Capitolo 11

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Dopo aver pranzato mi dirigo al negozio. Parcheggio ed entro. Jennifer sta sistemando le vetrine. E' diventata brava però, devo ammetterlo. "Ei, hai visto? Lo so che sei sorpresa ma come vedi non sono stupida come pensavi!" mi sorride lei mentre sto varcando la soglia. "Brava, davvero, comunque non pensavo che fossi stupida!" le dico. Effettivamente però lo pensavo un pò, ma non che fosse stupida, solo un pò svogliata verso il lavoro. Evidentemente invece non era così. Alessia non mi aveva detto nulla di cosa era successo ieri sera dopo che me ne ero andata. Aveva il turno la mattina infatti era già andata via. Voleva lasciarmi sulle spine evidentemente.

La giornata passa velocemente, vendendo anche abbastanza. Sistemo in cassa e saluto Jennifer che mi fa un sorriso.

Dopo aver finito di sistemare tutto chiamo Alessia al cellulare. "Eila! Non mi raccontare nulla eh! Mi vuoi far morire di curiosità?" le dico appena mi risponde. "Tesoro scusa! Dopo che sono uscita dal negozio ho accompagnato mia sorella ad un colloquio. Poi siamo andate a fare spese e tra poco andiamo tutti a trovare la nonna!". "Ah ecco, be se eri così impegnata ti perdono allora" le dico in tono dolce. "Comunque" continua lei "il tuo complotto è andato a buon fine. Diciamo che siamo stati lì ancora un pò a parlare, e poi siamo andati a fare un giro. Sono stata bene, e..." . "E..." la interrompo, presa dalla curiosità. "E domani sera ci rivediamo!"urla dalla cornetta facendomi prendere uno spavento. "Dai, fantastico! Sono contenta per te, ti sento felice e questa è la cosa più importante" le dico. "Si, grazie. Ho intenzione di dirgli tutto domani, meglio provare e non avere rimpianti, corro il rischio" la sento molto decisa. "Esatto, hai ragione. Anche lui avrà qualcosa da dirti mi sa..Ti lascio andare dai, a domani bella!". "Ciao tesoro mio, ti adoro!" mi dice. Perfetto, ero felice per loro, finalmente una bella notizia. Mando un messaggio a Ste e gli scrivo 'Ale mi ha detto..sono servita un pochino allora?'. La sua risposta non tarda ad arrivare 'Solo merito tuo ahaha Buona serata bella mia'.

Mentre mi avvio verso casa sento qualcuno che mi tocca sulla spalla "Buonasera!". Quasi sobbalzo dallo spavento. Mi giro e vedo Mattia. "Sei impazzito?" gli dico. La sua risata si fa sempre più fragorosa. "Ma che te ridi??" gli domando innervosita. "Nun te volevo spaventà. Ho finito il turno al ristorante, ho sistemato tutto per cena e sono troppo stanco" mi dice. "Pure io bello ho finito ora di lavorare, non credere". "Siamo nervosette eh? Ho preso del sushi" mi fa vedere la busta che ha in mano "se ti va lo mangiamo assieme". "Va bene. Ho giusto fame, poi adoro il sushi"gli rispondo. Salgo in macchina di Mattia e andiamo verso casa mia.

