancia.
<Buongiorno tesoro>, ricambia il saluto e anche lei mi da un bacio sulla guancia.
Dal frigo prendo il succo all'ace per Luna e quello all'arancia per me.
Mia madre poggia i nostri piatti sul tavolo e poi porta, con un vassoio, la colazione in camera a mia sorella. Lo fa sempre quando stiamo male. Da piccola quando mi ammalavo ero felice perché saltavo scuola e perché potevo mangiare a letto, cosa che il resto delle volte mi era vietato fare.

Finita la mia colazione, salgo in camera e leggo l'orario dallo schermo del mio cellulare. Sono le 7:15. È ancora molto presto.

Prendo tutte le mie cose e mi infilo in doccia.

Come outfit ho scelto: la mia felpa oversize preferita, nera con una faccina gialla che sorride davanti sul lato destro del petto e una più grande dietro con una frase che fa riconoscere la marca "vans". Sotto metto i miei amati cargo larghi e lungi color caffè.

Mi pettino i capelli e applico un burro cacao rosso sulle labbra che gli da un colore rosso ciliegia chiaro naturale, e sulle ciglia un po' di mascara. Non mi trucco spesso. Solo quando ho tempo e voglia, cioè quasi mai.

Prendo il mio zaino e le cuffie e vado a salutare Luna. Passo un po' di tempo con lei, fin quando non mi telefona Brian.

<Ehi Sole, buongiorno, stiamo uscendo. Vieni?>
<Si, arrivo>.
Esco di casa e raggiungo il cancello di casa sua dove davanti c'è parcheggiata l'auto di sua madre. Saluto sia Brian che sua madre e poi salgo in macchina. Sono le 8:52 e mi chiedo perché non stiamo ancora partendo se siamo tutti.
Dopo poco vedo la porta di casa di Brian aprirsi e poi richiudersi.

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