13.

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Quando arrivai sul set Lorenzo era già lì. Mi bastò scorgere le sue spalle in lontananza per far vacillare la mia convinzione di farcela. Erano sette giorni che non lo vedo, sette giorni in cui non avevo fatto altro che pensare e ripensare a quanto fossi stata sciocca. Poi c’erano le parole di Federico. Per quanto la rabbia le buttasse giù queste risalivano insistentemente a galla. “E se fosse innocente?”
Lo raggiunsi in scena evitando accuratamente il suo sguardo. Accidenti, se non riuscivo nemmeno a guardarlo come avrei fatto a baciarlo?
<<Ciao>>, disse inaspettatamente <<L’occhio sembra guarito>>
<<Martina ha fatto un ottimo lavoro>>, risposi con gli occhi fissi sul copione. Lui fece per parlare ancora ma alla fine preferì il silenzio. Io feci altrettanto anche se nella mia mente continuavo a tormentarmi.
Forse Federico aveva ragione, forse avremmo dovuto parlare, forse…
Il ciak partì e io mi ritrovai catapultata nel film senza essere pronta. Sbagliai e ripetemmo il tutto, ma sbagliai ancora e ancora.
<<Stop! Stop! Victoria che ti prende?>>
<<Mi dispiace, scusatemi>>
<<Cerca di concentrarti, non puoi permetterti ulteriori ritardi>>
<<Lo so…>>, risposi e un senso di oppressione mi attanagliò il petto.
L’aria divenne sempre più pesante e la stanza scura e ovattata. Cosa c’era in Lorenzo che mi impediva di… o meglio in me…o in noi… No! Non c’era e non ci sarebbe mai stato nessun noi… soprattutto dopo quello che aveva fatto. Perché la colpa era sua, giusto?
Involontariamente cercai il suo sguardo e fu lo sbaglio più grande che avessi mai potuto fare. I suoi occhi verdi si incastrarono nei miei e persi l’ultimo barlume di lucidità che mi restava mentre un panico puro e viscerale si impadronì di me. Scappai via. Volevo andarmene. Lontano.
Nella foga del momento non mi accorsi che Lorenzo mi aveva seguita.
<<Mi spieghi cosa ti è preso? Sei così poco abituata ai rimproveri?>>
<<Lorenzo, vattene e lasciami sola!>>
<<No, io non me ne vado!>>, rispose avanzando. Indietreggiai. <<Voglio una spiegazione>>
<<Mettiti in fila io sto aspettando da una settimana>>
<<Questa non sei tu. Dov’è finita la vera Victoria? Lei non sbaglia quasi mai ed è capace di catturare tutti con il suo talento. Da sempre il meglio di sé e non sarebbe mai scappata di fronte alla prima difficoltà>>
Abbassai il capo colpevole. Aveva ragione. Lui ne approfittò per fare qualche altro passo. <<Ti hanno destabilizzata le quattro scemenze scritte su quel giornale? O è per Nicolas?>>
<<Non ti avvicinare ci potrebbe essere qualche altro paparazzo in giro>>
Si fermò deluso. <<Quanto sei ostinata…>>
<<E tu? Non mi hai dato nessuna spiegazione...>>
<<Ti ho detto di cercare il tuo colpevole da un'altra parte>>
<<Ed io dovrei fidarmi della tua semplice parola?>>
<<Se ti dicessi il contrario ci crederesti subito>>  
<<Quella sera in albergo ti ho creduto>>
<<Allora perché non rifarlo?>>, chiese continuando ad avanzare. Feci ancora qualche passo indietro
<<Troppe coincidenze, troppe stranezze, la ragazza, i paparazzi…>>
<<Sembra che tu non aspetti altro che sentirmi dire che sono colpevole>> Sospirò <<Okay, va bene. Se la cosa può farti ritrovare te stessa allora ti accontenterò: Sono stato io. Ho architettato tutto per ottenere fama e gloria. Ora possiamo ritornare sul set e terminare questo dannato film?>>
<<Tu non capisci. Non mi serve affatto il tuo contentino>>
Allargò le braccia spazientito: <<Allora che vuoi che faccia?>>
<<Che mi dica perché eri così strano>> Si avvicinò sempre più. Ormai eravamo faccia a faccia. <<Vuoi la verità?>>
<<Sì!>>, risposi e inaspettatamente mi baciò.
<<Ti aspetto in scena>>
Se ne andò e io rimasi lì a sfiorarmi le labbra. E questo cosa significava?
Daniele arrivò di corsa. <<Victoria, finalmente ti ho trovata. Stai bene? Cose ti è successo? Perché sei scappata via così?>>
Non risposi. <<Ho visto Lorenzo inseguirti ma non ho potuto fare altrettanto perché il regista mi ha bloccato. E’ furioso con te>>. Silenzio. <<Ti ha fatto del male? Hai lo sguardo perso nel vuoto…>>
<<Sto bene>>, biascicai per poi ritornare sul set dove il regista mi rimproverò per bene.
<<Ora cerca di concentrarti>>
<<Sì. Non succederà più, mi dispiace>>
Lorenzo mi passò accanto. <<Questa volta non pensarci troppo. Ci siamo già baciati.>>
Quindi l’aveva fatto semplicemente per sbloccarmi? Per dimostrarmi che nonostante tutto restava un banalissimo bacio come tanti altri?
Pochi minuti dopo la scena venne conclusa con successo.

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