"Sei cupido praticamente" mi dice dopo che gli ho raccontato di Ale e Ste. "Così sembra"gli rispondo. Prendo un altro pezzo di sushi e lo intingo nella salsa di soia. "C'hai proprio fame stasera"mi dice scherzando. "Si" gli rispondo velocemente. Finita la cena butto i contenitori nel cestino e metto i bicchieri nel lavandino; sento che gli squilla il cellulare. "No, non posso perché lavoro, mi dispiace, no no sarà per un'altra volta" e attacca. Non so se chiedere chi era, non vorrei sembrare invadente. Torno a sedermi al tavolo di fronte a lui. "Volevano che andassi a fare un live..era il bar dove t'ho salvata" sorride. "E perché non hai accettato?" gli chiedo perplessa. "Te l'ho detto ieri sera..non é un bel periodo..nun me va di andare li a cantare..non ho testa". "Hai ragione scusa. Te la scrivo io una canzone adesso" mi metto a ridere. Prendo il quaderno che tengo sul mobile delle televisione per annotarci le cose e una penna. Torno a sedermi. "Da quando scrivi?"ride. "Da adesso ahah. Non sono mai stata brava con le parole..a differenza tua". Prendo la penna e scrivo 'Dieci di sera'. "Ecco il titolo"gli dico sorridendo. "Me sa di plagio di Sei di mattina ahahah". "Non mi stroncare"lo guardo offesa. Comincio a scrivere frasi senza senso e cancello. Poi alzo lo sguardo e lo vedo sorridere. Scrivo 'Sorridi e non smettere mai, sorridi e vivi, con quel sorriso che parla da se' e disegno accanto un cuore. Lui si alza e da dietro la mia schiena mette la sua mano sulla mia, tenendo la penna e avvicinandola al foglio per scrivere. In quel momento sento che le mie guance sono diventate rosse. Mi giro di lato e incrocio il suo sguardo. Un brivido mi percorre, infatti abbasso subito gli occhi. Non so perché abbia questo effetto su di me. Scrive sotto la mia frase 'e se mi guardi mi arrendo'. Posa la penna e mi guarda. "Vedi, guarda la differenza tra quello che ho scritto io e la tua frase"gli dico, alzandomi per smorzare la tensione che sentivo nell'aria. Strappa il foglio e lo mette nella tasca dei suoi jeans. "Anche la tua parte non era male"mi dice. "Mah.."sussurro senza troppa convinzione. "Lo so è difficile essere bravi come me" dice. "Infatti, sono d'accordo, anche se fai il presuntuoso" sorrido "però questa cosa è assolutamente vera e te l'ho sempre detto". Prendo un bicchiere e mi verso dell'acqua. "Vuoi qualcosa?" gli chiedo. "No no". Il silenzio che si è creato è imbarazzante. Il mio carattere timido sta tornando fuori, non so perché. Decido di fargli una domanda, che era sempre stata una mia curiosità. "Ma Sei di mattina l'hai scritta per qualcuno?". Si avvicina a me, che ero ancora vicino al frigorifero dove avevo preso la bottiglia. "Sei curiosa! Allora diciamo di si, una ragazza mi ha ispirato.. è nata di getto, l'ho scritta in pochi minuti. La guardavo e ho scritto. Però non era unicamente dedicata a lei, diciamo che pensavo anche a quello che volevo fosse quella ragazza per me, cosa che poi non si è realizzata. Però non mi pento, è una delle cose più belle che ho scritto, e piace molto" mi racconta. "Ovvio che piace, è stupenda.." rispondo "che fortunata la ragazza, sentirsi dedicare delle parole così deve essere davvero bello". Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Alzo lo sguardo finchè i miei occhi blu scuro non incrociano i suoi. In quegli occhi ci si poteva perdere. Mi sorride e sussurra al mio orecchio "Succederà anche a te magari". Sono come paralizzata. Appoggio a fatica la mia mano sulla sua guancia, lui la prende e lascia un dolce bacio sul dorso di essa. Non so quanti minuti passano mentre siamo uno di fronte all'altra, so solo che ad un certo punto mi sposto e lui dice "Adesso vado dai, ti ho già disturbato abbastanza" sempre con il suo sorriso. "Ma va che dici..". Vedo che si avvia alla porta. Lo accompagno. "Ciao tesò, grazie per la serata". "A te" gli dico.

Mi rigiro nel letto e non riesco a dormire. Mi faceva uno strano effetto la sua vicinanza.. continuavo a vedere la scena di lui che mi prendeva la mano. Forse ci è rimasto male perché mi ero spostata da lui, però avevo la sensazione che sarebbe accaduto qualcosa se fossi rimasta li ancora qualche minuto. E non volevo accadesse. Due serate di fila passate con lui forse mi avevano fatto male, male nel senso troppo bene. Ero stata benissimo, come se fossimo amici da tempo e invece lo conoscevo da poco meno di un mese.

_Stravolgimi il domani<Briga>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora