1.

153 3 0
                                    

<<Stop! Perfetta>>
Anche per oggi era finita. Mi unii al coro di complimenti e raggiunsi Daniele, il mio manager, che mi avvolse le spalle con una vestaglia bianca e morbida. <<Pronta per la prossima tappa?>>
Erano mesi ormai che non facevo altro che volare da una città all’altra completamente immersa nel lavoro. E cinque anni da quando avevo lasciato una casa completamente vuota.
<<Certo. Quanto tempo ho per cambiarmi?>>
Esaminò il suo orologio da polso. <<Dieci minuti esatti>>
<<Posso farcela>>. Un colpo di tosse echeggiò alle nostre spalle e ci voltammo entrambi. Era il regista. Daniele gli fece spazio e l’uomo sulla sessantina, tozzo e in carne, avanzò.
<<Victoria sei stata eccezionale, più del solito>>, disse prendendomi le mani. <<Mi sa che ho commesso un enorme errore nel proporti per questo nuovo film. Ora non ti lasceranno più andare e noi dovremo terminare le riprese senza di te>>
<<Invece la ringrazio per l’immensa fiducia. Nessun altro regista avrebbe concesso a un suo attore di essere su due set in contemporanea ritardando il proprio film>>
<<Perché nessun altro attore ha il tuo talento e la tua serietà>>
<<Cerco di fare solo del mio meglio>>
<<Ed è per questo che ho deciso di premiarti. Ci sono fin troppi attori montati di testa che non sanno nemmeno cosa sia un copione. Invece tu sei una carta su cui puntare. Non so davvero come abbia fatto ma quella volpe di Antonio, per l’ennesima volta, ci ha visto giusto. Non avevi alcuna esperienza eppure ti ha convinta a recitare e in cinque anni ti ha resa quella che sei. Quanto avrei voluto essere stato io a scoprirti, ora di sicuro... >> Il regista si perse nelle sue chiacchiere e io fui distratta dal mio manager che, nascosto alle sue spalle, mi indicò l’orologio. Dovevo tagliar corto al più presto. Quest’uomo era capace di tenerci lì per giorni e giorni.
<<Gli devo veramente tutto, come devo a lei questa nuova possibilità. Le assicuro che farò del mio meglio per non deluderla. Ora però mi scusi ma devo proprio scappare. Ho i minuti contati>>
<<Tranquilla sono sicuro che non mi deluderai>> Sì! C’ero riuscita. <<Inoltre…>> Oh, no! <<Ho sentito dire che il regista è rimasto estremamente colpito da te. Pensa che ha valutato mille ragazze ma tu sei stata l’unica a cui ha fatto terminare il provino senza dire una parola. Le altre sono state liquidate in pochi secondi. Addirittura una…>>
<<Sa chi potrebbe liquidarci?>>, tentò Daniele. Il regista si voltò a guardarlo. <<Il nostro volo. Sì, esatto. Quegli aggeggi infernali sono fin troppo spocchiosi e arroganti. Non hanno rispetto per nessuno. Se non fossero necessari per percorrere alcune tratte nel minor tempo possibile non li prenderei mai>>.
L’uomo lo squadrò da capo a piedi poi gli diede una poderosa pacca sulla spalla.<<Bada a questa ragazza. Ci rivediamo la settimana prossima>>
<<Senz’altro>>
Il regista si allontanò e noi fummo finalmente liberi.
<<Credi ci sia rimasto male?>>
<<No, qui l’unico che si è fatto male sono io>> rispose massaggiandosi teatralmente la spalla.
<<Dov’è finito il tuo fisico d’acciaio?>>
<<E’ andato in ferie giusto l’altro ieri>>
<<Sul serio? Credevo l’avessi perso nel barattolo di marmellata che ti sei fatto fuori a colazione>>
<<Lì avevo perso qualche chilo ma l’ho ritrovato>>
Scoppiamo a ridere entrambi. <<Dai, andiamo>>
Qualche ora più tardi mentre stavamo sorvolando le città addormentate si voltò tutto contento verso di me.
<<Devo darti una grande notizia>> <<Dimmi>> Non riuscii a trattenere uno sbadiglio. Ero esausta.
<<Ricordi quando ti ho detto che lavorerai con delle special guests?>> Annuii appena. << Conosco i loro nomi!>> Sbadigliai, di nuovo.
<<Calma, calma. Troppo entusiasmo. Non vorrei che tutta questa curiosità ti logorasse dentro>>
<<Sta decisamente russando a squarciagola>>
<<Ho notato. Dormi pure, ne riparleremo appena atterrati>>
Mi presi il viso tra le mani. <<Oh, no. E ora?! Non chiuderò occhio>>
<<Sono entrambi chiusi>>
Risi <<Dormirò malissimo>>, mi corressi.
<<Te lo meriti. E comunque non mi va più>>
<<Il solito permaloso>>
<<Mi sono spaccato la schiena per conoscere questi nomi>> Gli lanciai un’occhiata tanto assonnata quanto eloquente. <<Okay, forse non proprio spaccato la schiena ma ho dovuto caricare la posta elettronica più e più volte, controllare lo spam, aprire l’email giusta e leggere un comunicato di una lunghezza assurda>>
<<Dev’essere stato un lavoraccio>>
<<Ho ancora male agli occhi >>. Li incrociò. Scoppiai a ridere e lui mi imitò mentre gli altri passeggeri iniziarono a lamentarsi del baccano. Abbassammo la voce. <<Non ti viene in mente nessun nome?>>. Allontanai lo sguardo per dare l’idea che ci stessi pensando ma nella mia mente aleggiava il vuoto più totale. <<Non saprei…>>
<<Ma dai. Non ci hai nemmeno provato!>>
<<Sono troppo stanca>>
<<Che delusione. Ed io che ero così felice di dirtelo. Basta, ho deciso! Non ti dirò che sono i Diamond così quando li incontrerai potrò godermi a pieno la tua faccia da pesce lesso. Sai che ridere>>
<<I dia…i dia….>>. Non riuscivo nemmeno a pronunciare il loro nome tanta era l’emozione. <<Sul serio?!>>, chiesi in un gridolino procurandomi una nuova ramanzina.
<<Non sbadigli più?>>,  sussurrò compiaciuto.

Ciak...Amore! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora