7.

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Erano rientrata da appena un’ora quando qualcuno bussò insistentemente alla mia porta. Era notte fonda e nell’albergo non si sentiva volare una sola mosca quindi lo ignorai cercando di concentrarmi sul copione che avevo davanti.
Ero arrivata al punto in cui io e Lorenzo ci saremmo dovuti baciare. Arrossii ma scossi il capo per cancellare quell’immagine anche se, dopo l’eccesiva vicinanza di poco prima, non mi era affatto facile. Sentivo ancora il profumo della sua pelle sulla mia, la forza delle sue braccia intorno ai miei fianchi e il suo respiro soave sul mio viso.
<<Victoria… Victoria, ci sei?>>, disse la voce di Lorenzo picchiando la porta. <<Victoria, aprimi!>> Alzai gli occhi al cielo. Non potevo crederci. Cosa si era inventato questa volta?
<<Sì, sono in camera. Puoi andare>>
<<No! Ti prego, fammi entrare>>
Contro voglia scesi dal letto ma non gli aprii <<Cosa vuoi?>>
<<E’ una questione di vita o di morte>>La sua voce non prometteva nulla di buono. Non l’avevo mai sentito così. Che fosse realmente successo qualcosa?
Schiusi leggermente la porta ma lui ne approfittò per intrufolarsi dentro, richiuderla e bloccarmi nell’angolo. Accidenti, di nuovo!
Si posizionò l’indice sulle labbra e mi fece segno di tacere. Lo assecondai.
Gli ero così vicina da riuscire a sentire il suo cuore pulsare veloce. Quel ripetersi costante unito all’inebriante calore della sua pelle e al rossore delle sue labbra mi fecero letteralmente impazzire.
<<Ora basta!>>, dissi allontanandolo. Mi guardò spaesato. Dannazione! Da quando in qua amava starmi così attaccato?
<<O mi dici quello che sta succedendo o mi metto ad urlare>>
<<Okay, ma non urlare. Non voglio che mi trovi>>, bisbigliò
<<Chi?>>, lo imitai.
<<Una pazza>>
Corrugai la fronte. <<Non so come, ma nella mia stanza c’era una ragazza poco vestita che voleva…beh, insomma…voleva…hai capito! Sono scappato, ma lei mi ha inseguito fin qui>>
<<E io dovrei crederci?>>, dissi smettendo di bisbigliare. Mi fece segno di far silenzio. <<Ovvio>>, rispose piano
<<No, non è ovvio!>>
<<Beh, io non sono un bugiardo come t…>> Si bloccò e l’ultima parola gli morì sulle labbra.
<<Me!>>, conclusi al suo posto. Appoggiai la mano sulla maniglia e l’abbassai, ma lui mi fermò.
<<Hai ragione, scusami>>
<<Vattene>>
<<Non mandarmi via. Non so come liberarmene>>
<<Non eri tu l’uomo di mondo in grado di superare le notti brave in discoteca?>>
Si grattò la testa imbarazzato.
<<Sono sicura che vi intenderete alla grande>>
<<Ti prego>>
<<Al contrario di certe persone io non mi intrometto in questioni che non mi riguardano>>
<<Ti ho salvata quindi mi devi un favore>>
Lo fronteggiai rendendomi conto troppo tardi dell’estrema vicinanza. <<Da cosa, un pericolo inesistete? Nessuno ti ha chiesto niente. Anzi, hai rovinato tutto!>>
<<Se non fossi arrivato ora saresti nella mia stessa situazione>>
<<Ma che problema hai?>>
<<Nessuno>>
<<Allora vattene! Spassatala con la pazza o trovati qualcun’altra ma va via!>>
<<Solo perché era seminuda sul mio letto avrei dovuto buttarmici a capofitto?>> Tacqui. <<Io non sono quel tipo di ragazzo. Oggi in studio ero serio. Quando mi innamoro lo faccio sul serio>> Scoppiai a ridere. <<Non mi credi?>>
<<Facevi troppo il cretino per farmi credere che sei innamorato>>
Nei suoi occhi brillò una luce maliziosa. <<Gelosa?>>
<<Di te? Ma non farmi ridere>>
Iniziò a giocherellare con una ciocca dei miei capelli. Lo scacciai e lui appoggiò le mani sui miei fianchi per impedirmi di allontanarmi. <<Permettimi di restare. Solo finché non se ne andrà>>
<<No!>>
<<Mi odi così tanto?>>
<<Sei tu quello che mi spinge ad odiarti>>
<<Dimostramelo>>
I suoi occhi fissarono i miei per un’istante che mi sembrò interminabile.
<<Okay>>, conclusi in un sospiro<<Solo finché non se ne andrà>>
<<Grazie!!>>, mi abbracciò felice.
L’imbarazzo crebbe a dismisura, ma più restavo lì più mi rendevo conto che, per quanto potessi essere arrabbiata, delusa o offesa da lui, mi sentivo rassicurata. Come se quelle braccia fossero un porto sicuro dove approdare dopo la tempesta. Peccato che la tempesta si scatenasse ogni volta nelle sue stesse acque. Dovevo andarmene, al più presto, altrimenti quel posto avrebbe segnato la mia rovina. Aprii gli occhi e lo allontanai. <<Può bastare>>
Raggiunsi il letto e mi sedetti nello stesso punto in cui ero poco prima che arrivasse.
<<Quello è il copione?>>
Mi lanciai sui fogli prima che potesse prenderli. Lui mi guardò stranito.
