24.

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<<Non è necessario che tu mantenga la parola data proprio questa sera. Dopo quello che è successo saresti dovuta restare in albergo con lui a guardare un bel film rilassante sul divano>>, mi ripeté per l’ennesima volta Federico.
<<Tranquillo, sto bene. Ora lasciami andare dalla tua biondina>>
<<La conosci>>, continuò Lorenzo <<Quando si mette in testa una cosa nessuno può fermarla>>
<<Okay…>>
Mi avviai al bancone dove Alessia era intenta a miscelate liquidi colorati da servire ai clienti.
<<Ciao>>
Alzò il viso di scatto. <<Che ci fai qui!?>>
<<Mi sembra ovvio. Vorrei uno di quelli>> Mi accomodai e lei guardò la sala in cerca di Federico. Lo trovò e subito distolse lo sguardo.
<<Sicura?>>
Per niente, non avevo mai bevuto in vita mia.
<<Certo!>>
<<Dopo non ti aspettare che ti raccatti da terra>>
<<Sono in compagnia>>
<<Ho visto. C’è anche lui>>
<<Perché sei arrabbiata? Lui vorrebbe riappacificarsi ma non sa cosa sia successo>>
<<Il tuo drink arriva subito>>
Con estrema destrezza lanciò due bottiglie per aria, fece tintinnare il giaccio, vi aggiunse una fetta di arancia e una cannuccia e me lo servì.
<<Grazie>>, sorrise senza essere ricambiata. Incrociò le braccia e attesi che bevessi. Per non deluderla lo feci pregando di reggere quel miscuglio colorato.
<<E’ buonissimo, e non sembra affatto alcolico>>
<<Non lo è>>
<<Te ne sei accorta?>>
<<Faccio questo lavoro da sette anni ormai e so riconoscere una che non ha mai bevuto più di un succo di frutta>>
Bevvi un altro sorso imbarazzata e lei ritornò a lavorare. <<A pranzo hai parlato del peggio delle persone...>>
<<Per favore smettila>>
<<Vorrei solo aiutarvi>>
<<Non puoi>>
<<E’ così grave?>>
<<Sì, lo è>>
<<Lui dice che…>> Sbattè le mani sul bancone. <<Sono stata a letto con suo fratello!>>
Una secchiata d’acqua gelida mi investì da capo a piedi.
<<Tu sei stata…cosa?!>>
<<Sì, sono stata con il tuo ragazzo>>
<<Io no…>>
<<Se non ci credi va in camera sua. Ho lasciato lì le mie cose>>
<<Quando ci sei stata>>
<<Fino a ieri, ogni sera>>
<<Da quando?>>
Sollevò le spalle <<Dalla prima sera che è arrivato>>
<<E Federico? Non eri interessata a lui?>>
Scosse il capo. <<Fingevo per confondere le tue idee>>
<<Quindi tu e Lorenzo…>>
<<Sei così concentrata a vivere nel tuo mondo di finzione da non accorgerti di chi ti mente nella realtà. Lui non vuole te, ma il tuo nome accanto al suo sui giornali>>
<<No, Lorenzo non…>>
<<Svegliati>>
Mi voltai in cerca del suo viso. Rideva beato con il fratello. Gli occhi mi si riempirono di lacrime. <<Devo andare>>
Balzai giù dallo sgabello e corsi in albergo. Arrivata nella hall mi feci aprire con una scusa la camera di Lorenzo. La misi sottosopra finché non trovai della lingerie in un cassetto. Le ginocchia mi cedettero e mi ritrovai seduta a terra in un mare di lacrime.
<<Victoria, ma cosa…>>disse Lorenzo apparendo sotto l’uscio. Avanzò nel disordine e io gli lanciai quel dannato pizzo. <<Perché? Dimmi solo perché?>>
<<Di cosa stai parlando e cos’è questa roba?>>
<<Non mentirmi più, so tutto!>>
\\Mi rialzai <<Basta! Non voglio saperne più niente>>
Mi afferrò per un polso quando gli fui accanto.
<<Spiegami cosa sta succedendo e perché hai messo sottosopra la mia stanza>>
<<Lasciami! Alessia mi raccontato ogni cosa>>
<<La ragazza di Federico?>>
Risi isterica. <<Come hai potuto giocare con me in questo modo…conoscevi il mio passato, le mie paure, le mie insicurezze… te ne sei approfittato e tutto per quella che definisci una fama che non ti interessa>>
<<Perché stai riprendendo questa storia?>>
<<Forse perché ci sei stato a letto alle mie spalle?>>
Mi guardò sbigottito. <<Io cosa?>>
<<Basta! Basta! Ho trovate le sue cose, proprio come mi aveva detto>>
<<Dev’esserci una spiegazione. Saranno di qualcun altro>>
<<Nelle tua stanza!>>
<<Credi a tutti tranne che a me>>
<<Come posso crederti?>>
<<Non ci ho mai nemmeno parlato con questa qui>>
<<Certo, eri impegnato a farci altro!>>
<<Andiamo da lei! Glielo voglio sentir dire con le mie orecchie>>
<<Per essere umiliata ancora? No, grazie!>>
<<Dannazione! Non ci sono andata a letto. Credimi!!>>
<<Non posso. Non ci riesco>>
Lasciai la stanza travolta delle emozioni. Desideravo solo una cosa che più nessun’altro si prendesse gioco di me e dei mie sentimenti.

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