<<Guarda che ne ho uno uguale>>
<<Lo so. Sono solo gelosa delle mie cose>>, risposi chiudendolo di scatto. Lui si sedette sul bordo. <<Invece credo che tu non voglia farmi vedere cosa stavi provando>>
<<Ti sbagli>>
<<Allora perché sei diventata tutta rossa?>>, chiese appoggiandomi una mano sulla guancia. Il rossore aumentò. <<Cavolo scotti! Non è che hai la febbre?>>
Balzai giù dal letto e cercai di frapporre tra noi quanto più spazio possibile. Lui seguì ogni mio gesto disorientato.
<<Ho sete. Vuoi un bicchiere d’acqua?>>
Perché avevo permesso tutto ciò. Non potevo e non dovevo. Dovevo stargli alla larga. Molto alla larga.
<<Lo sapevo>>, disse avvicinandosi. Indietreggiai sorseggiando la mia acqua. <<E’ stata colpa di quel coso>>
<<Di quale “coso” stai parlando>>
<<Di quel coso…quella sorta di vestito che indossavi poco fa. Troppo corto, troppo scollato, troppo…>> Lo fermai incredula. <<Ti stai lamentano del mio vestito?>>
<<Un asciugamano arrotolato al corpo sarebbe stato molto più coprente e decisamente meno provocante>> Ero allibita. <<Anche se…>>Mi scrutò da capo a piedi. <<Non è che ora tu sia più vestita>>. Indossavo un pigiama a bretelle e gli shorts corti ma mi sentii inspiegabilmente nuda. D’istinto mi coprii. <<Penso che sia arrivato il momento che tu te ne vada>>
Abbassò il capo dispiaciuto. <<Sì, forse è meglio>>
Lo accompagnai alla porta, ma non appena l’aprì la richiuse subito. <<E’ ancora qui!>> Alzai gli occhi al cielo. <<Non posso andarmene>>
<<Togliti!>>
<<Cosa vuoi fare?>>
<<Voglio vederla>>
<<No! Perché?>>
<<Semplice curiosità>>
<<Entrerebbe e dopo non sapremo come liberarcene>>
<<Sciocchezze>>. Lo scacciai dalla porta.  Lui mi afferrò per i fianchi e sollevandomi mi riportò verso il letto. Nella lotta inciampò e finimmo sul materasso. Lui su di me.
<<Stai bene?>>, chiese sollevandosi appena.
<<E’ la seconda volta che cado per colpa tua>>
<<Questa volta non puoi lamentarti di esserti fatta male>>
E invece mi stavo facendo male, molto male. Non era un dolore fisico ma qualcosa di più profondo.
<<Devi andartene>>
<<Non voglio finire nelle sue grinfie>>
<<Credo che tu stia esasperando la situazione>>
<<Non sei gelosa? Come per la conduttrice…>>
<<Non lo sono mai stata!>> Si alzò e si mise seduto sul bordo del letto.
<<Prima di andare però voglio chiederti scusa so di essere stato  un vero stronzo>>. Mi rialzai sistemandomi al suo fianco. <<Me la sono presa con te di proposito. Speravo che così facendo mi cacciassero. Tu sei la punta di diamante e non avrebbero mai rischiato di perderti per colpa di un banale musicista sull’orlo del baratro>> Serrò i pugni e io restai in ascolto. <<Se il mio gruppo sta andando a rotoli è solo colpa mia. Ho preso decisioni sbagliate convinto di potercela fare da solo e invece ho perso ogni cosa. Perfino il mio talento nel suonare e comporre. Sam fa di tutto per farci restare a galla e io, invece di ringraziarlo, architetto piani per farci cacciare>> Si prese la testa tra le mane ed ebbi l’istinto di accarezzargli la schiena ma non lo feci.
<<Non ne posso più. Rivoglio la mia musica, il mio palco, il mio pubblico… la mia vita…>> La voce gli si stava per rompere quindi fece una pausa. <<Mi odio e non puoi immaginare quanto. Ho lasciato che la mia passione più grande mi scivolasse tra le dita e ho incolpato te per questo.>>
Non riuscii più a trattenermi e gli presi una mano. Lui mi fissò e per un istante mi sentii cedere sotto l’intensità del suo sguardo lucido.
<<Il talento non scompare così dall’oggi al domani. Hai solo bisogno dell’ispirazione giusta. Prenditi una pausa. Dedicati ad altro e vedrai che svuotando la mente ritroverai te stesso. A volte è solo difficile ascoltarsi. I problemi e le preoccupazioni fanno più confusione e occupano ogni spazio non lasciando posto a nient’altro. Tu guardi la recitazione come qualcosa di negativo invece può esserti molto più utile di quanto credi. Lei ti permette di vivere vite diverse dalle tua, situazioni e circostanze fuori da ogni schema e routine, emozioni mai provate prima. E’ vero, è tutto finto ma questo non vuol dire che non possa lasciarci qualcosa. Ti lascia sempre qualcosa. Quindi approfittane. Vivitela con spensieratezza. Presto l’ispirazione giusta tornerà e magari riuscirai anche a creare la colonna sonora del film.>> Gli strizzai un occhio. <<Ti ricordo che oltre alla parte recitata c’è anche quella sonora. Chiedi al regista di poter collaborare al montaggio delle basi musicali e chissà che, avendo vissuto in prima persona ogni singola scena, tu non riesca a creare qualcosa di unico che rinvigorisca il tuo talento. Purtroppo tutti abbiamo momenti no, dobbiamo solo affrontarli e rialzarci più forti>>
Il suo sguardo era ancora fisso su di me. Il mio disagio crebbe. <<Sei davvero speciale. Grazie!>>
Sorrisi e per distrarmi da me stessa presi il copione. <<Ti va di provare?>>
Annuì e ne fui sollevata.

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